Alessandro Ziaco Innocenti (Montecatini in Azione) interviene sulle Panteraie.

"Il consiglio comunale ha, da socio di minoranza, votato un atto di indirizzo gestorio per dare una sub concessione mineraria a una società privata che, da seconda arrivata a un bando che prevedeva tutt’altro, si trova spinta e supportata ad avere in via pressoché esclusiva l’uso dell’acqua Leopoldina.

Se la società, che ha soci pubblici e può procedere solo con evidenze pubbliche, dovesse procedere a legare a quel contratto una concessione mineraria, ci troveremmo di fronte a una palese violazione della libera concorrenza. Per non parlare dei principi di trasparenza e pubblicità. Per non parlate del fatto che abbiamo sentito dal consiglio che il canone che versano nel 2020 per l’affitto è di 11 mila euro, a fronte delle 45 mila euro da contratto. E per non parlare del fatto che il nostro eccellente consiglio ha praticamente azzerato ogni possibilità di contrattazione economica per l’eventuale corrispettivo, dato che ha votato alla cieca di dare l’acqua senza se e senza ma. Alla faccia di chi negli anni, da montecatinese, ha investito in spa alberghiere, pagando le tasse in città e sentendosi dire che l’acqua termale non si tocca.

È incredibile come una città messa in ginocchio da scelte irriflessive quali la privatizzazione ascolana e i successivi 30 milioni di debiti del piano industriale del 2008 possa pensare ancora di permettersi un così superficiale approccio al suo tesoro.

Nessuno lo dice apertamente, ma qui stiamo parlando di un progetto di intrattenimento che non è stato pianificato e basato sull’acqua termale, ma la vede come un più, un condimento. E siamo curiosi di conoscere gli orari di apertura e il target a cui si rivolge l’offerta. Leggiamo che il progetto c’è e va avanti comunque anche senza l’acqua.

E ci crediamo! Ricordiamo infatti alle nostre menti politiche cittadine che la legge regionale 38 prevede una pianificazione industriale sull’acqua da presentare per avere la concessione. Il piano dei lavori dovrebbe venire quindi a valle e non a monte di quello dell’uso della risorsa mineraria.

Quindi la società che ha deciso di investire senza l’acqua termale proceda pure e nel frattempo ripensiamo rapidamente la città, anche perché leggiamo anche che abbiamo di fronte un piano di vendite fatte con procedura da legge fallimentare per procedere alla vendita di importanti immobili quali le Leopoldine.

Qualcuno può spiegarci quale sarà il valore di questi immobili privati anche di quella poca acqua termale disponibile? Qualcuno ci spiega se può essere presa seriamente la strategia di richiudere i rubinetti termali alle Panteraie alla bisogna? Chi ripaga poi gli investimenti delle infrastrutture necessarie se poi, magari, tra sei mesi abbiamo acquirenti per Leopoldine e altro?

Noi riteniamo che tutti i partiti e la città in generale stiano sottovalutando quanto sta accadendo a livello mondiale dopo il Covid. Abbiamo grandi opportunità davanti sulla sanità termale. Nessuno sembra vederle, nessuno sembra interessato. Presto entreremo in Azione con progetti seri".