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PISTOIA
Bagarre in consiglio comunale sulla Spes: si è parlato di bilanci, crediti, futuro e piano di risanamento

22/12/2021 - 12:25

Con 21 voti favorevoli (Pistoia Concreta, Fratelli d'Italia, Forza Italia – Centristi per l'Europa, Lega per Salvini premier, Gruppo Misto, Amo Pistoia, Prima Pistoia), 8 astenuti (Pd, Pistoia in Azione, M5S, Pistoia Spirito libero, Pistoia Città di tutti) e nessun contrario è stato approvato lunedì in consiglio comunale il piano di risanamento, copertura delle perdite e ricapitalizzazione della Spes, la Società per l'edilizia residenziale pubblica.


Il documento è stato presentato dall'assessore alle partecipate Margherita Semplici.
«E' stato necessario procedere all'elaborazione di un piano di risanamento – ha spiegato Semplici - che consentisse di valutare la concreta possibilità della continuità aziendale di Spes. Si tratta di un passaggio delicato, necessario a decorrere dall'anno scorso, in quanto si sono verificate alcune situazioni di estrema gravità economico-finanziaria della Società per l'edilizia residenziale pubblica, la quale ha perso non soltanto il capitale sociale, ma è arrivata ad avere un patrimonio netto a causa di un risultato di bilancio particolarmente negativo». 


Le tappe della vicenda Spes. «Il Comune – ha ricordato l'assessore alle partecipate - è socio per oltre il 46% della Società per l'edilizia residenziale pubblica. Le circostanze che hanno compromesso la tenuta del bilancio aziendale e anche del patrimonio societario erano note da tempo. Si tratta di acquisti immobiliari che avevano delle criticità fin dall'inizio (2005/2006), tanto che gli esponenti di minoranza di allora in consiglio comunale dettero battaglia su due operazioni immobiliari in particolare: l'area ex Ricciarelli e la Dogana di Pescia. Le prime avvisaglie di problematiche estremamente rilevanti e degne di attenzione, almeno per il socio Comune di Pistoia, furono rappresentate dal bilancio 2018, bilancio che fu portato all'attenzione dell'assemblea con una serie di criticità evidenti rappresentate da alcune partite incomprensibili legate a vecchi crediti vantati nei confronti di Cassa depositi e prestiti e altre vicende che portarono a ritenere improcrastinabile una verifica esterna sul bilancio di Spes».


Certificazione contabile sul bilancio di Spes. «Il Comune affermò – ha detto Semplici - la necessità di dare un incarico di certificazione contabile al bilancio di Spes, in modo da stabilire un punto e a capo rispetto alle criticità oramai palesi. Quell'incarico fu dato a una società di revisione molto seria, la Rsm, che dopo qualche mese di lavoro affermò non solo l'impossibilità di certificare il bilancio di Spes, ma anche di procedere a una sua valutazione, indicando, tuttavia, una serie di aspetti critici ulteriori rispetto a quelli già evidenziati».


Crediti per oltre 3 milioni di euro. «Secondo Rsm – ha proseguito l'assessore nel suo intervento - c'era una mole di crediti, oltre 3 milioni di euro, che derivavano da posizioni oggetto anche di piani di rateazione ventennale, legati effettivamente alla natura dei crediti del gestore di alloggi pubblici, ma che in realtà dovevano essere diversamente trattati all'interno di quel bilancio, cioè con una svalutazione dei crediti. In quel contesto noi ci esprimemmo con la dovuta fermezza e, a quel punto, si procedette all'attribuzione di un incarico di perizia giurata rispetto all'area ex Ricciarelli. E' per questo che il bilancio 2019 non è mai stato approvato: era necessario, infatti, procedere alla svalutazione di quel cespite che era stato acquistato per un importo che superava i 5 milioni di euro pochi anni prima. Approvare il bilancio avrebbe significato lo scioglimento e la liquidazione di Spes. Con il bilancio 2020 si è continuato a operare quelle svalutazioni necessarie proprio per l'effetto di quell'incarico di certificazione e anche di quella perizia giurata che appunto ha ridimensionato in maniera radicale il valore dell'area ex Ricciarelli».


