Valdinievole OGGI La Voce di Pistoia
  • Cerca:
  • 09:12 - 23/12/2024
  • [protetta]
  • [protetta]
  •  

Sicuramente di cattivo gusto abbassare la politica a umiliare la terza carica istituzionale del comune. Ma tant'è che per accaparrarsi un consigliere che viene di fatto escluso dalla maggioranza lo .....
JUDO

Una nuova cintura nera per il Kodokan Montecatini. Sabato 14 dicembre, presso il Palagolfo di Follonica, si sono tenuti gli esami federali della regione Toscana Judo per il passaggio a cintura nera.

BASKET

In arrivo l’ultimo weekend di attività del 2024 anche per il Pistoia Basket Junior che si lascia alle spalle giorni abbastanza positivi con un bel tris di affermazioni tra Under19, 17 e 13.

BASKET

Arrivato a poche ore dalla sfida disputata dall’Estra Pistoia Basket 2000 sul campo della Nutribullet Treviso, e subito gettato nella mischia da coach Zare Markovski, per Maurice Kemp Jr la sua integrazione all’interno del gruppo-squadra biancorosso è stata, gioco forza, rapida e velocissima. 

BASKET

A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica che il consigliere Dario Baldassarri assume l’incarico di responsabile delle relazioni esterne di Estra Pistoia Basket 2000.

PODISMO

Manifestazioni finali per gli atleti della Silvano Fedi in questo positivo 2024. 

PODISMO

E siamo a 6 candeline per la Terme Parkrun l'evento che ogni sabato mattina, con partenza alle ore 9 dalle Terme Tamerici, permette di fare 5 km nella nostra bellissima pineta.

TENNIS

È di Pieve a NIevole il nuovo campione italiano Under 16. Matteo Gribaldo, tennisticamente cresciuto allo Sporting Club Montecatini con Daniele Balducci (e da pochi mesi tesserato per il Tc Pistoia), ha sconfitto in finale a Tirrenia Simone Massellani.

TIRO A SEGNO

L’ultimo impegno agnostico d’importanza nazionale del 2024 ha avuto luogo presso il tiro a segno di Milano nel fine settimana appena trascorsa, dove si sono disputati il Campionato d’inverno e la fase nazionale del Campionato giovanissimi.

none_o

"I miracoli non esistono", un romanzo amaro sul Natale.

none_o

Si chiude il cerchio sul tema “Informazione e disinformazione”, iniziato nel suo primo lavoro, pubblicato nel 2018.

Ferragosto nella valle
quanto caldo che mi assale.

La grande .....
ZODIACO
di Sissy Raffaelli

Oroscopo dicembre 2024.

IL SEGNO DEL MESE
di Sissy Raffaelli

Il segno del mese.

Lotrèk (www. lotrek. it), Digital Agency che guida e supporta .....
Un corso per diventare amministratore condominiale e immobiliare. .....
PISTOIA
Buoni pasti, Confcommercio: "Servono velocemente correttivi su questo metodo di pagamento"

15/2/2020 - 14:45

Il sistema dei buoni pasto è al collasso e se non ci sarà un'inversione di rotta immediata, i dipendenti pubblici e privati potrebbero vedersi negata la possibilità di pagare il pranzo o la spesa con i ticket.
 
È questa la posizione di Fipe-Confcommercio Pistoia – la Federazione in rappresentanza dei pubblici esercizi della provincia – che mette in luce le difficoltà dell’apparato dei buoni pasto che sempre di più grava nelle tasche delle aziende e che necessita di correttivi urgenti.
 
L'attuale sistema, infatti, genera una tassa occulta del 30% sul valore di ogni buono pasto a carico delle attività: in Italia tra commissioni alle società emettitrici e oneri finanziari, i bar, i ristoranti, i supermercati perdono 3mila euro ogni 10mila euro di buoni pasto incassati che accettano.
 
È l'effetto delle gare bandite da Consip per la fornitura del servizio alla pubblica amministrazione, che hanno ormai spinto le commissioni al di sopra del 20%.
 
In seguito al fallimento di Qui!Group nel 2018, la principale società fornitrice di buoni pasto alla pubblica amministrazione, le piccole aziende della ristorazione e della distribuzione commerciale si sono ritrovate con circa 200 milioni di euro di crediti che sarà molto difficile riscuotere.
 
