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PODISMO

Nel fresco della località montana delle Piastre si è disputata l’edizione numero sei del Trofeo Tiziano Spampani gara podistica competitiva sulla distanza di km 8 per i competitivi e di km 3,500 per i partecipanti alla ludico motoria.

PODISMO

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PATTINAGGIO

Martedì 30 luglio alle ore 15 nella sala consiliare del Palazzo comunale si è tenuta una cerimonia di premiazione.

RALLY

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RALLY

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PODISMO

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IPPICA

All’Ippodromo Snai Sesana di Montecatini Terme il mercoledì sera di trotto ha proposto un programma dedicato alla Fise – Federazione italiana sport equestri – con sette prove tra cui l’handicap a invito abbinato alla scommessa Tris-Quarte-Quintè.

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Il mlibro è scritto a quattro mani da Dalmazio Biagini, Serafino Cappelli, Valter Ciurli e Riccardo Biagini.

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PESCIA
Pinocchio "censurato" negli Usa, la sociologa D'Amato: "Tabù da infrangere"

6/1/2021 - 8:30

La sociologa D'Amato (professore ordinario all'Università di Roma Tre e membro del comitato direttivo della Fondazione Nazionale Carlo Collodi) interviene dopo la censura al film Pinocchio di Garrone negli Usa.

 

"Il 29 dicembre scorso l’Ansa ha battuto la notizia che il pluripremiato film di Matteo Garrone è stato “censurato” negli Usa, o meglio è stato definito non adatto ai bambini almeno fino ai 13 anni.


Carlo Lorenzini detto Collodi non avrebbe mai immaginato di subire una censura con le sue Avventure che periodicamente pubblicava sul Giornale per i bambini. La questione non è banale perché riporta ad una concezione dell’immaginario emblematica e molto diversa tra il vecchio continente ed il nuovo mondo. Omologati e ispirati noi europei da quella che fu definita la macdonalizzazione del pianeta, abbiamo uno strategico spunto per riflettere sulle profonde differenze valoriali che caratterizzano la nostra società.


Il tema concerne la violenza che negli Stati Uniti, dove anche al “supermercato” è possibile acquistare un’arma, si cerca da quasi un secolo di contrastare la violenza attribuendo ai mezzi di comunicazione di massa la responsabilità della sua diffusione. E’ del 1933 la prima indagine voluta dal governo - Federal Communications Commission ed affidata alla Payne Foundation  sull’allora cinema muto per valutare quanto la visione di scene violente potesse influire  sui comportamenti aggressivi dei bambini. Una ricerca che, individuati  due significativi campioni di ragazzi, propose al primo gruppo di fruire di molti film  con scene di aggressioni e di paura, e privò il secondo di ogni possibile visione.

 

Gli studi condotti negli anni seguenti dimostrarono che l’influenza presunta nei comportamenti aggressivi a scuola non era aumentata nel gruppo di chi era stato esposto ai film ed aveva la stessa incidenza  percentuale  di quella rilevata tra i ragazzi che non avevano subito influenze mediatiche.


Da allora però, nonostante i risultati di questa prima indagine che sancisce che la visione di atti violenti non induce a comportamenti devianti,  tutte le ricerche volute dal governo americano dal dopoguerra (più di 3000) propongono una interpretazione opposta. I media influenzerebbero per imitazione l’esercizio della violenza.  Basterebbe citare le analisi di Cosmok  oppure gli studi di Gerbner o quelli di Bandura per poter affermare la teoria che esiste una correlazione positiva tra la fruizione dei video ed i comportamenti.  Il male verrebbe così dall’impalpabile influenza mediatica.


L'ultima ricerca in questo senso voluta dall'amministrazione Clinton e condotta dall’Università della California arrivò persino a quantificare gli elementi che compongono la violenza e dare a ciascuno di essi  un punteggio. Lo scopo era quello di fornire ai genitori l'opportunità di stabilire a quale livello  di violenza ciascuno di loro voleva acconsentire ai propri figli di esporsi. Fu inventato un marchingegno che consentiva di secernere nel magma mediatico tutti i programmi che erano stati presi in considerazione. 


Evidentemente un burattino che scaglia un martello contro il Grillo parlante che gli fa la morale è un gesto aggressivo, ma per noi italiani ed europei quel duro comportamento sta a significare la rabbia come scatto di crescita di fronte ad una coscienza che parla per verità e anche sta a significare metaforicamente quell’uccisione del padre di freudiana memoria che durante l'adolescenza è indispensabile per divenire, staccandosi da lui, un individuo adulto.

 

La seconda scena che viene discussa e non approvata è quella in cui Pinocchio fugge da Mangiafuoco, si ritrova in mare e prova paura e disperazione  prima di entrare nella pancia del balena-pescecane e ricongiungersi a suo padre. Per noi, quella drammatica scena evoca la forza di non voler essere più sudditi di  qualcuno, di Mangiafuoco in questo caso, e quel salto nel mare aperto evidentemente sta  a  significare la difficoltà di riprendersi la propria libertà anche a costo della vita.


Peccato che i bambini americani non saranno stimolati da queste immagini a riflettere sul proprio io da costruire e sul senso della crescita verso l’uomo  libero. Che siano questi i tabù da non infrangere?".

Fonte: Fondazione Nazionale Carlo Collodi
 
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8/1/2021 - 11:02

AUTORE:
vincenzo

Buongiorno , dal suo apparire sul giornale di Bambini ,Le avventure di Pinocchio vennero considerate un testo per fanciulli .

Il Lorenzini col "pagamelo bene" aveva costruito una storia che probabilmente pensava simile alle traduzioni di Perrault.

Invece gli venne fuori ben altro .

Un libro rivoluzionario rispetto alla pedagogia del tempo con contenuti che divennero edificanti solo dopo l'aggiunta ben commentata dal Bargellini nel suo commento "dalla Verna".

Pinocchio , fino alla sua impiccagione , è un ragazzaccio la cui immagine non è certamente edificante . Fra alti e bassi , i suoi comportamenti sono quelli di una canna al vento nel percorso di crescita di un adolescente . Grillo parlante , babbo , carabinieri etc ne sanno qualcosa.
Bugiardo anche quando cerca di uscire di prigione.

Se poi seguitiamo a "osannare" Pinocchio perché magari abbiamo visto Disney , pur avendolo forse assaggiato da piccoli e difficilmente riletto da grandi è per spirito di bandiera.

Pinocchio non è un libro per bambini , ma nemmeno un inno alla violenza, il che lascia perplessi sulla classificazione statunitense del film . Le nostre perplessità sulla morale americana , non cambiano , Ce ne faremo una ragione.