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Rispondo al lettore che ha pubblicato il suo punto di vista in merito al camioncino dei panini . Io penso che volevano semplicemente dare un servizio alle persone che uscendo dalla discoteca possono avere .....
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VALDINIEVOLE STORICA
Bruno Fanciullacci: un eroe scomodo, un partigiano vero
di Giancarlo Fioretti

15/5/2016 - 17:14

Prima di versare una sola goccia d'inchiostro a proposito del 'pievarino' Bruno Fanciullacci, è necessario quanto mai fare una premessa: Bruno Fanciullacci è stato, oltre che un partigiano, un eroe. Se oggi tutti quanti possiamo leggere i libri che vogliamo, votare il partito che vogliamo, esprimere qualsiasi opinione politica, lo dobbiamo anche e soprattutto a uomini come lui, che per lasciare ai posteri la libertà non esitarono a prendersi delle responsabilità umane e politiche davvero importanti. Il suo nome è infatti indissolubilmente legato all'azione partigiana più significativa da lui compiuta: l'eliminazione del filosofo Giovanni Gentile, avvenuta a Firenze nell'aprile del 1944.

 

A Firenze Bruno giunse che era ancora un ragazzo dalla natìa Pieve a Nievole. Suo padre Raffaello era un artigiano. Si occupava di lavori di falegnameria in un bugigattolo al piano terra di una vecchia colonica. Con sua moglie Rosa avevano messo al mondo sei figli. L'allegria in casa non mancava ma neppure la miseria. Le ristrettezze erano dovute anche al fatto che Raffaello non nascondeva affatto le sue simpatie per il Partito Socialista. Tacciato come un disfattista durante il periodo della Grande Guerra, con l'avvento del fascismo nel 1922 fu letteralmente ridotto alla fame.

 

I fascisti pievarini avevano decretato le loro 'sanzioni' verso tutti i lavoratori di fede socialista o comunista. E nessuno osava 'violarle'. Pieve a Nievole, oltretutto. era sede di un Fascio particolarmente violento, aggressivo e organizzato. Non per altro, giova ricordare che l'aggressione al deputato Amendola avvenne proprio a Pieve e che, anni dopo, molti fascisti pievarini non esitarono a seguire Mussolini nel suo ultimo spettacolo della Repubblica Sociale. Per la famiglia Fanciullacci lasciare la terra d'origine fu praticamente un obbligo. Raffaello trasferì la sua famiglia a Firenze, trovando casa nel popolare quartiere di San Frediano, in via Santa Maria.

 

Qua trovò ben presto lavoro in una delle tante botteghe artigiane fiorentine, sempre pronte ad accogliere con umanità chi vuol vivere d'arte e d'ingegno. Tutti i membri della famiglia si misero al lavoro. Bruno fu assunto come garzone in una latteria nei pressi di via Pisana. In seguito, trovò impiego come facchino e ragazzo d'ascensore all'Albergo Cavour, nel centro di Firenze. Passeggiando in San Lorenzo, il quartiere del popoloso mercato, qualcuno gli indicò la casa ove risiedeva Spartaco Lavagnini, il ferroviere comunista trucidato dagli squadristi in camicia nera anni prima. Questo 'toccare con mano' i luoghi dei misfatti dei seguaci del duce, probabilmente acuì la sua sete di giustizia. Aderì a un'associazione mazziniana di cui facevano parte anche Danilo Dolfi e Cesare Massai. Ben presto tale associazione indirizzò le sue simpatie verso il comunismo.

 

Alla viglia della visita di Hitler in Italia, con tappa anche a Firenze, i delatori del regime furono sguinzagliati a destra e a manca. Fanciullacci fu indicato come sovversivo e l'Ovra, la polizia politica fascista, lo catturò. Fu tradotto dapprima al carcere di Lucca, poi a Castelfranco Emilia, dove scontò sette anni di condanna solo per reati d'opinione. Quando il regime iniziò la sua parabola discendente, per ingraziarsi la popolazione concesse la libertà a molti detenuti politici, fra cui lo stesso Fanciullacci, che riuscì a tornare a Firenze e ad essere assunto alla Fiat di San Jacopino.