Un danno questo che poteva essere evitato visto che Consip era consapevole già agli inizi del 2017 delle difficoltà da parte della società di rimborsare i buoni pasto e che si aggrava ancora di più se si pensa che ogni giorno in Italia vengono spesi 13 milioni di euro in buoni pasto.
 
Ecco perché i vertici delle associazioni di categoria a livello nazionale – fra cui Fipe-Confcommercio – hanno proposto al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro del Lavoro, la revisione rivedere l’intero sistema con l’obiettivo di garantire il rispetto del valore nominale dei buoni pasto lungo tutta la filiera.
 
“I pubblici esercizi non possono continuare a pagare un debito che non gli appartiene – afferma Moreno Ianda, presidene Fipe-Confcommercio Pistoia.
Così facendo si mette a rischio un sistema che dà un servizio importante ai lavoratori ogni giorno e si mettono in ginocchio le imprese, tra pubblici esercizi, piccola e grande distribuzione commerciale. Nessuno può dimenticare che il buono pasto è un servizio che già gode di agevolazioni importanti in termini di decontribuzione e defiscalizzazione”.
 
 

 
+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

codice di sicurezza Cambia immagine

Inserisci qui il codice di sicurezza
riportato sopra:




18/2/2020 - 14:12

AUTORE:
Gabriele

Mi scusi sig. Giovanni ma non ho capito quale orticello sto difendendo...
Ho semplicemente spiegato che i buoni pasto sono un benefit, che il datore di lavoro può o meno concedere ai suoi dipendenti, a fronte di un risparmio fiscale.
Punto.
C'è chi ce l'ha e chi no, come tante altre cose.

Quanto ai contributi a fondo perduto all'INPS, purtroppo le regole son quelle, d'altro canto se uno versa contributi per due anni e poi smette, per un motivo o per l'altro, dargli la corrispondente pensione di 7/8 euro l'anno sarebbe forse più costoso solo per le spese postali.

Ma stiamo andando fuori tema, mi sembra...

18/2/2020 - 11:27

AUTORE:
Giovanni Bianchi

Scusi Signor Gabriele
tutto vero però non per tutti i lavoratori poi ognuno difende il proprio orticello...come chi lavora qualche anno solamente per glianni lavorati e paga i contributi e niente pensione ma in che paese viviamo?LEI coasa nè pensa.. dio per tuttie ognuno per se?


Buoni pasto o a tutti o a nessuno? “Gruppi e categorie omogenee”





Contatti










Per poter sfruttare al meglio i vantaggi (fiscali e non solo) che derivano dall’utilizzo del buoni pasto, è bene precisare alcuni “dettagli” su cui alle volte si può generare confusione sia, nelle Aziende utilizzatrici del servizio, sia, a livello di Consulenza.

Uno dei punti più trascurati (su cui spesso si tende a sorvolare, evitando di approfondire la materia, offrendo, così, spazio ad interpretazioni ed applicazioni anche molto difformi tra loro), è quello della estensione del beneficio legato al buono pasto, alla generalità dei dipendenti dell’Azienda, piuttosto che ad una sua parte più circoscritta (gruppo, categoria, ecc.).




BUONO PASTO SI MA NON PER TUTTI:

Se, in effetti, quando sono stati introdotti in Italia, i buoni pasto sul finire degli anni Settanta, l’intendimento del legislatore era quello di offrire uno strumento di sostegno del reddito rivolto alla “generalità dei lavoratori” senza particolari distinzioni ne, tantomeno, discriminazioni di sorta; con il passare del tempo la giurisprudenza e la normativa hanno preso, invece, via via, atto del progressivo mutamento nelle condizioni del mercato del lavoro.

Sicché si è assistito ad un progressivo ma sostanziale cambiamento di indirizzo.

In altri termini, viene riconosciuto che, anche all’interno di una singola realtà aziendale, ci possano essere situazioni di lavoro estremamente diverse fra loro; per orari, mansioni, responsabilità, la stessa forma del contratto di lavoro riferito al singolo lavoratore.

Ad oggi, il principio di base di equità e generalità dello strumento è stato ampiamente rivisto se non, addirittura, stravolto, essendo, ormai maggiormente rivolto ad evitare situazioni di “privilegio ad personam” che altro.

Per fruire della detassazione i buoni pasto devono essere rivolti alla generalità dei dipendenti o a categorie omogenee di essi.

