L’ultimo weekend di gennaio porta in dote una piacevole novità per il Pistoia Basket Junior.
Podisti della Silvano Fedi impegnati, questo weekend, quasi esclusivamente nella “Montecatini Half Marathon”, con buoni piazzamenti e un bello spirito di squadra.
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La diciassettenne Virginia Martelli, che vive con la famiglia a San Baronto, ha conquistato, per il secondo anno consecutivo, il gradino più alto del podio.
Si è svolta domenica 26 gennaio presso la piscina intercomunale Larciano-Lamporecchio, la seconda tappa della ventiduesima edizione del Campionato interregionale di nuoto-Trofeo Giacomo Di Napoli.
Erano circa 600 i partecipanti alla sesta edizione della gara podistica <<Half Marathon Città di Montecatini Terme>>, sulla classica distanza di km 21,098 e organizzata alla perfezione dalla società Montecatini Marathon.
L’Ippodromo Snai Sesana torna protagonista in questo nuovo anno aprendo i battenti, anche questa volta, alla ‘Half Marathon città di Montecatini Terme’.
Consueto punto settimanale sull’attività del Pistoia Basket Junior che chiude un weekend particolarmente positivo. Di seguito il resoconto delle varie partite disputate dalle squadre biancorosse del settore giovanile.
La famiglia polacca di nove persone fu assassinata dai tedeschi per aver dato rifugio ai vicini di casa ebrei.
Raccontami un libro, di Ilaria Cecchi
Uno studio innovativo e alternativo, che potrebbe introdurre nuove modalità di contrasto al Covid-19 e ridurne la diffusione. È la ricerca portata avanti dal prof. Moreno Michelotti di Buggiano, da tempo impegnato nel comparto edilizio e in quello delle invenzioni industriali. L’analisi, nata tre anni fa, riguarda soprattutto la mitigazione delle emissioni gassose in atmosfera (particolato Pm10), ma i risvolti potrebbero rappresentare un punto di partenza su cui ragionare per attenuare la diffusione del coronavirus.
Il professore è convinto della simbiosi sussistente fra il particolato presente in atmosfera e il virus: “Quest’ultimo - spiega - è un microrganismo acellulare parassita, bisognoso di un ospite dove vivere, così aggressivo da aderire a tutti i materiali inorganici e organici, pertanto anche alle micro particelle di particolato misurabili in nanometri, la milionesima parte di un millimetro. Il Pm10 (particolato della dimensione di appena 10.000 nanometri) e il virus (50 nanometri) entrano in contatto ed essendo il virus duecento volte più piccolo, vi aderisce generando quello che ho definito “effetto zecca”.
In tal modo il particolato potrebbe ospitare anche centinaia di virus che lo colonizzano, trasformandolo in un vero e proprio "autobus" che si libra in aria: “Viene portato dal vento e trovando l’ambiente consono per rimanere in vita potrebbe percorre anche distanze notevoli”. È per questo che il contagio deve essere aggredito in tutti i contesti: “Sia quelli interni che quelli esterni - va avanti il professore - ma soprattutto negli ambienti pubblici: negozi, studi professionali, ristoranti, bar. Ritengo che una fonte importante di trasmissione del virus avvenga proprio in questi luoghi”.
Come si ostacola la diffusione allora? La soluzione di Michelotti è duplice: “Col continuo movimento del flusso interno dell’aria in modo che l’invisibile particolato/virus subisca uno stress termico e sia obbligato a seguire un percorso più lungo prima di trovare lo sfortunato ospite. In definitiva sarebbe risucchiato da un sanificatore di aria ad alta tecnologia che la purificherebbe totalmente. La seconda, un po’ più complessa, da attuarsi solo negli ambienti più importanti, si basa sul moto generato dal sovradimensionamento dell’impianto di estrazione dell’aria dal locale, che creerebbe una pressione minore di quella esterna (depressione) così che l’aria (particolato e virus) sarebbe aspirata, sanificata ed espulsa all’esterno. Gli ambienti aperti al pubblico sono già dotati di impianto di questo tipo: si tratterebbe solo di aumentare l’effetto così da generare un costante movimento dell’aria in grado di rimuove tutte le impurità di particolato e virus”.
Un altro tema di cui si dibatte è quello della sanificazione ambientale. Le amministrazioni comunali si sono divise: è utile oppure no? Anche su questo punto l'architetto Michelotti è chiaro: “Il virus aderisce a tutto dal momento che le superfici che ci appaiono lisce, per il virus sono ricche di interstizi e cavità. Da qui la necessità di sanificare tutti gli elementi: strade, facciate, marciapiedi, alberi e piante, anche con l’idropulitura e il lavaggio con semplice acqua”.
Secondo Michelotti attivare questi tre semplicissimi accorgimenti potrebbe rappresentare una buona azione di contrasto al Covid-19: “Occorre la sanificazione giornaliera di tutti gli spazi pubblici e privati esterni; la predisposizione di ventil-convettori con predisposizioni alla sanificazione attuando la circolazione forzata dell’aria negli spazi interni aperti al pubblico; l’attuazione della pseudo pressione negativa per tutti gli esercizi commerciali di superficie maggiore di 200 metri quadrati e per tutti gli edifici pubblici”.
Il progetto generale del professore è andare oltre l’elemento squisitamente tecnico: “Il sistema potrebbe essere adottato anche in vista della futura riapertura, anche se parziale, di negozi, artigiani, fabbriche, da attuare immediatamente, ma soprattutto in vista di quando gli immunizzati guariti dal virus saranno i primi a riprendere l’occupazione. Si tratterebbe, di fatto, della sanificazione delle postazioni di lavoro”.
Cliccando sull'allegato in pdf si può scaricare lo studio completo realizzato dal prof. Moreno Michelotti.
di Giacomo Ghilardi