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Rispondo al lettore che ha pubblicato il suo punto di vista in merito al camioncino dei panini . Io penso che volevano semplicemente dare un servizio alle persone che uscendo dalla discoteca possono avere .....
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Dal 21 al 24 novembre va in scena la prima tappa della fase eliminatoria della Ibsa NextGen Cup 2025.

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Le statistiche rappresentano gli ingredienti dei record e ogni primato dà vita a tantissime curiosità.

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Inaugurazione sabato 23 novembre alle 17.

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Gioco d'azzardo, a Montecatini la spesa media annuale (oltre 6mila euro) è 5 volte quella regionale

17/2/2019 - 17:36

"Quando la vita è un gioco è in gioco la vita". Un messaggio chiaro, asciutto, efficace, quello scelto dalla Regione come claim della campagna di comunicazione sul gioco d'azzardo patologico, che da lunedì 18 febbraio comparirà per le strade di tutta la Toscana, su bus e tramvia, sui quotidiani e sui social, e verrà trasmesso anche per radio. L'immagine è quella di due persone, un uomo e una donna, incollate ad altrettante slot machine, ipnotizzate dal gioco. Sotto, la scritta: Nel gioco d'azzardo si rischia di perdere soldi, lavoro e famiglia. Quando diventa un problema chiama il numero verde: 800 88 15 15. E il link alle pagine del sito della Regione dedicate al Gap: regione.toscana.it/giocodazzardo


La campagna è stata presentata venerdì scorso dall'assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi, assieme alla consigliera regionale Serena Spinelli, presidente dell'Osservatorio regionale sulla dipendenza da gioco d'azzardo patologico. "La dipendenza dal gioco d'azzardo - ha detto l'assessore Saccardi - sta diventando sempre più preoccupante, perché coinvolge un numero crescente di persone di tutte le età e di tutte le fasce sociali, che si lasciano tentare dal gioco, fino a far diventare questa passione una vera patologia La Toscana è stata tra le prime regioni che hanno cercato di dare risposte alla crescente domanda di aiuto, sia delle persone entrate ormai nel vortice del gioco d'azzardo patologico, che dei loro familiari. Abbiamo messo in campo tante iniziative, tanti progetti, e costruito una rete territoriale in grado di farsi carico delle persone e delle loro famiglie. Ora abbiamo deciso di lanciare questa campagna di sensibilizzazione e informazione - spiega Stefania Saccardi -, rivolta a tutta la popolazione, ma in particolare alle categorie a rischio: giovani, persone disagiate. Della campagna fa parte anche un numero verde: invito tutte le persone che vogliono aiuto per liberarsi dal gioco patologico, e i loro familari, a chiamarlo. All'altro capo del filo troveranno persone esperte e preparate in grado di aiutarle".


"La Toscana è stata una delle prime Regioni a darsi una legge sulla ludopatia - ha ricordato Serena Spinelli - Con questa campagna diamo seguito a una serie di impegni presi. Prevenzione e informazione sono strumenti fondamentali per ridurre l'accesso al gioco in maniera patologica. Il fatto che tra i giovani sia in calo è anche frutto dell'informazione. Il gioco può diventare una patologia, e in molti casi ci sono multidipendenze. Spesso sono le famiglie che si rivolgono agli operatori. La rete dei servizi è in grado di dare risposte. Il logo No slot che proponiamo agli esercenti è una scelta etica: gli esercizi che lo scelgono, evitando di installare slot machine, diventano nostri partner nel contrasto al Gap. Dobbiamo continuare a lavorare, è necessario impegnarsi sugli anziani, sui bambini, sugli immigrati".
I numeri del gioco d'azzardo patologico (Gap) sono purtroppo in crescita, in Toscana come a livello nazionale (vedi dati più avanti). La Regione, a partire dalla legge regionale del 2013, che contiene una serie di misure per il gioco consapevole e la prevenzione della ludopatia, ha messo in atto in questi anni molte iniziative di prevenzione e di contrasto al Gap. Nel luglio del 2018 ha varato il Piano regionale di contrasto al gioco d'azzardo, finanziato con oltre 3 milioni, che si propone di concorrere alla rimozione delle cause sociali e culturali che possono favorire le forme di dipendenza da gioco, e di promuovere una risposta coordinata e continuativa alle persone che manifestano un problema di Gap. La campagna varata oggi è una delle azioni che fanno parte del Piano.


L'azione di contrasto al Gap condotta dalla Regione si è sviluppata su quattro direttrici: prevenzione primaria, prevenzione secondaria, formazione degli operatori, trattamento ambulatoriale; e, per i soggetti più compromessi, la sperimentazione di comunità residenziali. Con le risorse derivanti dal Fondo istituito dal Ministero della salute, la Regione prosegue la realizzazione di progetti innovativi in tema di contrasto del Gap. Tra questi rientra anche la campagna di informazione e comunicazione.


La campagna "Quando la vita è un gioco è in gioco la vita"
La campagna istituzionale partirà lunedì 18 febbraio e durerà un mese. La campagna comprende grandi affissioni su strada, dinamica bus e tramvia, arredo urbano su tutto il territorio regionale; pagine sui quotidiani regionali cartacei e online; 8 passaggi al giorno su una ventina di emittenti radiofoniche; banner sponsorizzato su Facebook, Twitter e Instagram. Brochure informative saranno distribuite sul territorio nelle Aziende sanitarie e alle Società sportive.


