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Ospedale di Pescia: ottima performance nel decorso post-operatorio della frattura del femore

8/12/2012 - 23:11

Dati Agenas 2012 Toscana: buoni risultati nella cura di infarto e ictus, meno per broncopneumopatie, tumore al colon e frattura del femore (dove Pescia fa eccezione, in positivo)

 

L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) ha analizzato i risultati degli ospedali italiani,con il “Programma nazionale esiti”, edizione 2012 riferita all’anno 2011, sulla base di circa quaranta indicatori diversi che fotografa un quadro medio-alto della sanità ospedaliera toscana dove si eccelle soprattutto per il trattamento dell’infarto (prevalentemente nel momento più acuto) e dell’ictus; risultati meno brillanti si osservano nel trattamento della broncopneumopatia cronica ostruttiva, del tumore al colone della frattura di femore; in quest’ultima categoria però c’è la nota positiva in quanto eccelle il presidio ospedaliero “SS. Cosma e Damiano” di Pescia che si colloca tra i primi posti non solo a livello regionale ma anche nazionale.

 

Il “Programma nazionale esiti” è stato realizzato attraverso le analisi delle schede di dimissione dall’ospedale redatte durante il 2011: i dati sono poi stati elaborati attraverso una procedura di “aggiustamento” caratterizzato da alcuni fattori d’influenza potenziale come l’aver ricoverato paziente con più malattie o la composizione anagrafica della popolazione.

Con questi accorgimenti tecnici ed altri di carattere statistico si è tentato di confrontare i vari ospedali e case di cura con la considerazione di base, come specificato dall’Agenas, che “non è assolutamente una classifica né una pagella”.

Ecco i dati.

 

Infarto miocardico

Categoria nella quale la Toscana eccelle: molti ospedali fanno registrare una mortalità a trenta giorni assai inferiore alla media nazionale, che è del 10,28%. Si segnala il risultato di Careggi (6,43%), Carrara (6,48%), Empoli (7%). In questa categoria è evidente la differenza generale fra le strutture che più spesso si trovano a fronteggiare infarti e quelle che trattano solo pochi casi in un anno: infatti gli ospedali con le performance peggiori sono quelli che hanno avuto meno di 50 ingressi nei dodici mesi del  2011 con l’eccezione di Montepulciano che ha avuto il 18,06% di morti a 30 giorni su 72 casi.

Fra le strutture con numeri più significativi il punteggio peggiore va a Piombino con il 12,84% di mortalità. Buoni anche gli esiti a 12 mesi, in media con il valore nazionale: spiccano, in questo caso, Carrara, Torregalli (Firenze) e Arezzo.

In media con l’Italia, infine, anche il verificarsi (entro 12 mesi dall’infarto) di gravi patologie cerebrali o cardiovascolari: particolarmente positivo il risultato di Livorno.

 

Scompenso cardiaco

Questa patologia, una delle cause di ricovero più comuni, è in Toscana caratterizzata da una grande variabilità nei risultati delle terapie ma emerge il risultato negativo dell’ospedale di Livorno dove dei 440 pazienti ricoverati durante il 2011, ben il 16.27% è morto entro i trenta giorni successivi. Performance negative si segnalano anche a Montepulciano e Montevarchi mentre, per contrappasso, brillano i risultati di Careggi (Firenze) (6,46%) e Versilia (5,035): l’ospedale di Lido di Camaiore è il migliore fra quelli che hanno trattato un numero significativi di casi.

 

Ictus

Qui dove si contano migliaia di casi all’anno, la provincia di Massa Carrara emerge sia nel bene che nel male: se l’ospedale di Carrara è, fra quelli con un numero significativo di casi trattati, il migliore con solo il 5,29% di mortalità a trenta giorni, quello di Massa si colloca altrove, in peggio, con una mortalità dell’11,55%,c ome altri ospedali che nel corso del 2011 hanno trattato poche decine di casi (Portoferraio, Pontremoli,Barga).

 

Broncopneumopatia cronica ostruttiva

Questa patologia sta di fatto mietendo sempre più vittime in Italia con la complicità prevalente di fumo di sigaretta e inquinamento ambientale: in Toscana molti ospedali si differenziano, in negativo, dalla media nazionale della mortalità a trenta giorni (13,26%) come Cecina (dove la mortalità supera il 20%), Grosseto, Carrara, Pontedera, Lucca, Torregalli, Massa Marittima e Montevarchi.

Risultati leggermente migliori della media a Prato e Careggi, mentre Arezzo ottiene un discreto 4,87%.

 

Frattura del femore

Il trattamento della suddetta frattura, a livello nazionale, fa registrare una mortalità a trenta giorni del 5,91%; in Toscana spicca la performance negativa delle strutture della provincia di Livorno, che fanno registrare i tre punteggi peggiori dopo Pontremoli (10,09%): 9,86% di mortalità a Piombino, 9,38% a Livorno e 8,39% a Cecina.

Sul versante opposto, ottimi risultati per Pescia, Pontedera e Poggibonsi che si localizzano ben al di sotto dell’asticella nazionale.

La Toscana si piazza invece molto bene nella speciale categoria che registra quanti casi di frattura del collo del femore vengono operati entro le prime 48 ore. La gran parte delle strutture supera abbondantemente il risultato nazionale del 33,11%, con punte dell’85,99% al Versilia e dell’80,82% a Massa. In media, nell’80% circa delle strutture, chi si opera lo fa nell’arco dei tre giorni dalla frattura.

 

Tumori

La ricerca dell’Agenas prende in considerazione la sopravvivenza a trenta giorni dall’operazione per quattro sottocategorie di tumore: colon, polmone, stomaco e retto. Per la neoplasia del colon la Toscana si situa a cavallo della media nazionale (4,80% di mortalità) seppure con una grossa variabilità dove il peggior risultato viene dall’ospedale di Livorno (9,1%) mentre il migliore dall’azienda ospedaliera di Pisa (1,6%).

Per quanto concerne gli interventi al polmone, la variabilità dei dati rende difficile il confronto con la media nazionale che è dell’1,87%: i risultati degli ospedali toscani variano da uno 0,87% del Policinico “Le Scotte “ di Siena fino al 4,25% dell’ospedale di Livorno.

Riguardo all’operazione per tumore gastrico la struttura migliore è Torregalli mentre i risultati non allineati alla media nazionale del 5,88% giungono dagli ospedali di Bagno a Ripoli,con una mortalità del 14,2% e quello di Prato con il 19,4%.

Infine, in merito all’intervento per l’asportazionedel tumore del retto, i migliori risultati, fra le strutture che eseguono un numero significativo di operazioni l’anno, è appannaggio di Careggi con una mortalità a trenta giorni ferma allo 0,59%; bene anche l’azienda ospedaliera pisana e l’ospedale di Pistoia, più alto (5,15%) il valore di Prato.

 

Parti cesarei

A livello nazionale, ogni cento parti “primari” (cioè a fine della prima gravidanza), vengono effettuati poco più di 27 tagli cesarei: quasi tutte le strutture toscane con oltre cento parti l’anno si collocano, in accordo con il suddetto standard, al di sotto di questo risultato, con tre eccezioni, delle quali due collocate in provincia diLivorno, l’ospedale della città capoluogo (32%) e quello di Cecina, (28,31%); in mezzo, Siena con il 28,69%.

Altissima, invece, la percentuale di parti con cesareo al Meyer: il 95% dei casi, dato pienamente giustificato dal fatto che la struttura è dedicata alle situazioni più a rischio, essendo centro di riferimento regione in ambito materno-infantile.

 
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