Una vicenda giudiziaria complessa che prosegue da 6 anni, che potrebbe emergere definitivamente il 16 marzo con una decisione della Corte di Cassazione. E’ la storia del procedimento penale sul delitto di Deborah Rossi, uccisa a 19 anni nel suo appartamento di Torino, quando era al quinto mese di gravidanza. Prima la giovane fu colpita al volto con un ferro da stiro, poi ferita più volte con un’arma da taglio, mai più ritrovata.

La madre di Deborah, Roberta Giribaldi, che vive a Marliana, da sei anni sta lottando per fare piena luce sui fatti di quel 16 settembre 2006.

La Cassazione deciderà se respingere il ricorso rendendo così definitiva l’assoluzione di Antonio Ferraro, che assieme a Giulia Fiori fu accusato del delitto, oppure se analizzare nuovamente il caso.

La Fiori e Ferraro sono stati condannati in primo e secondo grado in concorso per omicidio. In Cassazione, invece, la sentenza di condanna è stata confermata solo per Giulia, mentre la Corte d’Assise d’Appello ha assolto Antonio Ferraro con formula piena.

Il nuovo ricorso è stato presentato perché per uccidere Deborah è stata usata una notevole forza fisica: la piastra del ferro da stiro si è addirittura staccata per la violenza dell’impatto. Può essere stata una ragazza a fare da sola tutto questo, si chiede la mamma?

Foto tratta da archivio de "La Stampa"