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RALLY

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JUDO

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BASKET

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PODISMO

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PODISMO

E siamo a 6 candeline per la Terme Parkrun l'evento che ogni sabato mattina, con partenza alle ore 9 dalle Terme Tamerici, permette di fare 5 km nella nostra bellissima pineta.

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È di Pieve a NIevole il nuovo campione italiano Under 16. Matteo Gribaldo, tennisticamente cresciuto allo Sporting Club Montecatini con Daniele Balducci (e da pochi mesi tesserato per il Tc Pistoia), ha sconfitto in finale a Tirrenia Simone Massellani.

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Rubrica "Raccontami un libro – Consigli di lettura di Valentina"

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"I miracoli non esistono", un romanzo amaro sul Natale.

Ferragosto nella valle
quanto caldo che mi assale.

La grande .....
IL SEGNO DEL MESE
di Sissy Raffaelli

Il segno del mese.

ZODIACO
di Sissy Raffaelli

Oroscopo dicembre 2024.

Lotrèk (www. lotrek. it), Digital Agency che guida e supporta .....
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MONTECATINI
Franco Arizzi risponde al consigliere Sartoni sulla consulenza prestata al Comune

28/1/2012 - 16:13

Ecco l'intervento di Franco Arizzi, articolato in sei punti:



<< 1.- Premessa.

 

E’ bene chiarire in via preliminare che questo mio intervento non coinvolge neanche indirettamente le opinioni, i programmi e gli orientamenti del Sindaco, della Giunta e della maggioranza del Comune di Montecatini Terme. L’incarico che la Giunta mi aveva affidato era, infatti, del tutto marginale e consisteva  di fatto  in una  collaborazione finalizzata al percorso procedimentale da seguire per la  deliberazione consiliare di un aumento di capitale della S.p.A. Terme.                            

Non ho quindi dato altri consigli sulla gestione o sul piano industriale (né del resto mi sono stati richiesti) al Sindaco e agli amministratori o ex amministratori delle Terme né ho collaborato in alcun modo con i consulenti della società, i quali sono perfettamente in grado (così come hanno fatto ) di consigliarla  senza alcun aiuto.

 

2.- La “Privatizzazione”.

 

Il pacchetto azionario della S.p.A. Terme  è stato trasferito a Regione e Comune perché rilanciassero l’attività termale, stimata indispensabile allo sviluppo socio economico della città e non solo della città.   

La S.p.A. Terme è stata chiamata a svolgere un ruolo e una funzione di motore dell’economia cittadina e si può quindi in questo senso affidarle un ruolo di pubblico interesse. 

Una gestione limitata alla  routine  avrebbe quindi l'effetto di tradire la mission affidata alla S.p.A.  Terme .

Immediatamente dopo  trasferimento gratuito del pacchetto azionario a Comune e Regione  l’amministrazione delle Terme ha tentato  di  anticipare nei fatti alcune linee di indirizzo   che avrebbero poi essere seguite dal gestore privato:

•    commissionando nuovi studi scientifici sulle qualità delle acque termali per valutarne effetti positivi ulteriori (dermatologici ,estetici etc..) ;

• realizzando un centro benessere alle Terme Excelsior (che  mi dicono oggi essere sostanzialmente abbandonato) ;

•    elaborando un   progetto di piscina termale alle Terme Leopoldine sul quale attirare partecipazioni anche locali ai costi e proventi in vista di una sollecita realizzazione  (    che fu poi effettivamente elaborato nel 1999 e che  non era molto dissimile  in linea sostanziale da quello molto tempo dopo  affidato a un dispendioso  ,  indaffarato  e famoso architetto );

•    riqualificando  i dipendenti  in funzione dei nuovi indirizzi gestionali  onde evitarne ricadute negative sull’occupazione.

Successivamente   vi sono state due fasi di elaborazione del bando finalizzato alla individuazione del c.d. “gestore privato”  .

Durante la prima fase di  elaborazione  si  ravvisata l’opportunità di  a  “delimitare  il territorio termale ”  stimando necessario che fosse  invaso da  soggetti inidonei al rilancio dell’attività termale e incuranti dell’interesse pubblico.

In questo contesto si inseriva la proposta (poi disattesa in fase di elaborazione finale) di :

a) escludere dalla  partecipazione alla gara a soggetti poco  o per nulla esperti di termalismo convinti che  in tal caso sarebbe stato poi più difficile controllarne o limitarne le azioni.

b)  individuare  una severa disciplina contrattuale,

c) prevedere adeguata fideiussione bancaria a prima richiesta a garanzia dell’adempimento delle obbligazioni contratte dal “gestore privato ”

d) prescrivere la presentazione in sede di gara di capitolati e computi metrici attraverso i quali sarebbe stato possibile individuare prima e verificare l’effettività degli investimenti.

 

3.- L’exit strategy

 

A seguito della “prima privatizzazione”  sono giunti in città  imprenditori   non del tutto adeguati  alla specificità termale ( spesso contornati da manager spesso approssimativi)   e  sono innescati poco  responsabilmente meccanismi  contenziosi che hanno finito di dissanguare   la S.p.A. Terme e per rimandare di fatto sine die  una operazione di  corretta privatizzazione che tenesse anche conto dell’interesse pubblico.                 