 

L'8 settembre lo colse in fabbrica. Il 9 era già in clandestinità a dirigere uno dei Gruppi di Azione Patriottica (Gap) operanti in riva all'Arno. In Italia c'era la guerra civile e Firenze, culla del futurismo prima e del nazionalismo poi, era diventata la città in cui forse più roboante era la propaganda della neonata Repubblica Sociale Italiana (non dimentichiamoci che il segretario del Pfr ed ex ministro della cultura popolare Pavolini era proprio di Firenze). Per le strade si sparava e si moriva da ambo le parti. E quando i Gap decisero l'eliminazione del professor Giovanni Gentile, reo di aver aderito alla Rsi dando a questa entità statale una giustificazione salvifica, Fanciullacci non esitò a prendersi le proprie responsabilità. Con un altro partigiano, Antonio Ignesti, attese il filosofo al cancello della villa di Montalto, al Salviatino sulle incipienti colline di Firenze. Una serie di colpi d'arma da fuoco portò a termine quella che, in quel momento, era una pura necessità storica (anche secondo il pensiero hegeliano tanto caro a Gentile).

 

Le camicie nere lo sospettarono sin da subito. Fu anche arrestato dalla Banda Carità (delinquenti comuni al servizio della Rsi) e torturato. Ricoverato all'Ospedale di Santa Maria Nova, fu fatto evadere dai suoi compagni d'arme. Prima di essere catturato di nuovo in piazza Santa Croce, fece in tempo a far evadere dal carcere di Santa Verdiana 14 detenute in attesa di fucilazione o di deportazione in Germania nei campi di sterminio.

 

Si gettò da una finestra di Villa Triste, in via Bolognese, suicidandosi pur di non rivelare i nomi dei suoi compagni partigiani agli aguzzini che lo stavano tormentando.


Come al solito, libro, luogo lascito morale.
LIBRO: Francesco Perfetti, Assassinio di un filosofo, Le Lettere 2004, Firenze. Un libro politicamente collocato sul versante conservatore ma di grande spessore ed agevole lettura.
LUOGO: Villa Triste, via Bolognese Firenze. Davanti ai suoi cancelli mediti chi non si riconosce nei valori della Resistenza.ù
LASCITO MORALE: Il coraggio va abbinato all'azione.

 

di Giancarlo Fioretti

 
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24/4/2019 - 8:39

AUTORE:
dante-sco

Le riesumazioni,specialmente se storiche, hanno spesso il sapore di mera propaganda e non di analisi storica. Ed é assolutamente putrido che i co- fideisti di un'ideologia che ha al suo attivo le stragi comuniste nell'Italia "liberata", nell'allora URSS, Cambogia di Pol Pot, Cina della rivoluzione culturale, di Praga, Danzica, Berlino, Budapest si ergano a moralisti giustificando un bieco assassino che non andava torturato da un'altra banda criminale, quella di Mario Carità, ma affidato ad un tribunale con l'imputazione di omicidio premeditato. Ma c'è anche da osservare che chi si é illuso nel futuro paese del Bengodi e non ha aperto la mente che al suo sogno, o incubo, non sappia guardare al di la del proprio naso e viva di sole forti sensazioni, per lo più odiando il nemico data l'incapacità di confrontarsi con quello e raggiungere
una sintesi di giustizia e democrazia. Mario Carità e Bruno Fanciullacci, due assassini accomunati da stesse ideologie di diverso colore.

23/4/2019 - 19:16

AUTORE:
antonio

nel 75° anniversario della sua morte siano resi ONORE E GLORIA al compagno partigiano BRUNO FANCIULLACCI che, immolando la sua giovane vita, ci ha fatto dono del bene più prezioso, la libertà.
ORA E SEMPRE RESISTENZA !

p.s. il 17 Luglio, giorno della sua morte, donate un pensiero a questo grande figlio della nostra terra. è un gesto dovuto al ricordo del suo sacrificio.

10/8/2016 - 12:39

AUTORE:
Riccardo

Quindi uccidere,con l'inganno, un uomo indifeso, è sufficiente per avere l'appellativo di "eroe"? Per me è solo un criminale.

