Acqua dell'Elba Nico Basket - Pallacanestro Femminile Prato 77-57
Due vittorie e tre sconfitte nel bilancio dell’ultimo weekend del Pistoia Basket Junior.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 annuncia di aver raggiunto un accordo fino al 30 giugno 2025 con l’ala Maurice Kemp Junior. Il giocatore indosserà la maglia numero 9.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica di aver raggiunto l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con l’ala americana Elijah Childs.
Dal 21 al 24 novembre va in scena la prima tappa della fase eliminatoria della Ibsa NextGen Cup 2025.
Le statistiche rappresentano gli ingredienti dei record e ogni primato dà vita a tantissime curiosità.
As Estra Pistoia Basket 2000 comunica che, in occasione dell’ultima assemblea del consiglio di amministrazione del club, è stato ratificato l’ingresso di una quinta persona che ricoprirà il ruolo di consigliere.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica di aver raggiunto l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con il pivot Luka Brajkovic.
Il Pcarc presenta queste sue iniziative.
"Per mettere fine alla crisi irreversibile del sistema sociale capitalista la borghesia imperialista ha di fronte a se soltanto una strada da percorrere: scatenare la terza guerra mondiale in modo da poter distruggere una parte consistente di capitale, di strumenti, di capacità lavorativa e di forza lavoro.
A quasi tre anni dall’inizio del conflitto promosso dagli imperialisti Usa in Ucraina per favorire l’estensione della Nato nei paesi dell’est e per ridurre la sovranità nazionale russa, gli imperialisti Usa, con al carro i paesi europei suoi vassalli, sostengono senza se e senza ma il genocidio sionista in Palestina e l’escalation bellica nel medio oriente. La velocità con cui la classe dirigente dei paesi imperialisti sta estendendo il conflitto dal nord di Gaza verso il Libano e l’Iran conferma il carattere criminale di questa classe che per mantenere in vita il proprio sistema economico e politico è disposta a tutto, anche a sprofondare l’umanità nella terza guerra mondiale.
Dopo aver fatto la fronda al governo Draghi ed essere stato eletto alla guida del paese, il Governo Meloni, Crosetto e Piantedosi ha rinnegato platealmente tutti quei principi di sovranità che da sempre caratterizzano Fratelli d’Italia, svendendo alle multinazionali estere gran parte dell’apparato industriale nazionale e rendendo il paese un trampolino di lancio per le missioni militari nel mondo.
La sudditanza del nostro paese agli imperialisti Usa, europei e sionisti ha portato il governo Meloni ad accettare tacitamente prima le sanzioni economiche inflitte alla Federazione Russa (nel vano tentativo di isolarla visto che all’ultimo summit dei Brics hanno partecipato i paesi che detengono il 37% del Pil mondiale e oltre il 45% della popolazione complessiva) ed oggi a non fare nulla per impedire quelle che daranno alla Cina.
Pur sapendo che avrebbero determinato importanti ricadute sulle condizioni di lavoro e di vita di migliaia di proletari italiani, il governo Meloni non ha fatto nulla per imporsi contro le sanzioni alla Russia, causando da una parte migliaia di licenziamenti e la chiusura delle aziende che commerciavano con la Russia, dall’altra accrescendo l’inquinamento, la devastazione ambientale e l’aumento del costo del gas attraverso l’istallazione di alcuni impianti rigassificatori come quello a Piombino. Con le sanzioni economiche che adesso vogliono imporre alla Cina (alla faccia del libero mercato tanto sbandierato dal sistema sociale capitalista), anziché abbassare il prezzo delle auto elettriche rendendole accessibili a tutti i proletari, vogliono garantire la stabilità economica di multinazionali come Volkswagen e Stellantis. A conferma che la crisi dei padroni la pagheranno sempre i lavoratori fino a quando la classe operaia, diretta dal proprio partito comunista, non invertirà a suoi favore i rapporti di produzione, l’azienda tedesca ha già annunciato la chiusura di numerosi stabilimenti, il licenziamento di migliaia di lavoratori e la riduzione del 10% degli stipendi.
Le precarie condizioni vissute nei luoghi di lavoro (dopo la pandemia sono aumentati sostanzialmente gli infortuni, spesso mortali, sia in itinere che durante l’impiego in produzione) fanno il paio con l’aumento del carrello della spesa e con l’aumento delle tariffe, a cominciare dai servizi come gas, luce ed acqua.
Con la manovra economica che il governo Meloni dovrà ratificare entro fine anno è stato previsto di portare la spesa militare a 32 miliardi di euro, con un aumento rispetto all’anno passato del 7,32%, di cui 13 miliardi saranno utilizzati perl’acquisto di nuove armi. Tutto questo mentre viene ridotto il finanziamento alla sanità pubblica, bloccate le assunzioni nel pubblico impiego, il sostegno alle famiglie viene ridotto e anziché alzare le pensioni (l’aumento della minima è pari a 3 euro al mese), vengono stanziati degli incentivi per far rimanere i dipendenti a lavoro anche dopo aver raggiunto l’età pensionabile. Nel frattempo il governo Meloni procede a testa bassa nella costruzione dello Stato di Polizia anche attraverso misure come il Disegno di legge 1660, che da una parte prevede la totale impunità per le forze dell’ordine, dall’altra ha l’obiettivo dichiarato di criminalizzare ogni forma di dissenso e protesa. A conferma della bassezza a cui sono arrivati gli esponenti dei partiti delle Larghe Intese, in una recente intervista rilasciata a Tvl il giorno in cui è stata ricordata l’uccisione di Ugo Schiano per mano della polizia, il sindaco Alessandro Tomasi ha disconosciuto pubblicamente il Ddl 1660 promosso dal suo stesso partito, affermando la legittimità delle lotte per il diritto al lavoro e alla dignità. Parimenti il governo Meloni, con alla testa il partito del sindaco Fratelli d’Italia, alimenta e promuove la cultura della guerra e dell’educazione dei giovani all’uso delle armi come sta avvenendo in questi giorni a Roma con la realizzazione del Villaggio della Difesa al Circo Massimo e come avvenuto a Milano, all'Expo Training 2024, dove gli studenti di un liceo genovese sono stati costretti ad assistere a una vera e propria lezione sull’uso del manganello da parte delle forze di Polizia.
Per tutti questi motivi facciamo appello ai lavoratori, agli studenti, ai pensionati, alle masse popolari indignate e preoccupate per l’imminente terza guerra mondiale, ai tanti che solidarizzano con le masse popolari palestinesi e agli esponenti di quell’indomito popolo che da decenni resiste all’imperialismo sionista, a partecipare al presidio che faremo giovedì 7 novembre a partire dalle ore 18 in via Pietro Bozzi angolo piazza San Francesco a Pistoia.
Sabato 9 novembre, alle ore 18 presso il Circolo Garibaldi, approfondiremo il ragionamento su come organizzarsi all’interno dei posti di lavoro, delle scuole e nei quartieri popolari per fare fronte agli effetti della guerra con un dibattito che si terrà nell’ambito della festa annuale di Riscossa popolare. A seguire è prevista una cena popolare per sostenere la lotta (gradita la prenotazione chiamando al 3391918491) e un reading letterario con poesie sulla Palestina e sulla prospettiva di un futuro senza sfruttati e sfruttatori".