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PISTOIA
Vicofaro, Arci: "Amministrazione comunale tira per giacchetta prefettura e Regione, ma non fa e non investe nulla"

1/8/2023 - 17:25

Il comitato provinciale dell'Arci interviene sulla vicenda Vicofaro.

 

"Accade che di Vicofaro si parla propriamente e impropriamente da ormai talmente tanti anni che tutti sanno o pensano di sapere tutto. Tutti tranne l’amministrazione pistoiese, che ne parla poco, raccoglie le lamentele della popolazione, alza gli occhi verso la prefettura, batte i piedi contro la Regione, che nulla fanno e nulla investono. Rimane lì, attende che la situazione si evolva o involva.

 

Questo poco interessa al sindaco, perché il sindaco non governa il problema di Vicofaro, semplicemente attende. Lo stesso modus operandi con cui ha osservato, con occhi stupiti e sgranati, la chiusura del museo Marino Marini, allargando le braccia, tirando per la giacchetta il prefetto e, di tanto in tanto, battendo i piedi contro la Regione. Nel frattempo, gli anni sono passati e la situazione è diventata sempre più complessa.

 

Eppure la lettura sarebbe così semplice. Le scelte errate di gestione della questione migratoria, su cui peraltro la destra alimenta la propria propaganda, generano i vari Vicofaro sparsi sul territorio italiano. Esistono infatti accampamenti informali un po’ ovunque in Italia, zone grigie che piano piano ingoiano migranti che hanno perso il lavoro, i documenti, la casa, il domicilio o la residenza. E se non hai la residenza, non puoi avere un lavoro, una casa, un medico.

 

Le scelte di queste governo, come l’eliminazione dei casi speciali, la mala gestione dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e la messa in torsione dei Sai (Sistema accoglienza integrazione), alimentano quella zona grigia che spesso trova riparo nei vari Vicofaro del mondo. 

 

È indubbio che ci siano delle complessità e degli equilibri che evidentemente sono saltati. Il quartiere di Vicofaro non può assorbire tutta la zona grigia del mondo e don Massimo Biancalani non riesce a dire di no a nessuno. Questo è un fatto. Un fatto che, però, l’amministrazione non ha nemmeno provato a gestire. Al contrario, ci ha provato la Regione, in passato e ora, con un investimento che però aveva un ragionamento stringente: fare l’analisi dei bisogni e provare tutti insieme a capire come alleggerire la struttura, dando risposte di comunità.

 

Una gestione che si traduce in fare politica. Quella stessa “politica” che, invece, il sindaco Tomasi ha deciso di mettere in pratica con un atto di sgombero e altre procedure emergenziali, anziché provare a costruire un pensiero, attivando risorse intellettive e sociali.

 

L’analisi della situazione di Vicofaro, però, ed è bene ricordarlo, era sul tavolo del sindaco da marzo. A tre giorni dalla determina della Regione Toscana, frutto proprio di quella progettualità messa in campo, arriva però lo sgombero. Il modo peggiore e più brutale di gestire un problema. Senza ragionamento, senza pensiero, senza politica.

 

Il governo pistoiese fa da specchio al governo nazionale che vuole gestire la questione migratoria senza politica né ragionamento ma in modo emergenziale, sotto il cappello dell’emergenza tutto possono i prefetti e si abbassano controlli e poteri degli amministratori eletti. 

 

I numeri dei richiedenti asilo non sono tali da giustificare alcuna emergenza, lo sono se non si vuol gestire ma reprimere e contrarre i diritti umani. In questo panorama aumentano le procedure accelerate, peggiorano le condizioni di accoglienza. La storia ci dimostra che questo è il modo peggiore di governare un fenomeno strutturale, l’emergenza, lo sgombero il piglio decisionista.

 

In questo slalom in cui si fa finta di governare, di gestire, di programmare, il sindaco continua a giocare sulla pelle delle persone: residenti di Vicofaro e persone accolte nella parrocchia. Tutto questo, perché alla fine di Vicofaro c’è bisogno, perché Vicofaro alimenta la scia del “aiutateli a casa loro”, in un continuo ripetersi di frasi fatte che scivolano sempre più nel grottesco e nel ridicolo. E allora, citando il mitico Linus: «Ci sono tre cose di cui ho imparato a non discutere con la gente: la religione, la politica, e il grande cocomero»".

Fonte: Arci
 
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1/8/2023 - 22:21

AUTORE:
Bibi

Un bellissimo scritto totalmente condivisibile

Complimenti.