I lavori alle Leopoldine non ripartono e fra pochi giorni il cantiere fermo spegnerà la prima triste candelina. Quello che doveva essere il fine ultimo della città, per promuovere il quale si erano scelti mezzi come Miss Italia o il progetto di nuovo arredo urbano, è diventato un fastidioso argomento. E i mezzi, come Miss Italia, si sono trasformati in fini.

Da più parti ci si interroga perché il mutuo di Bnl da 8 milioni per far ripartire il cantiere non venga erogato. «La Regione ha promesso 6 milioni — ha detto Eugenio Pancioli (Pdl) — e il Comune ne darà 4.5 con la tassa di soggiorno. Con gli introiti delle obbligazioni siamo a 11 milioni messi a garanzia da parte della proprietà. Perché il mutuo da un anno non arriva?». La domanda ora sembra avere una risposta. In realtà i 6 milioni «promessi» dalla Regione non sono destinati a Montecatini, ma inseriti in bilancio a sostegno del «termalismo toscano». Fondi da dividere fra più soggetti.

A parlare per la prima volta dei 6 milioni della Regione era stato il sindaco Bellandi nella riunione della Commissione partecipate del 27 luglio 2011.

La questione è arrivata venerdì in consiglio comunale. Ormai in città più voci chiedono che i 2 milioni destinati al progetto Città Nuova di rifacimento dell’arredo urbano e chiusura al traffico siano dirottati sulle Leopoldine. «Non esiste città al mondo — aggiunge Sensi — che attira turismo solo perché è chiusa al traffico. Le Leopoldine sono la conditio sine qua non per la ripresa. Senza di esse, i nuovi arredi non servono. Non contesto il progetto in sè, ma la tempistica».

«Le Leopoldine — ha replicato il vicesindaco Fanucci — da sole non bastano. Vogliamo la Città termale, un salotto per le famiglie in vacanza».