La Regione ha il controllo delle Terme di Montecatini. Dal rapporto 2011 sulle partecipazioni detenute dall’ente, consultabile anche online, emerge che il Comune al 30 dicembre 2010 era socio di minoranza al 38,4%, mentre la Regione deteneva il 61,6%. Partecipazione, quest'ultima, salita in corrispondenza dell’uscita di Fidi Toscana.

Facendo infatti un passo indietro, fino al 2009, i due enti pubblici avevano mantenuto una quota paritaria del 38,4% ciascuna, affidando a Fidi Toscana il restante 23,2% della proprietà. Questo socio-cuscinetto era servito a non sbilanciare il rapporto di forza fra Regione e Comune, a seguito degli ultimi aumenti di capitale effettuati solo con il contributo di Firenze e senza che Montecatini potesse pareggiare l’intervento. La situazione si è poi leggermente modificata, a seguito del piccolo aumento di capitale deciso dall’amministrazione Bellandi (circa 500 mila euro). La Regione quindi ora sarebbe al 59,03% e il Comune al 40,96. 

Adesso sappiamo che Fidi Toscana non è più della partita. E’ una situazione che la Nazione valuta positivamente dopo le recenti novità. La Commissione Sviluppo Economico della Regione ha dato il via libera alla bozza del nuovo statuto di Fidi, che dovrà dismettere le partecipazioni in società non strumentali all’attività finanziaria. Il presidente della società, Paolo Rafanelli, è peraltro indagato a Firenze con l’accusa di truffa per la sua attività di imprenditore. Su altro fronte, una conversazione telefonica fra Rafanelli e Roberto Riccomi, quest’ultimo arrestato nell’ambito di Appaltopoli 2, era stata intercettata dagli inquirenti. Tema del colloquio: i dettagli del piano industriale delle Terme da 39 milioni di euro.