1/6/2016 - 17:30

AUTORE:
antifascista

Educhiamo le giovani generazioni sul nostro recente passato e sulla lotta che ha portato alla nascita della Repubblica democratica di cui domani ricorre il settantesimo compleanno. Magari a qualcuno 70 anni possono sembrare tanti ma nello scorrere della storia sono un battito. Allora guardiamoci intorno , gli xenofobi nazionalisti al 50% in Austria , sfilate neo naziste in Germania , il Fronte Nazionale primo partito di Francia , Alba Dorata in Grecia , sfilate in camicia nera in tutta la Scandinavia , fronti nazionalisti al potere in Polonia e Ungheria , Casapound e xenofobi in camicia verde in Italia , uomini vestiti di nero che in nome di un loro personalissimo Dio mettono a ferro e fuoco Africa e Asia .... Questo è un clima che non promette niente di buono per i nostri figli , ricordiamo , educhiamo , non abbassiamo mai la guardia .

1/6/2016 - 15:16

AUTORE:
Riccardo D.

Auguriamoci tutti che i nostri figli non debbano più vedere uomini in camicia nera, oppure rossa. Per il bene della civiltà intera.
Auguro, alle future generazioni, un avvenire di pace, democrazia parlamentare, e di gioia. Con la viva speranza che le parole Fascismo e Comunismo, in futuro, si possano trovare soltanto nei libri di Storia.
In una democrazia parlamentare, si può anche dissentire, ed avere, su alcune questioni, delle opinioni discordi.
Buona vita!

31/5/2016 - 16:52

AUTORE:
antifascista

" ho citato l'uomo non il politico " ... Quale la differenza ? Quanto sarebbe piaciuto a Macchiavelli , il nostro condottiero ...Sulla storia del Unione Sovietica mi creda sono piuttosto documentato ed anche sul popolo che ha pagato il maggior tributo di sangue nella guerra al nazismo .. per un bel viaggio vado ogni anno ad Auschwitz e medito sugli uomini in doppio petto che hanno fatto finta di non sapere , filosofeggiando e mettendosi ogni mattina una camicia pulita .... nera

31/5/2016 - 14:38

AUTORE:
Riccardo D.

In una democrazia parlamentare ognuno è libero di scegliersi il percorso, e la strada, che preferisce.
Ho citato Walter Benjamin,John Fitzgerald Kennedy, e Matteo Renzi.
Ho citato l'uomo Matteo Renzi, non certo il politico, per mettere in evidenza che le cose, anche in Italia, sono cambiate.
Il cambiamento fa parte della vita, che lo si voglia ammettere oppure no.
E per quanto concerne, "Il popolo, ordinato e silenzioso,alle spalle di un capo che gli indica la strada", Le consiglio vivamente di documentarsi in merito alla storia dell'Unione Sovietica.
Oppure di farsi un bel viaggio in Corea del Nord, con un biglietto di sola andata, naturalmente.
Cordiali Saluti.

30/5/2016 - 17:41

AUTORE:
antifascista

Dopo tutte queste perle di saggezza che il dotto Riccardo ha voluto donarci , l'ultima è veramente la sfolgorante conclusione del suo percorso storico accademico. Il popolo , ordinato e silenzioso , alle spalle del vate Matteo che ci indica la strada ..... da un vate eravamo partiti ... ad un vate siamo tornati... corsi e ricorsi storici.

28/5/2016 - 9:17

AUTORE:
Riccardo D.

"Il futuro è un luogo bellissimo,
andiamoci insieme".
- Matteo Renzi -

28/5/2016 - 9:14

AUTORE:
Riccardo D.

"Il cambiamento è una legge della vita, e coloro che si ostinano a guardare sempre solo al passato, o si concentrano unicamente sul presente, possono essere sicuri di perdersi il futuro".
- John Fitzgerald Kennedy -

28/5/2016 - 9:10

AUTORE:
Riccardo D.

