Il coordinatore di «Pescia è di tutti» Salvatore Leggio interviene sui parcheggi.

«La responsabilità di questa scelta ricade sulle due precedenti amministrazioni comunali che hanno una iniziato, l’altra concluso il percorso per i parcheggi ospedalieri.

La convenzione con la società PePar è stata votata dalla giunta con delibera del 1 settembre 2011, e prevede una durata di ben 32 anni fino al 2044. Sono concessi un numero massimo di 150 posti auto in diritto di superficie per 99 anni, fino al 2113. Il concessionario può stabilire senza alcun vincolo o limite le tariffe di accesso: è tutto rimesso al buon cuore del privato, il Comune dà parere obbligatorio, ma non vincolante; non esistono tutele per i dipendenti ospedalieri: si dice solo che il concessionario si riserva di trattare con l’Asl tariffe agevolate. Quindi può farlo, come non farlo.

Il Comune ha concesso al privato di ipotecare le aree di parcheggio, a garanzia di due finanziamenti, 1.552.000 e 3.647.000 euro, deliberati in capo al concessionario da Banca Carige. Il Comune, che non ha alcun introito dalle tariffe, deve pagare irrigazione e luce pubblica, adottare un piano di mobilità e sosta che tenga conto degli impegni presi nella Convenzione, «sentita la società concessionaria»; il concessionario gestisce la pubblicità all’interno dei parcheggi e i relativi proventi, «anche in deroga alla disciplina regolante la pubblicità nel territorio del Comune».

Da questi esempi si comprende come questa convenzione sia radicalmente sbagliata e dunque irriformabile. Purtroppo intervenire su un aspetto non cambia la sostanza: che l’organizzazione del traffico, e in parte anche il futuro dell’ospedale, sono appesi alla volontà di un privato, che non ha alcun tipo di vincolo contrattuale. Se c’è questa libertà serve un controllo ferreo da parte dell’amministrazione su come vengano rispettati gli impegni presi dal concessionario.

La sola importante comunicazione che i cittadini vorrebbero sentire sarebbe questa: la convenzione è venuta meno, finisce questa ipoteca sul futuro della città. Il resto sono solo toppe che non cambiano la sostanza di cose e atti. Come disse Laocoonte ai Troiani, temo i greci anche quando portano doni».