Il segretario provinciale del sindacato di polizia Coisp interviene sugli alberghi sanitari.

"E’ ormai da diversi giorni che la cittadina di Montecatini Terme sta ospitando un considerevole numero di cittadini stranieri, provenienti dalla parrocchia di Vicofaro, dichiarata non idonea ad assicurarne l’ospitalità nel rispetto delle necessarie misure anticovid. 
 
Questa organizzazione sindacale, una settimana fa ne stimava circa 95, al momento dovrebbero essere 42, a questi numeri si aggiungono tutti gli altri di cui ne ha data comunicazione recentemente il sindaco, che attestava il numero di ospiti in 384, presenti in 8 strutture alberghiere, di tipo sanitario appositamente individuate. 
 
Disconosciamo se le presenze fossero 384 in totale, o se i cittadini stranieri provenienti da Vicofaro erano esclusi da quel computo, ma tale dato non può essere considerato asetticamente, ma va interpretato alla luce della realistica possibilità di una gestione adeguata e sicura di detto fenomeno. 
 
Per quanto si comprendano le ragioni emergenziali connesse a tale scelta, deve essere altrettanto chiaro a tutti che le risorse da investire per la sostenibilità nel medio lungo periodo non possono essere ricercate solo nelle forze territoriali presenti nel comune, primo fra tutti nel commissariato di pubblica sicurezza di Montecatini Terme che annovera appena 36 poliziotti in organico. 
 
Aldilà del necessario lavoro di concerto da parte di tutti gli attori operanti in provincia (prefettura, questura, Asl, strutture alberghiere, varie forme di associazionismo), dovrebbe essere concretizzato il coinvolgimento degli altri comuni della provincia pistoiese così da consentire una dislocazione degli ospiti soggetti al virus Covid su un’area più vasta rispetto a quella di un singolo comune.
 
E’ vero che l’autorità di pubblica sicurezza veglia al mantenimento dell’ordine pubblico e alla sicurezza dei cittadini ma 8 alberghi sanitari nel comune di Montecatini Terme, quasi tutti nel centro cittadino, sono davvero troppi. Signor aindaco, nella sua veste di autorità sanitaria locale faccia in modo che dette strutture vengano ridimensionate a un numero più idoneo, al fine di garantire una equa ripartizione dei carichi di lavoro connessi alla gestione del fenomeno emergenziale in atto, evitando che questo gravi soltanto sulle forze dell’ordine (carabinieri, guardia di finanza, polizia di stato) e la polizia municipale localmente collocate".