"C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradio, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che gli non può chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta."
- Walter Benjamin -

26/5/2016 - 20:19

AUTORE:
Pier Luigi Visani

Occorre essere grati a Fanciullacci per il fatto di aver fatto capire cosa sarebbe diventata l'Italia se avessero prevalso quelli come lui.

26/5/2016 - 11:49

AUTORE:
Riccardo D.

L'analisi storica è una cosa.
La politica è un'altra questione.
Son due cose ben distinte.
Da non confondere.

26/5/2016 - 11:20

AUTORE:
Marco Conti

L'uccisione di chi ha sostenuto attivamente un regime che annichilì le poche libertà statutarie dell'epoca, che fece della guerra d'aggressione il perno della sua politica estera. L'uccisione di chi sostenne la politica di guerra della RSI obbligando migliaia di giovani e migliaia di famiglie a sopportare ancora sofferenze inimmaginabili mentre se ne stava bello pasciuto a Firenze senza saper cosa volesse dire patire la fame, la deportazione, la tortura sulla propria carne e i propri cari. L'uccisione di chi ha piegato la filosofia e la cultura umanista a interessi del regime imperante.
L'uccisione di questa persona irresponsabile per mano di chi ha avuto il coraggio di prendersi delle responsabilità di fronte alle sofferenze che lo circondavano è stato un dovere morale e civile da rivendicare. Un atto responsabile in un Paese che ha fatto dell'irresponsabilità la caratteristica della sua storia passata e attuale sia a livello politico che, peggio ancora, culturale a accademico.

26/5/2016 - 11:06

AUTORE:
Luca

A questo punto rispondo ai 2 esponenti che sostengono a spada tratta qualunque azione della Resistenza come se fosse sempre e comunque giustificata.
Non sono né fascista né revisionista, del resto la risposta dell'antifascista dimostra soltanto la propria mentalità ristretta tipica di chi ragiona soltanto con la testa del "soviet supremo" ed è capace di vedere soltanto il rosso e il nero nelle ideologie delle persone; ho condannato un atto che oltretutto è stato condannato da molti esponenti della Resistenza stessa, perché l'attentato a Gentile è stato sbagliato sia dal punto di vista morale che militare....tante cose sono state sbagliate in quegli anni, la Resistenza ha avuto ben altri eroi.
Parlate delle vite umane salvate da quelli che furono i veri eroi della guerra civile, non delle rappresaglie politiche del partito comunista

26/5/2016 - 9:58

AUTORE:
ANDREA D.G.

A rimanere basito sono io, insieme a tanti compagni, suppongo, nel leggere commenti revisionisti e fuori luogo. Il tempo che passa aiuta a dimenticare la realtà, evidentemente. La quale realtà non può prescindere dal fatto che un personaggio come Gentile fosse moralmente ed eticamente responsabile di quello che è stato il ventennio più tragico della storia unitaria italiana. In un clima come quello degli anni della guerra civile, poi, che altro poteva succedere, che Fanciullacci e compagni mettessero dei fiori nei loro cannoni ? Onore a Fanciullacci ed ai compagni caduti. Ora e sempre resistenza.

26/5/2016 - 9:41

AUTORE:
Riccardo D.

Il Fascismo e il Comunismo sono due volti anti etici della stessa medaglia, che hanno condotto l'umanità a delle dittature e, in alcuni casi, a dei totalitarismi aberranti. Giovanni Gentile, era uno studioso, privo di una qualsiasi scorta armata. E, per inciso, l'Italia è stata liberata dall'esercito degli Stati Uniti d'America, con alcuni alleati al seguito. Al contempo l'Italia, dal 1943 al 1945, ha dovuto assistere ad una sanguinosa guerra civile. Qui si ferma l'analisi storica. Che poco ha a che vedere con l'analisi politica.
Per inciso, combattere contro le dittature, di qualsiasi colore esse siano, è un dovere di ogni cittadino che crede nella libertà, e nella democrazia. Quest'ultimo è un concetto politico, non è certo un'analisi storica, le due cose son ben distinte. Fermo restando che l'uccisione di un Filosofo disarmato è, sempre e comunque, un atto deprecabile.

