L’ultimo weekend di gennaio porta in dote una piacevole novità per il Pistoia Basket Junior.
Podisti della Silvano Fedi impegnati, questo weekend, quasi esclusivamente nella “Montecatini Half Marathon”, con buoni piazzamenti e un bello spirito di squadra.
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La diciassettenne Virginia Martelli, che vive con la famiglia a San Baronto, ha conquistato, per il secondo anno consecutivo, il gradino più alto del podio.
Si è svolta domenica 26 gennaio presso la piscina intercomunale Larciano-Lamporecchio, la seconda tappa della ventiduesima edizione del Campionato interregionale di nuoto-Trofeo Giacomo Di Napoli.
Erano circa 600 i partecipanti alla sesta edizione della gara podistica <<Half Marathon Città di Montecatini Terme>>, sulla classica distanza di km 21,098 e organizzata alla perfezione dalla società Montecatini Marathon.
L’Ippodromo Snai Sesana torna protagonista in questo nuovo anno aprendo i battenti, anche questa volta, alla ‘Half Marathon città di Montecatini Terme’.
Consueto punto settimanale sull’attività del Pistoia Basket Junior che chiude un weekend particolarmente positivo. Di seguito il resoconto delle varie partite disputate dalle squadre biancorosse del settore giovanile.
Sabato 1 febbraio è in programma l'inaugurazione della mostra "Caos, lo spazio alla parola".
La famiglia polacca di nove persone fu assassinata dai tedeschi per aver dato rifugio ai vicini di casa ebrei.
Riparte a pieno l'attività culturale del circolo Arci di Vellano dopo l'emergenza coronavirus e riparte monitorando la presenza del cinipide sui castagni che ricoprono le montagne del pesciatino e della Toscana centrale in generale. Sull'argomento, molto sentito dai coltivatori locali che producono farina di castagne di alto pregio, Roberto Franchini rende noto un documento appositamente predisposto dall'istituto lucchese per la documentazione sul castagno e la ricerca forestale, in modo di dare una risposta altamente qualificata in materia:
In questa stagione i castagni stanno emettendo nuove foglie e nuovi getti e come ogni anno si parla dei danni prodotti dalle galle dovute al cinipide (Dryocosmus koriphilus). Dare una valutazione sulla presenza e sui danni prodotti dal cinipide del castagno richiede però un’analisi attenta della situazione e soprattutto il tener conto di aspetti specifici variabili da areale ad areale e di alcuni dati che i ricercatori cercano di render noti al mondo dei selvicoltori e degli appassionati è imprescindibile. In primo luogo va chiarito che l’introduzione del parassitoide Torymus sinensis (l’insetto buono che si nutre delle larve del cinipide) non può produrre la totale scomparsa del cinipide stesso, ma può solo limitarne numericamente la presenza. In natura infatti è molto difficile che il predatore ‘distrugga’ totalmente la popolazione della sua preda e ciò per il semplice motivo che, mancando la preda, il predatore stesso si estinguerebbe. Quindi nei castagneti, anche dopo i lanci del Torymus, le galle saranno sempre presenti, probabilmente con annate o periodi di maggior infezione ed annate di minor presenza. Si viene cioè a creare una canonica fluttuazione ciclica delle due popolazioni di insetti. Chiarito questo aspetto si deve aggiungere che per valutare quale sia l’effetto delle galle sulla fogliazione e sulla fioritura si deve aspettare ancora qualche settimana, infatti è ancora troppo presto, dato il periodo stagionale, per poter osservare la completa crescita e distensione delle foglie e quindi anche per valutare in pieno la posizione e l’effetto che la presenza delle galle può avere non solo sulla chioma, ma anche e soprattutto sull’allungamento dei nuovi getti (rametti). Infine deve essere chiarito un aspetto importantissimo, che purtroppo viene spesso trascurato. Se si osservano piante coltivate in modo corretto ed in buon stato di salute, si vede che esse reagiscono molto meglio all’attacco del cinipide rispetto alle piante che versano in cattivo stato vegetativo. I meccanismi fisiologici che permettono ai castagni di reagire al cinipide sono tutt’ora oggetto di studio, ma è un fatto che allo stato attuale le zone d’Italia in cui la coltivazione del castagno è praticata con maggiore attenzione ricorrendo alle corrette potature, alla concimazione e quando possibile gestendo castagneti siti in luoghi poco soggetti alla siccità, i risultati sono di gran lunga più incoraggianti. E’ quindi molto fuorviante valutare l’impatto del cinipide su castagneti in totale abbandono e siti in luoghi che, con il cambiamento del clima, sono ormai eccessivamente caldi e secchi. Spesso in questi luoghi si ha una maggior infestazione anche di altre malattie, ad esempio il cancro corticale. Fatalmente, in tali situazioni, anche se i lanci del Torymus sono stati fatti, si osserveranno molte galle in grado di danneggiare pesantemente le foglie e i nuovi getti. Sarebbe molto importante che gli enti preposti facessero un serio sforzo per diffondere le buone pratiche di coltivazione, in mancanza delle quali, con i patogeni presenti e le condizioni climatiche attuali, lo stato di salute dei castagni, sovente, non può che risultare mediocre.