Il direttore generale dell’Asl 3 ha rassegnato le dimissioni. Alessandro Scarafuggi è da mercoledì agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Lastra a Signa: l’arresto è scattato come esito dell’inchiesta per far luce sul maxi buco di bilancio dell’Asl di Massa, stimato intorno ai 270 milioni.

A Scarafuggi si contesta il reato di «falso in atto pubblico» per aver «sottostimato i debiti gravanti sull’Asl di Massa», quando ne era direttore generale (dal 2002 al 2007). Fin qui i panni sporchi sembrerebbero da lavarsi tutti sulle Apuane. Invece ce ne sarebbero anche a Pistoia. La prova, secondo i magistrati, sarebbe in un’intercettazione telefonica del 1° dicembre 2010, in cui Scarafuggi, parlando con Niccolò Persiani (estraneo all’indagine), consulente nominato dalla Regione per risistemare i principi contabili dei bilanci, dice che: «Dal punto di vista tecnico, me la sono vista con (omissis, ndr) e le ho detto... Io non riesco a certificare il 2010, perché avrei una sofferenza di 20 milioni di euro, e come si fa?».

Dalla telefonata emerge che Scarafuggi è in difficoltà nella certificazione dei conti 2010 dell’Asl pistoiese che, se verificati, lo esporrebbero, probabilmente, a nuovi guai. Dunque gli arresti domiciliari sarebbero scattati per evitare la reiterazione del reato, che riguarderebbe a questo punto la sua gestione dell’Asl 3 di Pistoia. E’ il Gip a specificarlo chiaramente nella sua ordinanza: «Ha dimostrato di adoperarsi per evitare che il bilancio di Pistoia fosse sottoposto alla prevista certificazione».