L’ultimo weekend di gennaio porta in dote una piacevole novità per il Pistoia Basket Junior.
Podisti della Silvano Fedi impegnati, questo weekend, quasi esclusivamente nella “Montecatini Half Marathon”, con buoni piazzamenti e un bello spirito di squadra.
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La diciassettenne Virginia Martelli, che vive con la famiglia a San Baronto, ha conquistato, per il secondo anno consecutivo, il gradino più alto del podio.
Si è svolta domenica 26 gennaio presso la piscina intercomunale Larciano-Lamporecchio, la seconda tappa della ventiduesima edizione del Campionato interregionale di nuoto-Trofeo Giacomo Di Napoli.
Erano circa 600 i partecipanti alla sesta edizione della gara podistica <<Half Marathon Città di Montecatini Terme>>, sulla classica distanza di km 21,098 e organizzata alla perfezione dalla società Montecatini Marathon.
L’Ippodromo Snai Sesana torna protagonista in questo nuovo anno aprendo i battenti, anche questa volta, alla ‘Half Marathon città di Montecatini Terme’.
Consueto punto settimanale sull’attività del Pistoia Basket Junior che chiude un weekend particolarmente positivo. Di seguito il resoconto delle varie partite disputate dalle squadre biancorosse del settore giovanile.
La famiglia polacca di nove persone fu assassinata dai tedeschi per aver dato rifugio ai vicini di casa ebrei.
Raccontami un libro, di Ilaria Cecchi
Lo scorso 21 marzo il consigliere regionale del Pd Marco Niccolai, insieme al presidente della Provincia di Pistoia Luca Marmo, aveva inviato una lettera a Poste Italiane, con una proposta per risolvere il problema dei tanti uffici chiusi sul territorio. L’azienda, però, non ha accolto le idee suggerite. Quindi il consigliere ha inviato una nuova lettera questa volta direttamente ad Agcom.
«Oggi - racconta Marco Niccolai - ho inviato una lettera ad Agcom a Roma per sollecitare un intervento del Garante riguardo alla difficile situazione che moltissimi comuni del nostro territorio stanno riscontrando con Poste Italiane. L’azienda, infatti, dall’inizio dell’emergenza ha deciso, senza consultare o avvertire prima i vari sindaci, di chiudere svariati uffici del territorio. Soprattutto nelle frazioni, e concentrando il servizio nei centri urbani.
Una situazione che sta creando vari problemi. Impedisce a molti cittadini fragili, che non possono spostarsi con facilità, di accedere a un servizio essenziale; e al tempo stesso fa sì che davanti ai pochi uffici rimasti aperti si formino code interminabili, con il rischio di creare assembramenti che sono assolutamente contrari alle indicazioni del governo per il contrasto al Covid19.
Lo scorso 21 marzo, io e il presidente Marmo, avevamo quindi scritto direttamente a Poste Italiane con una proposta concreta per risolvere la situazione: la richiesta all’azienda di definire con precisione quali sono le prestazioni indifferibili (così da scoraggiare i clienti dal presentarsi per prestazioni non essenziali), ma al contempo riaprire, almeno per un giorno a settimana, gli uffici chiusi. Il tutto, ovviamente, garantendo la sicurezza dei dipendenti, cosa che un’azienda come Poste deve essere sicuramente in grado di fare.
La nostra proposta, però, non è stata accolta. Tutto permane invariato, eccetto lo spiraglio di pochi giorni per quanto riguarda il pagamento delle pensioni. Intanto però in tante zone del territorio le difficoltà dovute alla scelta di Poste Italiane, di cui non si conosce ad oggi neanche la conclusione, aumentano.
Quindi oggi ho inviato, come dicevo, una lettera ad Agcom per fare formale istanza di intervento. L’Autorità garante, infatti, ha per legge i poteri per intervenire nella questione, e garantire ai cittadini di poter usufruire di un servizio essenziale, che può essere sicuramente ridotto in questa fase ma non radicalmente chiuso in tantissimi uffici postali che coprono zone già molto in difficoltà per la fruizione di servizi fondamentali.
Ho chiesto al garante, tra l'altro, di stabilire quali sono i servizi indifferibili che Poste Italiane deve fornire, sia per quanto riguarda la parte inerente gli sportelli, sia per quanto riguarda la parte inerente il settore del recapito. Poste Italiane è una grande azienda, possibile che non ci siano altre soluzioni? Agcom imponga di riaprire il confronto con i Comuni e di sbloccare questa situazione sempre più problematica».