Nella mattinata di oggi i carabinieri della stazione di Sambuca Pistoiese hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Pistoia due ragazzi di circa trent’anni, provenienti dal basso Piemonte, ma di fatto senza fissa dimora, tutti con precedenti di polizia per reati in materia di stupefacenti, occupazioni abusive e furto, perché ritenuti responsabili dei reati di violazione di domicilio e danneggiamento.

L’attività di indagine è nata nella tarda serata del 20 marzo, allorquando alcuni cittadini del comune di Sambuca Pistoiese, notando del fumo uscire dalla canna fumaria di un’abitazione che avrebbe dovuto essere disabitata, tramite numero di emergenza 112, allertavano la centrale operativa di San Marcello Piteglio la quale, temendo che si stesse sviluppando un incendio, inviava subito sul posto sia una pattuglia della stazione di Sambuca Pistoiese che militari del Nor - aliquota radiomobile della compagnia di San Marcello Piteglio.

Una volta giunti, i carabinieri notavano che una finestra posta al primo piano dell’abitazione era stata sfondata e pertanto, temendo che all’interno dell’immobile vi fossero persone prive di sensi, decidevano di arrampicarsi con una scala e penetrare al suo interno. In realtà, una volta fatto accesso nell’abitazione, i carabinieri trovavano, nascosti nel bagno, due ragazzi senza fissa dimora che tranquillamente dichiaravano che non sapendo dove andare avevano deciso di accamparsi all’interno di quell’abitazione.

In effetti, sparsi per tutta casa vi erano resti di cibo consumato, numerose bottiglie di alcolici e immondizia varia, segno che quell’immobile era illegittimamente abitato dai due ragazzi già da qualche giorno, mentre il caminetto era accesso e vi era della carne che si stava arrostendo.

Alla luce di quanto riscontrato, i due ragazzi, dopo essere stati identificati, venivano fatti allontanare e denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Pistoia perché ritenuti colpevoli di violazione di domicilio e danneggiamento. L’infisso rotto viceversa veniva sostituito con uno nuovo e l’immobile, gestito dall’Istituto vendite giudiziarie di Firenze, veniva restituito al custode giudiziario per essere messo all’asta.