Il numero verde 800 88 15 15, in funzione dal lunedì al venerdì, con orario 9-18. All'altro capo del filo ci saranno psicologi-psicoterapeuti. Costo della campagna, 180.000 euro (fondi ministeriali).


Nell'ambito della campagna, è stato realizzato anche il logo No slot, che verrà dato a tutti gli esercizi pubblici che ne faranno richiesta e che scelgono di non installare le macchinette popolarmente definite "mangiasoldi", cioè apparecchi e congegni per il gioco, lecito, con vincite di denaro. I Comuni dovranno poi verificare che circoli ed esercizi che espongono il logo rispettino gli impegni presi: se in un locale No slot saranno trovati apparecchi per il gioco, il Comune dovrà rimuovere la vetrofanìa e comunicare il fatto alla Regione, che cancellerà il locale dall'elenco.


I numeri del gioco d'azzardo patologico in Italia e in Toscana
Secondo i dati dello studio Ipsad (Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs) relativi al 2017-2018, il 42,8% della popolazione italiana di età compresa tra i 15 e i 64 anni (17 milioni di persone) ha giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi, quasi 15 punti percentuali in più rispetto alla precedente rilevazione (2013-2014). In particolare: il 51,1% degli uomini e il 34,4% delle donne; le differenze di genere si assottigliano con l'aumentare dell'età. Il gioco maggiormente praticato nel 2017 è stato il Gratta&Vinci (74%), seguito da Super Enalotto (42,5%), Lotto (28,3%) e scommesse sportive (28%). I luoghi dove si gioca più frequentemente sono gli esercizi come bar/tabacchi. Oltre la metà (58%) di coloro che hanno giocato almeno una volta nella vita riferisce di poter raggiungere in meno di 5 minuti a piedi da casa un luogo di gioco. Il 15,2% dei giocatori ha un comportamento definibile "a rischio minimo", il 5,9% risulta "a rischio moderato" e il 2,4% dei giocatori è "a rischio severo" di gioco problematico (in tendenziale aumento nel tempo). I giocatori a rischio severo sono stimati in circa 400.000 persone. Sono oltre 12.500 gli utenti ludopatici in carico ai Ser.D (Serrvizi per le Dipendenze); circa 1.500 quelli toscani.


Secondo lo studio Espad (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), effettuato ogni anno sulla popolazione studentesca, nel 2017 il 44,2% degli studenti italiani ha giocato d'azzardo almeno una volta nella vita, il 36,9% almeno una volta nel corso dell'ultimo anno. Questi dati sono in decremento rispetto agli anni precedenti, a livello sia nazionale che toscano.
Per quanto riguarda la Toscana, i dati dell'Ars (Agenzia regionale di sanità) ci dicono che la prevalenza di giocatori patologici e problematici coinvolge dallo 0,5 al 7,6% della popolazione. Esistono segmenti di popolazione più vulnerabili, come nel caso degli adolescenti. Tra i giovani, la prevalenza di comportamenti problematici legati al gioco è più alta rispetto alla popolazione generale (5-6%). I maschi giocano in misura quasi doppia rispetto alle femmine. I giochi preferiti: Gratta&Vinci (66%), scommesse sportive (54%), biliardo e altri giochi di abilità (49%). I luoghi dove giocano: ricevitorie, sale da gioco, bar e circoli (90,1%); on line (17,7%); case private (45,4%).


Secondo il test screening Lie/Bet Q condotto da Ars, si stimano 13.000 adolescenti toscani a rischio.


I dati economici del gioco in Toscana e in Italia
In Toscana, nel 2017 (fonte Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato), la raccolta di denaro da gioco è arrivata a 4,8 miliardi di euro, con una vincita pari a 3,7 miliardi di euro e una spesa di oltre 1 miliardi di euro. Nello stesso anno la spesa pro capite calcolata è pari a circa 1.304 euro, mentre a livello provinciale si conferma il record di Prato, in cui la spesa media per l'azzardo è stata di 2.948 euro pro capite. Seguono le province di Massa Carrara (1.492), Lucca (1.403), Pistoia (1.325), Livorno (1.255), Firenze (1.188), Arezzo (1.108). Le province più virtuose sono invece quelle di Grosseto (1.108), Pisa (1.006) e Siena (888). Montecatini Terme è il comune dove si gioca di più, la spesa dedicata ai differenti giochi è di 6.067 euro pro capite (quasi cinque volte di più della media regionale).


A livello nazionale (sempre fonte Aams), nel 2017 la raccolta di denaro da gioco è stata  di circa 101,75 miliardi di euro (era stata 84,5 miliardi nel 2014); le vincite circa 82,8 miliardi; la spesa dei giocatori oltre 19 miliardi.

Fonte: Toscana Notizie
 
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18/2/2019 - 11:30

AUTORE:
Edo

Hanno costruito un casinò a nostra insaputa o qualcuno crede veramente che a Montecatini ogni persona, vecchi e bambini compresi, giochi 6000/7000 euro a testa ogni anno?

Oppure - azzardo - non è che VLT e macchinette che restituiscono il 70%-80% per legge sono in realtà utilizzate per riciclare soldi della criminalità che entrano loschi ed escono puliti e profumati con i tagliandini delle vincite (al netto della stecca del 30% dello stato)? Non è che Montecatini è diventata una lavanderia da 130 milioni l'anno?