L'Asl 3 precisa: "Le aziende sanitarie non hanno alle dipendenze centinaia di dirigenti"
VALDINIEVOLE Occorre innanzitutto fare chiarezza per i cittadini, anche rispetto anche ad alcune notizie di stampa di questi giorni: le aziende sanitarie non hanno alle proprie dipendenze centinaia di dirigenti. Questo titolo spetta, sin dall’assunzione, indistintamente a tutti i medici, anche al più giovane tra essi. Si tratta di una scelta degli anni 2000 collegata però a un’altrettanto importante novità normativa posta dalla Riforma Bindi a garanzia dei cittadini stessi. Un medico infatti può operare da data alle dipendenze del SSN solo dopo aver conseguito una specializzazione, cioè dopo un percorso di studi di ben 8-9 anni. Cosa che non accadeva quando da assistenti medici si entrava senza alcuna formazione specialistica. Il cittadino pertanto deve guardare non tanto al titolo di inquadramento, quanto a ciò che vi sta dietro: la volontà normativa e politica di assicurare un servizio pubblico che - oltreché gratuito, universale e diffuso - sia affidato a persone debitamente preparate e specializzate. Le aziende sanitarie insomma non hanno in sé centinaia di dirigenti, bensì centinaia di medici, biologi, fisici, chimici, ingegneri dediti alla salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza in tutti i settori: territorio, ospedale e prevenzione. Contrariamente a quanto affermato, i medici hanno inoltre riottenuto gran parte delle garanzie proprie dei semplici dipendenti, prime tra tutte quelle disciplinari. Ed hanno anche ottenuto di spostare una parte del loro stipendio dalla parte variabile della retribuzione, legata ai risultati e quindi alla valutazione annuale, a quella fissa. Nella ASL 3 questa operazione ha spostato circa 2,5 milioni di euro, prima collocati sui fondi per il raggiungimento degli obiettivi, sullo stipendio fisso (tabellare), cosa che non avveniva per la dirigenza amministrativa e tecnica. Da qui l’apparente differenza delle quote pagate a fine annualità al personale medico e amministrativo. Anche in questo caso è importante far conoscere che, a parità di posizione, tra la paga complessiva di un medico e quella di un amministrativo, retribuzione degli obiettivi compresa, corre una differenza, a vantaggio del medico, in media pari al 20-30% annui. Ciò è dovuto al maggiore investimento che il sistema ha da sempre operato sui profili direttamente impegnati nell’assistenza alla persona attraverso il riconoscimento di specifiche indennità, una delle quali relativa al personale a tempo esclusivo, ovvero quello che si dedica completamente all’attività all’interno delle strutture sanitarie. . Quanto al livellamento verso il basso delle retribuzioni, l’Azienda ha manifestato alle organizzazioni sindacali l’intenzione di procedere con una revisione dei criteri di conferimento delle posizioni investendo su questo risorse dirette a valorizzare il contributo professionali richiesto al personale medico nell’ambito di una organizzazione oggetto di diversi cambiamenti e innovazioni . Relativamente alle nomine dei primari dal 2012 i direttori generali possono scegliere tali responsabili solo attingendo da una graduatoria redatta da una commissione formata, come in passato, all’epoca dei concorsi, da pari grado, in maggioranza provenienti dall’esterno dell’azienda dove la nomina deve essere effettuata. Anche con il sistema precedente la Toscana ha sempre assicurato trasparenza di scelta e parità di opportunità, differenziandosi dalle altre regioni, soltanto per l’aver tenuto ferma, di nuovo nell’interesse degli utenti, la condizione della scelta da parte dell’aspirante primario del rapporto di esclusivo con la struttura. Infine, il numero dei dirigenti amministrativi tecnici della ASL 3 di Pistoia è da ritenersi il minimo per la gestione di una macchina così complessa e articolata che rappresenta nel territorio provinciale sia per numero di addetti sia per valore economico trattato , l’Azienda più importante” .
Fonte: Comunicato stampa Asl3