Il territorio pistoiese, assieme al resto del nostro Paese, si sta progressivamente attrezzando per affrontare e sconfiggere la drammatica pandemia provocata dal Covid-19.
Dopo le inevitabili misure di emergenza  adottate nei giorni scorsi dalle Pubbliche Autorità, adesso si tratta di sopravanzare l’andamento, in quanto prevedibile, del virus organizzando, nel minor tempo possibile, un’attività di assistenza ai pazienti no-Covid all’interno di strutture sanitarie differenziate rispetto a quelle normalmente  destinate a tutti gli altri pazienti.   
In tal senso risultano orientate le ultime decisioni dei vertici della sanità toscana, mentre città a noi vicine (come Lucca) stanno già adoperandosi per verificare la possibilità di riutilizzare parte dei vecchi reparti ospedalieri, dismessi nel biennio 2013-2014.
Importanti, in questa prospettiva, appaiono le decisioni già assunte da alcune Fondazioni bancarie, fra le quali si segnala quella della Cassa di Risparmio di Firenze, che ha istituito un fondo di 1,5 milioni di euro, stanziati 1,2 milioni di euro per l’acquisto di respiratori e di attrezzature sanitarie e 500.000 euro per l’acquisto di mascherine.
In ambito politico locale è stata espressamente avanzata la proposta di recuperare  una parte dell’ex Ospedale del Ceppo, in particolare un grande padiglione ristrutturato nel 2001 ed abbandonato da alcuni anni.
Non sappiamo se questa possa essere la soluzione adeguata e sostenibile per le straordinarie necessità del momento, ma riteniamo che  meriti di essere verificata prontamente, con il fattivo contributo, tecnico e finanziario, di tutte le istituzioni pubbliche e private pistoiesi.
 
Ivano Paci
Gabriele Zollo
Galileo Guidi
Alessio Colomeiciuc