La grande popolarità che la musica lirica sta riscuotendo in Oriente viene confermata dalla rosa dei finalisti del concorso internazionale lirico G. Puccini di Uzzano. Dei sei artisti approdati alla finale di domani, tre provengono dalla Corea del Sud. I loro nomi sono di difficile pronuncia alle nostre latitudini, ma le doti canore che esprimono fanno presagire un futuro radioso nei teatri di tutto il mondo. Così dovremo abituarci a imprimere nella nostra memoria i nomi del basso Kiok Park, del tenore Diunjung Choi oltre che della virtuosa Shim Junghee.

La scuola europea risponde comunque con tre certezze del panorama lirico, come la francese Pauline Rouillard, la britannica Charlotte-Anne Shipley e l'italiana Francesca Rubino, palermitana, e unica rappresentante quindi della lirica italiana.

I sei artisti hanno guadagnato l'accesso alla serata conclusiva cantando ciascuno quattro arie di diversi autori, che spaziavano dal Settecento fino ai giorni nostri. Il regolamento prevedeva che almeno una dovesse essere un'aria pucciniana. Per unanime ammissione della giuria, il livello dei partecipanti è stato in questa edizione particolarmente alto, dimostrato peraltro dalla naturalezza con cui gli artisti sono leggiadramente passati dalle opere di Handel a quelle di Rossini, di Doninzetti piuttosto che di Bellini.

Non solo Puccini dunque, anche se l'ombra del Maestro pare aleggiare sul borgo di Uzzano desiderosa di conoscere il vincitore (o la vincitrice) del concorso.

di Giancarlo Fioretti