Quello che doveva essere un momento per ricordare con affetto un amico, si è trasformato in un’occasione d’intolleranza. Su richiesta dei compagni di classe di Stefano Canitano, il diciassettenne morto in seguito a un incidente avvenuto lo scorso 15 novembre, si è tenuta nell’istituto tecnico Sismondi una cerimonia pubblica di commemorazione che prevedeva la piantumazione di un melograno, a significare lo stretto legame con Stefano e come simbolo di rinascita.

In seguito, è stata celebrata una messa nella chiesa di Castellare, dove hanno partecipato anche i genitori dello sventurato ragazzo che avrebbe compiuto 18 anni tra pochi giorni. E proprio durante la funzione religiosa, mentre il parroco all’omelia parlava del grande amore che dentro sé hanno i giovani, una cronista della Nazione è stata aggredita da una studentessa, la cui sconcertante condotta è stata spalleggiata verbalmente da alcune compagne. Con un gesto plateale la ragazza è uscita dal proprio posto, ha strattonato la giornalista in malo modo e ha strappato alcune pagine dell’agenda di lavoro che aveva in mano e dove stava prendendo appunti. L’aggressione è stata accompagnata da offese poi ripetute e sussurrate contro la cronista anche durante la messa. Nemmeno il tradizionale scambio di un gesto di pace ha placato le adolescenti che non contente hanno concluso l’indecente sceneggiata intimando bruscamente alla cronista di andarsene.

Per il preside si è trattato di un gesto incomprensibile, sbagliato e da condannare senza riserve.