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Rispondo al lettore che ha pubblicato il suo punto di vista in merito al camioncino dei panini . Io penso che volevano semplicemente dare un servizio alle persone che uscendo dalla discoteca possono avere .....
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QUARRATA
Operaio preso a bastonate in fabbrica: aveva denunciato ai sindacati turni di lavoro massacranti

28/10/2024 - 19:41

Un operaio pakistano di 22 anni è stato preso a bastonate in un'azienda di Quarrata per il fatto che poche ore prima si era rivolto al sindacato Sudd Cobas. E' quanto denuncia lo stesso sindacato di base, che ha indetto uno sciopero a partire dalle 16 di oggi.

Il 22enne, è stato spiegato, è stato medicato al pronto soccorso di Prato dove ha ricevuto 7 giorni di prognosi. Tahla, questo il nome del lavoratore, sarebbe stato colpito questo mattina al volto e alle braccia dentro la fabbrica in cui lavora, "un'azienda a conduzione cinese".

 

"Ieri Tahla si era rivolto insieme ad altri colleghi al nostro sindacato - spiega una nota di Sudd Cobas - denunciando turni di 12-14 ore al giorno, lavoro nero ed abusi di ogni tipo da parte dell'azienda e del caporale che gestisce la forza lavoro in fabbrica. 'Sappiamo che sei stato al sindacato', gli sarebbe stato detto oggi appena arrivato in fabbrica, poi subito l'aggressione con bastoni di legno".

 

Sudd Cobas ricorda che "l'azienda, che ha tre unità produttive a Pistoia, è stata oggetto recentemente di controllo da parte dell'ispettorato del lavoro, che aveva avuto modo di riscontrare diverse irregolarità". Per il sindacato "lo sfruttamento in fabbrica è proseguito già dal giorno dopo il controllo, proprio come avveniva prima".

 

Alle 16 è stato proclamato lo sciopero in tutti e tre gli stabilimenti. Tra l'8 e il 9 ottobre scorsi una spedizione punitiva aveva invece colpito quattro manifestanti in un picchetto dello stesso sindacato a Seano, frazione di Carmignano (Prato): dall'episodio era nata una corposa manifestazione pubblica.

Di seguito una nota firmata da Daniele Gioffredi (Cgil) e Davide Chiappinelli (Fillea Cgil).

"La Camera del lavoro di Pistoia e la Fillea Cgil Pistoia Prato esprimono una ferma e dura condanna per l'episodio di violenza avvenuto a Quarrata e solidarietà alla vittima, un operaio pakistano preso a bastonate perché “colpevole” di essersi rivolto al sindacato e aver denunciato condizioni di lavoro inaccettabili.

Lo sfruttamento lavorativo sta diventando una piaga irreversibile che colpisce anche il nostro territorio, favorendo lo sviluppo di un modello di produzione basato solo sulla compressione dei diritti e dei salari e il proliferare dell'illegalità, alimentando la competizione al ribasso.

E' un fenomeno che si sta allargando in tutta la piana della Toscana centrale, da quella fiorentina a quella pistoiese e che va immediatamente bloccato, ripristinando quel sistema di legalità e di rispetto che è alla base dello sviluppo virtuoso di un territorio.

Occorrono più assunzioni in tutti gli organi ispettivi e l’istituzione di un tavolo interforze che riguardi tutta la piana, ma soprattutto occorre intervenire su tutta la filiera produttiva per evitare il rischio che si "scarichino" sui soggetti più deboli della catena i costi sociali della competizione al ribasso.

Come Cgil di Pistoia siamo al fianco del lavoratore bastonato e invitiamo tutti coloro che si trovano in una condizione di sfruttamento a denunciare. Continueremo a mettere in campo tutte le azioni di tutela a favore dei lavoratori e delle lavoratrici per debellare questo fenomeno. Siamo già in contatto con alcuni lavoratori dell'azienda in questione per agire immediatamente dal punto di vista sindacale a tutela di tutti i lavoratori.

E' necessario l'impegno di tutti, della società civile e associativa, a partire dalla piena consapevolezza che il fenomeno è già presente e va subito contrastato a partire dal pieno coinvolgimento di tutte le istituzioni del territorio".

 

Di seguito anche un intervento di Libera Toscana.