Il fallimento totale della prima  “privatizzazione” ha quindi avuto come conseguenza la dissipazione di    risorse umane e finanziarie che avrebbero potuto invece essere destinate a progetti industriali con positive ricadute sull’economia locale e sull’occupazione.

Non intendo ovviamente entrare nel merito della strategia di uscita che hanno elaborato negli ultimi anni i diversi amministratori che si sono succeduti alle Terme con il consenso dei soci Regione e Comune .

Lo stesso comune , del resto,  ha finora confermato sia la strategia  sia la  squadra chiamata ad attuarla    che erano state individuate prima dell’ultimo avvicendamento amministrativo  :  sarebbe quindi ingeneroso pontificare  oggi “ gratis ” sulle scelte di chi ha preso decisioni difficili assumendosene le responsabilità.

Tutti devono augurarsi  quindi  che il piano industriale ( redatto se non erro da Fidi Toscana  ) dia al più presto frutti tangibili  di rilancio effettivo .

Parrebbe però ragionevole disporre anche e sin d’ora di un piano di riserva che possa implementare o sostituire quello in fase d’attuazione laddove si verifichino intoppi o ritardi .

 

4.- Le premesse

 

Nel dibattito cittadino è possibile oggi cogliere due “scuole di pensiero”.

C’è chi è  convinto  che il termalismo non sia più una risorsa concretamente perseguibile e c’è invece chi  è convinto che il termalismo sia una componente indispensabile per l’economia locale.Su questi  due contrapposti indirizzi  - che paiono ancora irrisolti -    deve quindi oggi misurarsi concretamente la città per poi stimolare  nel    socio Comune  (che la rappresenta all’Assemblea della  società )    comportamenti e iniziative conseguenti.

Per chi pensa che il  rilancio del termalismo non sia più necessario o comunque non sia ormai  concretamente perseguibile , si tratterà di  chiudere dignitosamente questa esperienza   cercando di mantenere in vita artificiosamente la società in attesa di liquidarla al primo momento opportuno.In questi termini  è prevedibile che  si faccia uso dell’armamentario tipico di  simili frangenti (dismissioni , cassa integrazione ,affitti di rami d’azienda etc..) .

Per chi pensa che   il termalismo sia  elemento fondante dell’economia cittadina e debba necessariamente essere rilanciato  si pone innanzitutto la necessità di valutarne la collocazione in un progetto di città che dovrà essere  elaborato  non solo a questo fine ma certamente anche a questo fine.Montecatini Terme è  universalmente considerata “ compendio termale”  perché non ospita solo  (come  tante altre stazioni termali)  alcuni stabilimenti ma è essa stessa terme. Questa specificità esclude (o dovrebbe escludere) piani di rilancio (che potrebbero  sembrare invece piani di rientro  )   basati su  corpose dismissioni del patrimonio immobiliare .

Queste dismissioni corpose   avrebbero infatti come effetto  sia una deteriore  “normalizzazione ” della  città  sia   il perverso fascino di “città in vendita”  che finirebbe inevitabilmente per attirare (come è stato anche di recente autorevolmente segnalato)   speculatori singoli, gruppi societari di incerti legami , organizzazioni mafiose ( anche extracomunitarie…)  .

E’ invece necessario mantenere il più possibile intatto il patrimonio immobiliare  termale e individuare una disciplina urbanistica e una contrattualistica idonee a garantirne  ( anche quei   pochi  immobili  da alienarsi inderogabilmente in funzione di un condiviso piano di rilancio )  una destinazione e una concreta utilizzazione coerenti  e funzionali  al rilancio stesso.

 

5.-  L’apporto dei privati.

 

Ai fini del rilancio pare indefettibile un  apporto dei privati  anche stranieri   che dovrebbe però perseguirsi  con ogni cautela  attirandone l’interesse  a una partecipazione societaria da parre di imprenditori  (e ve ne sono se si ha cura di cercarli ) onesti e capaci.In tal caso la partecipazione del privato dovrebbe essere ragionevolmente  contenuta  nei limiti  del 49% del capitale sociale  ma dovrebbe anche  assistita da  un adeguato assetto societario e statutario (e da  eventuali patti di governance ) idonei  garantirne  la esclusività gestionale e la compartecipazione alle scelte di fondo.               

In questo contesto si potrebbe ipotizzare di mutare  l’assetto organizzativo della società in senso dualistico affidando la gestione (e quindi la maggioranza del  Consiglio di gestione) al socio imprenditore e mantenendo la maggioranza dei soci “pubblici” nel Consiglio di Sorveglianza , laddove si esercitano quegli irrinunciabili  macro indirizzi  nel rispetto dell’interesse pubblico in considerazione dei quali le azioni sono state trasferite all’ente locale (  Comune )  e a quello territoriale (Regione). 

