Uno scatolone pieno di banconote false, oltre a orologi Rolex e alcuni monili in oro. Tutto ciò è stato ritrovato nelle 11 perquisizioni avvenute nei giorni scorsi nei confronti di sei persone appartenenti alle etnie Rom e Sinti residenti nei comuni di Buggiano, Ponte Buggianese e Chiesina Uzzanese.

Per cinque di loro è scattato l'arresto per furto (uno di loro è anche accusato di spaccio di stupefacenti), mentre una sesta persona è al momento ancora ricercata.

I sospetti a carico dei cinque fermati sono pesanti:sono stati infatti accusati di aver commissionato diversi furti ai danni di esercizi commerciali, oltre che di auto e di moto. Tra queste, con ogni probabilità, anche una Suzuki di grossa cilindrata, utilizzata poi da altri criminali per la rapina a mano armata dello scorso 28 agosto alla farmacia Morganti di Ponte all'Abate, nonché per il furto al ristorante “La Corte” di Pescia il 27 settembre.

Gli inquirenti, dopo lunghe e delicate indagini partite nell'estate scorsa, sono riusciti a ricostruire l'intreccio criminale organizzato con ogni probabilità dai cinque soggetti arrestati. In particolare destano molto sospetto i circa cinque milioni di euro falsi ritrovati nell'abitazione di uno di loro; soldi falsi che, secondo gli inquirenti, servivano a portare a termine truffe ai danni di ignari venditori di auto e altre beni di consumo. 

E' il capo della squadra mobile pistoiese Antonio Fusco a spiegare le modalità delle truffe in questione: “Questi soggetti organizzavano trattative per la compravendita di auto o altri tipi di beni. Una volta all'appuntamento con il venditore, erano soliti consegnare in mano un anticipo di qualche migliaia di euro, questi non falsificati. Una volta firmato il passaggio di proprietà, i truffatori consegnavano in maniera sbrigativa le buste piene di banconote false, per poi scappare e far perdere proprie tracce. Stiamo ancora indagando, ma sospettiamo che questa attività abbia fruttato loro molti molti soldi”.

di Francesco Storai