25/5/2016 - 19:15

AUTORE:
antifascista

Da due commentatori precedenti viene ripetuto il concetto che se avessero preso il potere le forze di ispirazione comunista l'Italia sarebbe sprofondata nel baratro della dittatura . Ma scusate se invece avesse vinto la parte a cui aveva aderito il nobile filosofo ? Se avesse prevalso il governo fantoccio di Salò , voluto dalla dirigenza nazista , per meglio procedere in razzie e rastrellamenti ? Era legittimo o no combattere questo esercito comandato da un gruppo di sanguinari assassini teorici della " soluzione finale " ? Come fu possibile che un uomo di studi quale Gentile , dopo aver avvalorato venti anni di dittatura , nonostante tutti avessero capito che il fascismo era finito e che appoggiare Salò voleva solo dire appoggiare il nazismo , si sia schierato con la RSI ? Semplice perché era un nazifascista superconvinto ! Secondo voi pensava che le leggi razziali fossero un innocente diversivo ? Che in Polonia ci fossero dei camping estivi ? Non era un chierichetto , no per niente !

23/5/2016 - 22:36

AUTORE:
Luca

Leggere parole del genere fa capire veramente che tra le fila partigiane militavano anche criminali, perché una persona che uccide un filosofo del calibro di Gentile non so come altro chiamarlo.
E' stata una guerra civile dove si sono visti atti vergognosi da ambo le parti e rimango veramente basito da come il sig. Fioretti riesca a dare dell'eroe a un personaggio che uccise a sangue freddo una persona disarmata e priva di scorta.
Già, perché in queste righe è stato omesso il fatto che il commando dei 2 gappisti Ignesti e Fanciullacci spararono a una persona completamente inerme, atto che tralaltro fu condannato anche da molti esponenti della resistenza.
Ringrazio soltanto che a uomini del genere non fu consentito di prendere il potere, altrimenti l'Italia avrebbe semplicemente cambiato "padrone" passando da una dittatura fascista ad una dittatura comunista.

23/5/2016 - 15:37

AUTORE:
Riccardo D.

Fioretti, quando assisto attraverso alcune relazioni, come quella di cui Lei si è fatto promotore, pur provenendo da una famiglia Comunista, mi vien voglia di baciare le foto di Alcide De Gasperi, Amintore Fanfani, e Giulio Andreotti, congiuntamente alla bandiera a stelle e strisce.
Ciò che ha scritto, a distanza di tantissimi anni, ci fa capire una cosa soltanto che, nel caso in cui i Comunisti avessero dovuto prevalere all'epoca, saremo saltati direttamente da una dittatura all'altra - dalla padella nella brace -. E mi scusi tanto del fatto che io stesso provenga da una famiglia Comunista; ma vede, sono nato in uno Stato dove è in vigore una democrazia parlamentare, non son mica nato in uno stato dove vige una democrazia del popolo, di vecchio stampo Sovietico, ed è proprio alle insegne della nostra democrazia parlamentare Italiana, e non, che mi sento legato, per tutta la vita.
Cordiali Saluti.

23/5/2016 - 15:36

AUTORE:
Riccardo D.

L'uccisione di un uomo è una sconfitta per tutta l'umanità, chi uccide un uomo uccide un Universo.
Nel caso del compianto Giovanni Gentile stiamo parlando di un uomo con la U maiuscola, uno studioso di fama Internazionale, ancora intatta, le opere di Gentile sono sopravvissute alla sua morte, e resteranno immortali.
La riforma Gentile, inerente alla scuola pubblica, pur con i suoi limiti e le sue contraddizioni, resterà per sempre nel Pantheon della cultura Italiana,e non.
Uccidere un filosofo, un uomo indifeso per giunta, è un atto eroico.
Molta acqua è passata sotto i ponti dalla guerra civile Italiana, e dobbiamo assistere allo spettacolo di alcune persone, come Lei, che continuano a buttare, scelleratamente, benzina sul fuoco.

23/5/2016 - 15:34

AUTORE:
Riccardo D.