 

"Se già a Seano abbiamo assistito a un episodio molto grave, il ripetersi di un fatto analogo anche a Quarrata dà da pensare che esista, non solo una mentalità di intimidazione, che non tollera che si denuncino le violazioni dei diritti di lavoratrici e lavoratori, ma che tale atteggiamento si traduce in una serie di rapporti che si stanno organizzando in un vero e proprio sistema criminale. Il sospetto più che legittimo che ci si possa rivolgersi a esecutori così violenti, per impedire le rivendicazioni sindacali, fa temere che rientri in una certa logica di ricerca del profitto attraverso lo sfruttamento delle proprie maestranze anche la possibilità di creare sinergie nefande con organizzazioni di stampo mafioso per intimidire o eliminare i soggetti che tentano di tutelare i propri diritti.
A questo punto non bastano più atti formali di sostegno delle amministrazioni e dei soggetti politici: insieme all’azione di magistratura e forze dell’ordine, occorre un lavoro di ricerca e di analisi per capire e denunciare nessi e confluenze malavitose in un contesto in cui il proliferare di atti del genere indica di sicuro che siamo di fronte a un fenomeno esteso, e che parlare di Toscana come di una realtà sociale immune dai veleni culturali della corruzione e della prevaricazione è quantomeno illusorio.
Libera Toscana chiede che si convochino i tavoli regionali sulla sicurezza per analizzare il problema e disporre deliberazioni adeguate. Rinnova l’invito a potenziare gli ispettorati del lavoro in maniera sicuramente più determinata di quanto non si sia provveduto e deciso finora".

“Una cosa assolutamente inaccettabile, di una enorme gravità. Mi auguro che quanto prima siano individuati i responsabili e vengano presi provvedimenti contro questo atteggiamento che non è esagerato definire schiavista”. Così il consigliere regionale Marco Niccolai condanna quanto accaduto in una ditta di Quarrata dove un dipendente pakistano ha denunciato di essere stato preso a bastonate per essersi rivolto al sindacato. “Sono a fianco di questo lavoratore che ha solo la colpa di rivendicare i suoi diritti; tutte le istituzioni sono chiamate a fare la propria parte per combattere questa piaga".

 

Questo l'intervento dell'Unione comunale del Partito democratico.

 

"Preso a bastonate perché “colpevole” di essersi rivolto a un sindacato. Si stenta a crederci, eppure succedeva ieri a due passi da Pistoia: un giovane operaio pakistano impiegato in una fabbrica di Quarrata è finito al pronto soccorso di Prato dopo aver subito un pestaggio. Il motivo? Si era rivolto al sindacato Sudd Cobas per denunciare turni di 12-14 ore al giorno, lavoro nero e abusi di vario genere.  

 

L’Unione comunale Pd vuole ribadire la propria solidarietà alla vittima, l’ennesima di un male che purtroppo continua a diffondersi, ed evidentemente anche sul nostro territorio. Non possiamo accettare che vengano messi a repentaglio i diritti dei lavori.  

 

Occorre intervenire subito e senza indugio per tutelare lavoratori e lavoratrici, estirpare il fenomeno alla radice e ripristinare un sistema fondato sull’equità e la legalità. Ma per questo è necessario un impegno collettivo che coinvolga istituzioni, organi di controllo e cittadini: oltre a condannare duramente l’episodio di violenza, invitiamo tutti coloro che vivono condizioni di sfruttamento a denunciare, e a farlo subito".


Questo l'intervento di Sinistra Civica Ecologista.

 

"E’ necessario fare in modo che i diritti dei lavoratori siano rispettati, sempre e comunque. E occorre sanzionare quei datori di lavoro che non lo fanno.

 

Nel caso del lavoratore aggredito a Quarrata, Sinistra Civica Ecologista chiede che sia pienamente applicato l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori, dove dispone che sia il giudice del lavoro, accertata la natura antisindacale di un certo comportamento, a disporre anche la rimozione dei suoi effetti.

 

Siamo consapevoli che non è compito agevole rimuovere tutte le sacche di illegalità che esistono soprattutto nelle piccole imprese, ma chiediamo al Governo di adoperarsi per farlo e di condannare ogni vessazione sul lavoro di cui sono oggetto molti dipendenti, a partire da quelli più fragili nella loro condizione sociale.

 

E’ il caso del lavoratore extracomunitario aggredito a Quarrata per essersi rivolto al sindacato. Sce è al suo fianco e al fianco del sindacato e farà di tutto per sostenere le giuste battaglie di rivendicazione e di tutela, a partire dal diritto ad avere sicurezza sul luogo di lavoro e una paga adeguata, e con orari di lavoro consoni.

 

Siamo insomma in perfetta sintonia e anche in questo caso per la piena applicazione dell’articolo 35 della Costituzione laddove si afferma che “la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori”.

 

E’ questo ciò che ci insegna il caso di Quarrata, rispetto al quale esprimiamo tutta la nostra solidarietà al lavoratore vittima di una inaccettabile violenza e chiediamo che tutte le autorità competenti si impegnino per stroncare sul nascere questi veri e propri rigurgiti di uno schiavismo che deve essere fuori dalla storia della nostra comunità sociale ed economica, costruita in anni di lotte per i diritti di tutti i lavoratori".

