Il giudice del lavoro Francesco Barracca, con una sentenza ampiamente documentata, ha condannato l'operato dell'Hitachi per quanto riguarda il trasferimento di Vittoria ad altro reparto. Per quanto concerne il suo licenziamento, il tutto è rimandato alla giustizia penale che dovrà pronunciarsi in proposito.
 

Per Vittoria e per l'Ugl si tratta di un successo ampiamente atteso. Vittoria stava sbattendo da tempo contro un autentico 'muro di gomma', eretto dall' azienda giapponese contro tutti coloro che stavano sollevando la questione dei lavoratori esposti a suo tempo all'amianto. La direzione aziendale, in un'ottica di relazioni sindacali viziate da un eccesso di autoritarismo, aveva dato, in più di un' occasione, dei pesanti e inquietanti segnali di insofferenza, culminati con il trasferimento di Antonio Vittoria in un altro reparto e con una mansione totalmente diversa.

L'aver trasferito l'esponente dell' Ugl alla vigilia delle consultazioni elettorali per i delegati sindacali in un reparto ove i suoi colleghi votavano inseriti in un collegio diverso dal suo, ha costituito per il giudice del lavoro un presupposto per la condotta antisindacale dell'azienda. Così facendo, si impediva in pratica a Vittoria ogni forma di legittima propaganda elettorale. 

Adesso per il sindacalista dell'Ugl resta da affrontare il livello penale di questa triste vicenda. L'avvocato Pamela Bonaiuti, che assiste Vittoria in questa battaglia legale, si è dimostrata tuttavia in più di un'occasione estremamente fiduciosa in un esito felice di questo confronto.

Appena la notizia si è diffusa, a Vittoria sono giunti numerosi attestati di simpatia e di stima da parte di molti dipendenti dell' Hitachi. Mancano tuttavia, almeno per il momento, le reazioni positive di Cgil, Cisl e Uil. E questo silenzio, qualora permanga, non può essere definito che assordante.

di Giancarlo Fioretti