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VALDINIEVOLE
Legambiente: "In Padule non è una guerra ai cinghiali, ma all'ambiente, Regione blocchi l'intervento"

16/8/2019 - 12:19

Legambiente ainterviene dopo la notizia della caccia ai cinghiali nell'area protetta del Padule.

"La notizia sugli abbattimenti di cinghiali dei prossimi giorni, all'interno dell'area naturale protetta “La Monaca-Righetti”, rappresenta un fatto nuovo di enorme gravità, comprensibile a qualsiasi persona dotata di un minimo buon senso: la caccia all'interno delle aree protette. Lo scorso anno, quando iniziò a delinearsi questo scellerato progetto, parlammo di situazione da “scherzi a parte”, ma adesso sembra che siamo finiti in un film dell'orrore, dai tratti piuttosto reali. E questo per vari motivi tutti estremamente allarmanti.

La prima cosa che balza agli occhi è la totale improvvisazione dell'intervento, da realizzarsi in un'area sensibile e attualmente in modo particolare, a causa degli effetti dei cambiamenti climatici e del periodo: -facciamo presente che ancora possono essere in atto tarde nidificazioni e comunque queste aree, a differenza del resto del “Padule”, mantengono delle zone allagate che danno rifugio agli acquatici, compresi gli uccelli già in migrazione e provenienti da territori lontani migliaia di chilometri. Infatti nell'articolo, si dice che “.. nessuno al momento sa fornire un numero preciso di passaggi di ungulati nella zona..”, il che lascia intendere che non non sia stato fatto ancora uno studio accurato della situazione a pochi giorni dall'intervento già deciso; e questo fatto contrasta fortemente con le linee guida per la gestione del cinghiale nelle aree protette, prodotte dal Ministero dell'Ambiente e dall'Ispra.

In queste ultime si prescrive uno studio accurato, prima di decidere gli interventi, in quanto le aree possono essere occupate dagli ungulati anche soltanto nel periodo venatorio, per poi traferirsi in altre zone. Nel nostro caso la zona che confina in gran parte con le aree protette, è rappresentata da canneti quasi ininterrotti estesi diverse centinaia di ettari, dove gli animali possono facilmente nascondersi.

E un'altra affermazione riportata nell'articolo di ieri, che farebbe sorridere se non fosse per la gravità della situazione, è quella che “... con un paio di battute di caccia i cinghiali si impauriscano e scappino da soli...”. Questo è quanto, secondo gli organizzatori, succederà in un'area estesa oltre 100 ha e in buona parte occupata da canneti allagati.Ma invece, secondo noi, quello che succederà è che sicuramente scapperanno gli uccelli acquatici, anche protetti, sensibili come tutti sanno al disturbo antropico.

E viene perciò da chiedersi: cosa è stato fatto da quando noi già diversi anni fa, tramite il circolo di Legambiente Valdinievole, abbiamo proposto un piano per prevenire i danni degli ungulati, prendendo spunto da iniziative sperimentate con successo, in altre aree della Toscana? E assolutamente incomprensibile, infine, risulta l'affermazione dell'assessore regionale Fratoni riportata nell'articolo, dove si dice che stanno procedendo a gara per l'utilizzo anche delle gabbie/trappola fuori dell'area protetta.

Pare evidente, ancora una volta, che l'intervento segua una logica contraria al buon senso e ad ogni prescrizione tecnica sensata: prima si spara all'interno delle aree protette e poi si mettono le gabbie all'esterno.Per questo, tutto ciò premesso,

Chiediamo alla Regione Toscana, insieme al Comune di Ponte Buggianese, alla polizia provinciale di Pistoia, al Consorzio di Bonifica e all'Ambito Territoriale di caccia:

- che venga immediatamente bloccato l'intervento, in quanto rischia di spaventare solo la fauna protetta presente in un periodo non lontano dalle aperture della caccia, previste anche grazie alla deroga concessa come ogni anno dalla Regione Toscana;

- che invece l'intervento venga effettuato solo all'esterno delle aree protette e preferibilmente con mezzi non cruenti, magari dopo aver effettuato attività di studio e monitoraggio, in grado di garantire interventi appropriati;- che solo dopo, siano previsti interventi all'interno delle aree protette, ed esclusivamente con metodi non cruenti e in periodi al di fuori di quello venatorio, compatibili con le attività di conservazione svolte all'interno delle aree in oggetto.

Nel caso si proceda a effettuare battute di caccia all'interno delle aree protette suddette, che violino le normative vigenti in materia, valuteremo l'opportunità di intraprendere azioni legali a tutela della fauna presente, danneggiata dal disturbo incautamente provocato".

Fonte: Legambiente
 
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