Nella mattinata di domenica dall’ospedale civile di Pescia giungeva alla polizia la telefonata dell’avvenuto decesso di una persona a seguito di un incidente stradale avvenuto nei giorni precedenti. Dalle immediate verifiche si appurava che si trattava di un sinistro stradale verificatosi nella mattinata del 13 febbraio nel comune di Chiesina Uzzanese, all’intersezione stradale tra via Matteotti e via Vittorio Veneto.

Informata l’autorità giudiziaria e su indicazione della stessa, personale dell’ufficio si attivava immediatamente per acquisire tutte le informazioni necessarie per poter cercare di arrivare alla identificazione dell’autore del sinistro che si era dato alla fuga.

Con i pochi elementi raccolti e considerato il tempo trascorso venivano acquisite le immagini di tutte le telecamere esistenti sui possibili percorsi fatti dal conducente del mezzo in fuga riuscendo a raggiungere la certezza che l’investitore fosse alla guida di un furgone bianco del tipo Fiat Scudo denominato in gergo “tetto alto” 2^ serie in produzione e commercializzato dall’anno 2007 al 2016 anche se progressivamente dall’anno 2013 aveva subito piccoli restyling riguardanti soprattutto gli interni. Nessun altro elemento utile ai fini dell’indagine veniva riscontrato dagli altri accertamenti fatti in zona e nei comuni anche fuori provincia.

Nel primo pomeriggio di martedì una pattuglia in borghese appositamente inviata nel comune di Chiesina Uzzanese per svolgere ulteriori accertamenti, transitando nei pressi di un distributore di benzina notava, all’interno del piazzale, un furgone di colore bianco della stessa marca che presentava, nella parte posteriore destra evidenti segni di un impatto recente con un mezzo dello stesso colore del mezzo coinvolto nell’incidente.

Gli operatori quindi procedevano all’identificazione del conducente tale G.D. ventunenne residente a Pistoia, incensurato, operaio di una ditta di Chiesina, il quale dapprima non forniva alcuna spiegazione riguardo ai danni presenti sul mezzo, aggiungendo che essendo utilizzato da più persone non sapeva chi l’avesse guidato, pertanto veniva portato in commissariato per le necessarie verifiche.

Dagli accertamenti presso la ditta si appurava che i proprietari di fatto non erano a conoscenza del sinistro e che l’operaio aveva tratto in inganno anche loro riferendo di aver notato dei danni alla carrozzeria solamente la mattina dopo. Tuttavia dalle informazioni acquisite e dalle verifiche su documentazione prodotta e scontrini riportanti gli orari si giungeva alla convinzione che fosse proprio il G.D. alla guida del mezzo il giorno e nell’orario in cui è avvenuto l’incidente.

Solamente in serata il giovane probabilmente resosi conto di aver fornito ai poliziotti una versione dei fatti non sostenibile, confessava di essere il colpevole, dicendo di essere stato preso dal panico.

Considerati i fatti il G.D. veniva denunciato per il reato di fuga e omicidio stradale con immediato ritiro della patente di guida come previsto dalla legge.