 

Alessandro Favilli e Ivano Bechini segretari regionale toscano e provinciale del Partito della Rifondazione Comunista esprimono "una ferma condanna per l'episodio di violenza avvenuto a Quarrata e solidarietà alla vittima, un operaio pakistano preso a bastonate perché “colpevole” di essersi rivolto al sindacato e aver denunciato condizioni di lavoro inaccettabili.
L’episodio, che segue quelli avvenuti a Seano pochi giorni fa, evidenzia che il nostro territorio è sede di organizzazioni criminali che sfruttano e schiavizzano le persone senza nessun rispetto per regole e contratti. Un fenomeno che si allarga a tutta la Toscana e frutto anche dell’abbandono da parte dei vari governi centrali e locali delle politiche di controllo sui luoghi di lavoro.
Rifondazione Comunista si schiera al fianco di questi lavoratori, la cui battaglia è legata a doppio filo con quella che conduciamo per la costruzione di politiche migratorie e di accoglienza volte ad integrare le persone e non a ghettizzarle, per la ricostruzione di un quadro di diritti del mondo del lavoro sconvolto da decenni di neoliberismo, per riportare anche nei luoghi di lavoro la conflittualità sociale che è sale e lievito della democrazia.
Questa battaglia ci riguarda tutti noi ed è anche una battaglia politica contro questi criminali che agiscono con violenza ma che sono solo l’avanguardia di una tendenza padronale incoraggiata dal Governo Meloni per distruggere i residui dei diritti sindacali in fabbrica e sociali nel territorio. E’ necessario il rilancio dell’iniziativa operaia per bloccare la distruzione del tessuto democratico del nostro territorio".

Questo l'intervento del Movimento 5 Stelle.

 

"Esprimiamo una ferma condanna per l'episodio di violenza avvenuto a Quarrata e solidarietà alla vittima, un operaio pakistano preso a bastonate perché “colpevole” di essersi rivolto al sindacato e aver denunciato condizioni di lavoro inaccettabili. L’episodio, che segue quelli avvenuti a Seano pochi giorni fa, evidenzia che nel nostro territorio è in atto uno sfruttamento delle persone in barba ad ogni regola e/o contratti di lavoro. Il MoVimento 5 Stelle si schiera al fianco di questi lavoratori, la cui battaglia è legata a doppio filo con quella che conduciamo per la ricostruzione di un quadro di diritti e di dignità nel mondo del lavoro.


È sempre più necessario creare un fronte comune insieme a tutte le forze che si oppongono a questo clima e che vogliono difendere il tessuto lavorativo e sociale del nostro paese".


L'associazione Alleanza beni comuni odv e i comitati a essa aderenti esprimono la piena solidarietà al lavoratore pakistano che ha avuto il coraggio di denunciare lo sfruttamento lavoro al quale sono sottoposti i lavoratori stranieri  nella (chiamatela voi) democratica Toscana. Non può esserci democrazia se   lasciamo impuniti certi atti e  per questo condanniamo l’accaduto ed esortiamo i sindacati, le amministrazioni, la Regione e tutti gli organi preposti ad attivare controlli più stringenti sui posti di  lavoro affinchè venga sconfitto  di  caporalato, lavoro nero e mancanza completa di sicurezza sul lavoro con stipendi miseri di puro sfruttamento. Per troppo tempo è stato lasciato il mondo del lavoro alla deriva e oggi ci ritroviamo ad essere schiavi di “padroni” sempre più aggressivi. Certamente non è colpa di chi deve guadagnarsi il pane ma di chi doveva controllare e non l’ha fatto".

 

Questi, infine, l'intervento del Partito Comunista.


"A Quarrata, in una azienda di proprietà di cittadini cinesi, ha avuto luogo nei giorni scorsi un gravissimo episodio di violenza squadrista ai danni di un giovane dipendente pachistano. Questo a pochi giorni da un analogo episodio nella provincia di Prato. “Colpa” dell’aggredito è stata quella di rivendicare i suoi diritti di lavoratore a fronte della violazione sistematica di questi da parte dei titolari e di essersi rivolto al sindacato. Nel condannare la vile aggressione il Partito Comunista Italiano si schiera con assoluta fermezza a fianco del lavoratore e chiede alle autorità che vengano applicate tutte le misure sanzionatorie previste dalla legge nei confronti dei padroni dell’azienda. I comportamenti di questi personaggi gettano discredito sulla Cina e alimentano una innaturale inimicizia tra il popolo italiano e il popolo cinese, in un periodo storico che vede la Repubblica Popolare Cinese impegnata, sul piano internazionale, nella definizione di nuove regole per i rapporti fra gli stati, più giusti e rispettosi della dignità e dei diritti di tutti. Il Pci è vicino a chi si ribella a condizioni di lavoro massacranti per retribuzioni da fame e invita ancora una volta i lavoratori a organizzarsi e lottare uniti per i propri diritti, dando così la migliore risposta a chi vuole negarli".

 
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30/10/2024 - 10:19

AUTORE:
Bibi

Episodio tristissimo di cui siamo venuti a conoscenza .
Chissà quanti sono rimasti sconosciuti dentro quell Universo
Tutti sanno e nessuno si stupisce che avvengano certe cose .
C'è da chiedersi come con i numerosi corpi di polizia del territorio , le aziende del pratese possano continuare a produrre in certe condizioni .