Come è stato precisato dall'amministrazione finanziaria (circolare 23 dicembre 1997 n. 326/E e circolare 16 luglio 1998 n. 188/E), per categorie omogenee non devono intendersi solo quelle previste dal codice civile (dirigenti, operai, ecc.), ma anche tutti i dipendenti di un certo tipo, ad esempio tutti i lavoratori con una certa qualifica o di un certo livello.

L'interpretazione data dalla Agenzia delle Entrate è comunque piuttosto flessibile e volta ad evitare che vi siano concessioni di benefits ad personam.

Il responsabile del personale potrà ben ritagliare gruppi omogenei in base alle esigenze aziendali e dei lavoratori.

Si conferma, ai fini della determinazione del reddito di impresa, che l'acquisto dei buoni pasto è completamente deducibile e pertanto (come confermato dalle Entrate nella circolare n° 6 del 3 marzo 2009) non sconta il limite del 75% fissato per le spese di vitto e alloggio dall'articolo 109, comma 5, del Tuir.







Approfondimenti:




Buoni Pasto:
•Buoni pasto o a tutti o a nessuno? “Gruppi e categorie omogenee”

•Buoni pasto… la Normativa per i Liberi Professionisti

•Buoni pasto per le “collaborazioni non subordinate”: Collaborazioni Specialistiche e Volontariato

•Consiglio di Stato: verso l’abrogazione del divieto di cumulo?

•FAQ: Buoni Pasto


Buoni Regalo:


•FAQ: Buoni Regalo


Welfare 2.0:
•Legge di Stabilità 2017: il Welfare Aziendale cresce ancora

•PDR: utilizzo dei buoni pasto e dei buoni regalo nei “Premi di Risultato”






Buono Pasto Elettronico






I LIMITI DELL’AGEVOLAZIONE:

L'agevolazione riguarda sia il regime fiscale, sia gli oneri previdenziali, valendo le stesse esclusioni e limiti dettati dall'articolo 51 del Tuir anche ai fini del calcolo dell'imponibile contributivo (principio di omogeneità fra imponibile fiscale e previdenziale).

Il valore da prendere in riferimento è quello nominale, ossia quello facciale indicato sul buono pasto. Peraltro, ove gli importi complessivi giornalieri fossero più alti di quelli appena citati, gli stessi andrebbero tassati in busta paga e assoggettati ai relativi oneri contributivi, ma solo per l'eccedenza.




L’ORARIO DI LAVORO:

Per il calcolo delle soglie di deducibilità, la normativa non fa alcun riferimento “all’orario di lavoro”; i limiti sono validi, anche per lavoratori part time; non è, quindi, richiesto alcun riproporzionamento in base all'orario di lavoro.

Anzi, le stesse franchigie sono riconosciute anche nel caso in cui l'articolazione dell'orario di lavoro non prevedesse il diritto alla pausa pranzo (risoluzione agenzia delle Entrate 30 ottobre 2006 n. 118; vedi anche art. 285 DPR 207 del 5 ottobre 2010, o anche, DPCM 18 novembre 2005 art. 5, comma

17/2/2020 - 22:13

AUTORE:
Gabriele

I buoni pasto sono dei buoni cartacei od elettronici che vengono dati al lavoratore dal datore di lavoro per sopperire alle spese durante la pausa pranzo e sono utilizzabili per l'acquisto esclusivamente di generi alimentari, alcolici esclusi.

Vengono emessi e gestiti da aziende specializzate, che ne garantiscono la solvibilità e sono preferiti dalle aziende ad un aumento della retribuzione in busta paga, perché la vigente normativa stabilisce che queste erogazioni non sono reddito da lavoro dipendente.
Per questo motivo non sono gravati da oneri previdenziali o contributivi.
Quindi l'azienda risparmia ed il dipendente riceve ugualmente un aumento di retribuzione, solo non in busta paga.
I sindacati, almeno in questo, non hanno colpe se lei non è un dipendente o la sua azienda non intende usufruire delle agevolazioni fiscali.

Certo se poi l'azienda che emette i buoni pasto fallisce… il rischio ricade sui fornitori di beni ma il danno colpisce anche i fruitori: entrambi si ritrovano con dei pezzi di carta in mano senza alcun valore.

17/2/2020 - 11:50

AUTORE:
Giovanni Bianchi

Scusate l'ignoranza,sono per tutti quelli che vanno ai supermercati per fare la spesa? oppure..... Ma chi non ha i buoni pasto i sindacati e chi di dovere dove sono!