Caro relatore.
Son rimasto basito quando ho letto queste testuali parole, che Lei ha scritto in questa missiva: “Fanciullacci non esitò a prendersi le proprie responsabilità. Con un altro partigiano, Antonio Ignesti, attese il filosofo al cancello della villa di Montalto, al Salviatino sulle incipienti colline di Firenze. Una serie di colpi d'arma da fuoco portò a termine quella che, in quel momento, era una pura necessità storica.”
L'uccisione di un uomo, è una pura necessità storica?
Nell'anno di grazia 2016, dobbiamo ancora confrontarci con delle persone, come Lei, che definiscono l'uccisione di un uomo una pura necessità storica.
Fioretti, chi Le scrive è un laureato in Storia - Indirizzo Contemporaneo -, che ha alle spalle alcune pubblicazioni in merito, Le sta scrivendo un uomo di sinistra, seppur moderata, proveniente da una famiglia Comunista, profondamente disgustato dalle sue parole.

22/5/2016 - 15:59

AUTORE:
Un'altro Giovanni

Mi dissocio da lei per la cronistoria della morte del mite filosofo pilastro della cultura italica.
lei vuol vedere nell'atto la SUA storia fatta da irresponsabili mentre i veri sono stati quelli che lei chiama fascisti,tra cui anche questo signore vecchio o giovane che fosse.
Le conseguenze di codesti irresponsabili si sono ereditate ,per ancora molte generazioni,e poco importa che ,per loro scelte,ci sono stati 472.000 morti,certamente non tutti filosofi!

16/5/2016 - 11:25

AUTORE:
Giovanni

L'uccisione del filosofo Giovanni Gentile è stato, a mio parere un atto inutile e una pagina poco limpida della Resistenza italiana egemonizzata dal Pci. L'eliminazione di un grande filosofo, pilastro della cultura italiana, dopo il suo appello alla pacificazione nazionale, uomo anziano e mite, perchè fascista, fu deplorata da molti esponenti dello stesso CLN. Tristano Codignola del Partito d'Azione scrisse : "Deploriamo l'assassinio di Giovanni Gentile.La violenza,per quanto giustificata come reazione all'altrui violenza, ha un limite oltre il quale si ritorce su di sè medesima: e la brutale eliminazione di Giovanni Gentile ha creato nelle coscienze di noi tutti un disagio che deve essere analizzato senza settarismi e con spregiudicata serenità.(...)La sua uccisione per mano di quattro irresponsabili(...) ha generato una reazione penosa e negativa in vari ambienti antifascisti(...) se non altro per ragioni pratiche e per convenienza politica perchè non poteva sfuggire a nessuno l'odiosità di un simile attentato, perchè era a tutti nota l'opera di moderazione da lui frequentemente svolta e si sapeva che il suo intervento personale era più volte valso a mitigare provvedimenti polizieschi a rimuovere ingiustizie a rimuovere gravi sventure,(...) Ci è particolarmente penoso il pensiero che la sua morte, anzichè monito di giustizia e lavacro di purificazione si riduca a nuovo episodio di sangue incapace di ammaestramento etico". Gentile è stato ucciso per i suoi ideali come Fanciullacci. Sono passati 73 anni e nel rispetto dei due morti mi piace ricordare come il fascista Gentile e il comunista Fanciullacci siano accomunati nella toponomastica di due strade vicine a poche centinaia di metri l'una dal'altra : la prima nel Comune di Montecatini Teme, l'altra a Pieve a Nievole quale testimonianza di due persone che hanno immolato la loro vita per le idee nelle quali credevano. Spero e auspico che la lotta politica tra opposte fazioni, anche se dura e aspra,rispetti anche se non condivise, le ragioni altrui e mai più si arrivi ai nefasti tempi della guerra civile o sessantottini nei quali, da parte dell'estremismo di sinistra, si proclamava "Uccidere un fascista non è reato, la Resistenza ce lo ha insegnato".

15/5/2016 - 17:26

AUTORE:
andrea f.

Storia toccante , colma di umanità e tristezza . Purtroppo quando sono uomini nati sotto la stessa bandiera ad uccidersi l'un l'altro la tragedia è preminente . Guerra civile fu , forse non ancora sedimentata in alcune coscienze . Comunque grazie dottor Fioretti