L’interesse di un imprenditore privato  dovrebbe essere stimolato:

a)    da      consistente  e appetibile piano di rilancio industriale ,da redigersi avendo cura di lasciarlo in parte  aperto al suo apporto in modo da  non mortificane la professionalità  e imprenditorialità  ;

b)    dal fatto che sia restata  inalterata la  consistenza del patrimonio immobiliare  della società    in modo da coprire adeguatamente il costo di acquisto delle azioni .

 

Deve infatti considerarsi che  più si aliena il patrimonio immobiliare e più si raffredda l’interesse di imprenditori ad  entrare nel capitale sociale delle Terme e ,più in generale, ad avere rapporti  imprenditoriali (joint venture etc.. )  con le Terme.

D’altra parte, l’attenzione dei soci pubblici  nella scelta del socio privato,facendo tesoro di precedenti esperienze ,  dovrebbe invece essere concentrata:

•    sugli apporti  dell’aspirante socio al nuovo piano industriale predisposto  dalla società;

•    sulle specifiche professionalità imprenditoriali che l’aspirante socio intende proporre o confermare ove esistenti nei ruoli chiave ( direttore generale  etc.) indispensabili per la corretta attuazione e gestione del nuovo piano industriale.

•    sulla tempistica di utilizzazione delle risorse che la società conseguirebbe a seguito del versamento dell’aumento di capitale .

 

6. Le Terme Leopoldine

 

Un piano di riserva  per le Terme Leopoldine  potrebbe servire anche per  consentire alla società una contrattazione meno “ inginocchiata ” con gli istituti di credito che  danno spesso l’impressione di essere convinti  di averla  in pugno  ( e , quel che è peggio ,di averne in pugno  il patrimonio immobiliare  ).

Si potrebbe al riguardo  ipotizzare   una sorta di condiviso  project    eventualmente  formando una società di scopo con imprenditori   dotati di specifiche professionalità  che siano disponibili ad anticipare i costi di  ultimazione dell’ intervento ,  da recuperare  poi per un congruo periodo di tempo anticipate ( con  un ragionevole  profitto d’impresa) dalla gestione   della  piscina termale  e delle di altre attività collaterali o complementari che ivi potrebbero insediarsi  . Si tratterebbe naturalmente di   bilanciare i ricavi in modo tale da garantire alle Terme la possibilità economica di avviare il rilancio delle altre attività termali   e di mantenere e se possibile incrementare l’occupazione   (   che senza  una  concreta prospettiva di rilancio sarà  - secondo copione - la prima a essere messa  discussione ). I ventilati aumenti di capitale prossimi  da parte della Regione potrebbero così usarsi anche a questo scopo  evitandosi che le Leopoldine rischino di diventare invece che un’occasione di rilancio  solo  la buca che inghiotte ogni risorsa.

 

7.- Conclusioni.

 

Convinto come sono che il sonno della ragioni genera gossip ,    voglio qui precisare che questo mio intervento non è dettato da alcun intento “politico” né ho  avuto alcun contatto con imprenditori interessati a entrare nel capitale sociale delle Terme o a definire un’ intesa per la prosecuzione dei lavori e la gestione delle Terme Leopoldine.

Si tratta solo di un tentativo di stimolare un dibattito   che  superi l’attuale e collettiva locale afasia  propositiva  stimolando  nelle forze economiche e sindacali cittadine  l’orgoglio di una nuova progettualità della quale sono capaci.

Sarebbe infatti in ogni caso a mio avviso indispensabile convogliare  verso un   progetto condiviso  eventuali mutui, aumenti di capitale o  finanziamenti  evitando così di restare  inerti  nella messianica e acritica attesa che arrivino e procedano verso  confusi e incerti destini.

E’ , in definitiva, un richiamo  all’ esigenza collettiva di essere soggetti o non oggetti della politica . >>

Fonte: Avv. Franco Arizzi
 
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29/1/2012 - 10:55

AUTORE:
luciano tiramani

SIG. ARIZZI MA QUANTE PAROLE PER DIRE CHE E' UN GRAN CASINO .SCUSI LA SINTESI .MA IL SUO FORBITO ARTICOLO PORTA AD UNA CONCLUSIONE COSA FACCIAMO? MA LEI PENSA CHE UN INVESTITORE CON LE TERME E LE LEOPOLDINE COME SONO ENTRA IN SOCIETA' AL 49%? GLI STUPIDI SONO FINITI E PURTROPPO L'AMMINISTRAZIONE SI TROVA CON UN QUALCOSA CHE SE NON CI METTE UN PO' DI CREATIVITA' IMPRENDITORIALE SARA' DIFFICILE RISOLVERE IL PROBLEMA NON SOLO TERME MA CITTA' MONTECATINI.
NOI DI SVEGLIATITALIA CI PROVEREMO E PRESENTEREMO UN NOSTRO PROGETTO.VENERDI' PROSSIMO ANCHE PERCHE' NON E' GIUSTO SOLO CRITICARE MA BISOGNA ANCHE PROPORRE ALTERNATIVE,
SVEGLIATITALIA
LUCIANO TIRAMANI