Il blocco del turismo straniero, che ha sempre rappresentato una parte determinante delle presenze in città (circa il 70%), la drammatica situazione della ripartenza del turismo dei bus (il 73% circa di arrivi in città) e il blocco pressoché totale degli eventi, hanno messo in ginocchio l’economia turistica cittadina. Siamo in presenza di una crisi che inevitabilmente travolge gli addetti del settore che, solo per la parte dell’alloggio, sfiora le 1.300 unità.

“Sapevamo che la ripartenza nei mesi estivi avrebbe inevitabilmente favorito le località di mare e di montagna, lasciando in una situazione molto complessa l’economia turistica legata alle città d’arte; ma oggi stentiamo a vedere prenotazioni nei mesi di settembre e ottobre a noi storicamente più favorevoli, in cui il turismo italiano prevaleva su quello straniero”, esordisce il presidente Federalberghi Apam Carlo Bartolini.

“Stiamo facendo un lavoro di squadra sulla promozione dei prodotti turistici di ambito come non abbiamo mai fatto, rendendoci, fra l’altro, conto di poter lavorare in una destinazione con potenzialità turistiche importanti ancora tutte da valorizzare. Un lavoro canalizzato attraverso la promozione turistica della regione Toscana verso cui chiediamo un’attenzione particolare ed un impegno specifico nella tempistica d’intervento. Federalberghi, nel frattempo, tramite il proprio portale Italyhotels è riuscita a facilitare l’utilizzo del bonus vacanza e i primi risultati li stiamo vedendo anche in città. Ma è ancora veramente una piccola risposta rispetto al reale fabbisogno".

A oggi sono aperte 40 strutture ricettive su 166 complessive, comprendendo in questo numero gli affittacamere, le Cav e le Rta, per un totale di 3.000 posti letto sugli 11.800. Queste aziende, con estrema fatica stanno cercando, nonostante tutto, di ripartire affrontando l’incertezza del futuro.

“Oggi temiamo fortemente un corto circuito del sistema economico cittadino dato dal fatto che gli ammortizzatori sociali, la Cig in testa, sono esauriti ed il personale non ha più sostegni economici che quelli che possono essere erogati dalle stesse aziende, che, pur inattive, si trovano a pagare anche gli affitti e la Tari. Per il solo mese di giugno, stimiamo che solo il 10 % degli addetti abbia ripreso il proprio abituale servizio, mentre il 50% non abbia ancora ricevuto la prima busta paga (al netto dei percettori Cig). Le 18 settimane di cassa integrazione sono esaurite, e ora?”, si domanda il presidente Carlo Bartolini.

“Non è pensabile scaricare sull’imprenditoria il peso della situazione. Gli incentivi previsti e stanziati, sono poca cosa rispetto alle reali necessità di un settore economico che rappresenta una fetta importante del nostro pil, locale e nazionale".

A oggi, rispetto a 6 mesi di potenziale lavoro perso, è stato previsto solo un indennizzo dal 10, al 20% della perdita di fatturato del mese di aprile. 

“Chiediamo un impegno della classe politica locale, affinchè si faccia carico della situazione come sopra rappresentata in modo da portarla nelle opportune sedi per arrivare ad ottenere un rimedio che almeno si avvicini al danno che abbiamo subito. Per il resto riusciremo a fare da soli”, conclude Bartolini.