Due vittorie e tre sconfitte nel bilancio dell’ultimo weekend del Pistoia Basket Junior.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 annuncia di aver raggiunto un accordo fino al 30 giugno 2025 con l’ala Maurice Kemp Junior. Il giocatore indosserà la maglia numero 9.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica di aver raggiunto l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con l’ala americana Elijah Childs.
Dal 21 al 24 novembre va in scena la prima tappa della fase eliminatoria della Ibsa NextGen Cup 2025.
Le statistiche rappresentano gli ingredienti dei record e ogni primato dà vita a tantissime curiosità.
As Estra Pistoia Basket 2000 comunica che, in occasione dell’ultima assemblea del consiglio di amministrazione del club, è stato ratificato l’ingresso di una quinta persona che ricoprirà il ruolo di consigliere.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica di aver raggiunto l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con il pivot Luka Brajkovic.
As Estra Pistoia Basket 2000 è lieta di annunciare la firma dell’accordo, fino al 30 giugno 2025, con l’ala/pivot americana, con passaporto lettone, Andrew Smith.
Il centro storico di Pisa è un autentico scrigno di tesori, fra cui fa la sua presenza discreta la Chiesa di San Giorgio ai Tedeschi in via Santa Maria. Si tratta di un edificio annesso oggi al complesso degli Ospedali Riuniti Santa Chiara che, nello scorrere del tempo ha addirittura cambiato nome.
Oggi si chiama San Giorgio degli Innocenti, visto che nel 1414 le sorse proprio accanto l'Ospedale dei Trovatelli. L'innocenza dei bambini cancellò involontariamente il significato della presenza di quella chiesa in quel luogo, ove era stata edificata ben cento anni prima. La data di costruzione dell'edificio romanico in laterizi di cui stiamo parlando si colloca infatti intorno al 1316, un anno dopo la terribile battaglia passata alla storia come l'assedio di Montecatini. In quella occasione le truppe della Repubblica di Pisa guidate da Uguccione della Faggiola, a quei tempi un'autorità in fatto di tattica militare, sbaragliarono le truppe fiorentine e napoletane di Roberto d'Angiò accorse in aiuto dell'alleato toscano.
Si trattava dell'ormai nota disputa fra guelfi e ghibellini, fra potere temporale dei papi ed autorità imperiale che, soprattutto ai nostri lidi, stentava a radicarsi. Pisa era una fedele alleata degli imperatori germanici del Sacro Romano Impero, e dopo aver fatto sua Lucca, cullava il sogno di espandersi nell'entroterra, risalendo tutta la Valdinievole fino a Serravalle. I fiorentini, alleati del Papa, cercarono di opporsi ma nulla poterono contro l'irruenza del esercito rivale che, a dire il vero, poteva contare su una carta vincente. Pochi anni prima era infatti disceso in Italia Arrigo di Lussemburgo, l'imperatore citato da Dante nelle sue opere, che bloccato dalla morte in quel di Buonconvento, aveva lasciato senza 'lavoro' alcune migliaia di mercenari tedeschi giunti al suo fianco.
Quest'esercito senza più un capo ed uno scopo, si trasferì a Pisa, ove i governanti locali capirono subito la grande opportunità che gli si poneva innanzi: quella di poterli usare nei loro disegni di espansione verso l'interno. La cavalleria e la fanteria tedesca rappresentarono un aiuto formidabile per le ambizioni pisane. Pur in netta inferiorità numerica, Pisa riuscì infatti a sbaragliare i nemici, restando padrona della situazione per molto tempo. Nella battaglia i tedeschi non si risparmiarono, come narrano le fonti dell'epoca. Molti di loro caddero in quella che fu una delle più grandi carneficine del medioevo. I corpi di questi soldati di ventura che furono recuperati, furono trasportati a Pisa e sepolti nella Chiesa di San Giorgio ai Teutonici, appositamente costruita.
Oggi la Chiesa, dopo un restauro settecentesco che ne ha in parte snaturato l'essenza originaria, appare comunque come un bell'edificio romanico con campanile a vela, dotato di due finestre bifore per lato, ed abside regolare. Gli storici dell'arte segnalano l'esistenza di questa chiesa per la presenza di un crocifisso ligneo conservato proprio dietro l'altare, che il celebre critico dell'arte Peleo Bacci riuscì ad attribuire ai maestri della scuola tedesco-renana. Inizialmente si era creduto che la scultura lignea fosse stata realizzata 'in loco', ma l'assoluta discrepanza con il fluire stilistico degli esponenti della scuola pisana (Nicola e Giovanni Pisano, Tino da Camaino ed altri) fu compresa ad inizi Novecento dall'esperto d'arte pistoiese, che anzi formulò un'ipotesi suggestiva sull'origine del crocifisso. Bacci sostenne infatti che l'opera d'arte fosse giunta in Italia insieme ad Arrigo del Lussemburgo, che come sovraintendente agli uffici divini aveva portato con sé Balduino di Trier, prelato originario appunto della cittadina al confine fra Lussemburgo e Renania.
Il pathos che esprime la faccia scavata del Cristo, la barba che ne cinge il volto come una grande V e le costole in evidenza sul corpo del Sofferente sono una caratteristica di una scuola artistica, quella renana appunto, che in Italia non trova corrispondenze. (Giancarlo Fioretti)