Il futuro di Spes. «Siamo giunti alla necessità di prendere una decisione sul futuro della Spes – ha affermato l'assessore alle partecipate – che non è una società come tutte le altre perché gestisce alloggi dell'edilizia residenziale pubblica, assegnati ai nostri concittadini più fragili. E se da un lato, c'è stato da parte nostra anche un moto di ribellione rispetto alla necessità di rimediare sempre ai danni del passato, le partite mal concluse, tutto quello che in questo Comune non funziona, dall'altro ci siamo posti dalla parte dei cittadini assegnatari degli alloggi, non soltanto nel comune di Pistoia ma nell'ambito della provincia di Pistoia, circa 2.000 famiglie, che non hanno colpa e non devono pagare gli errori della politica, ma hanno il diritto alla manutenzione dei propri fabbricati e a non vedere interrotti i propri servizi. Ed è per questo che abbiamo cercato di portare avanti parallelamente al piano di risanamento, redatto con il supporto del Centro studi enti locali, una modifica, che sarà poi concretizzata, del contratto di servizio con il gestore Spes».


Piano di risanamento. «E' un piano di risanamento convincente – ha spiegato Semplici - che consente di fare un punto e a capo anche in forza di una delibera adottata dalla giunta regionale il 13 dicembre scorso, che riconosce e legittima il contenuto del piano di risanamento. I denari utilizzati per gli acquisti incauti furono sottratti a quelli che erano le disponibilità della società derivanti dalla compravendita degli alloggi. Quelle disponibilità dovevano essere rendicontate alla Regione, ritrasferite alla Regione attraverso i canali della contabilità speciale e poi, a seguito della rendicontazione, sarebbero stati trasferiti nuovamente al gestore Spes per l'effettuazione delle manutenzioni straordinarie. Quindi non c'è stato soltanto un impoverimento della società ma si è anche venuti meno, nel tempo, alla rendicontazione che la legge fissa. La Regione Toscana riconosce uno sconto su quelle rendicontazioni, con effetto immediato, di quasi 1,8 milioni di euro che dovrà essere decurtato rispetto a quello che è il debito complessivo e che, grazie all'approvazione del piano di risanamento, potrà tornare a alimentare la contabilità speciale e di conseguenza le manutenzioni straordinarie. Per cui l'atto che viene sottoposto oggi (lunedì ndr) all'attenzione del consiglio comunale è indispensabile per garantire continuità aziendale alla Spes con la gestione degli alloggi pubblici che, per legge regionale, deve essere fatta in forma associata. Nel caso i consigli comunali dei Comuni soci non deliberassero a favore del piano di risanamento e si opponessero alla copertura della perdita e alla ricapitalizzazione della Spes, la società dovrebbe essere messa in liquidazione con la responsabilità dei Comuni soci che non intendessero aderire».


Concluso l'intervento dell'assessore alle aziende partecipate, è seguito un lungo dibattito, durato oltre tre ore, che ha visto botta e risposta da parte di maggioranza e minoranza. Tra i consiglieri sono intervenuti Walter Tripi (Pd), Lorenzo Galligani (Fratelli d'Italia), Tina Nuti (Pistoia Spirito libero) e Iacopo Bojola (Forza Italia – Centristi per l'Europa).


«La narrazione della giunta su questa vicenda è purtroppo perlopiù strumentale – ha sottolineato il capogruppo del Partito Democratico Walter Tripi -. Innanzitutto, quasi tutta l'attuale Giunta è in Consiglio Comunale da anni e anni: non possono dire di aver scoperto adesso i problemi che Spes ha, e su cui già da anni ci si stava muovendo. Buona parte delle proposte dell'attuale Piano di Risanamento erano già state avanzate dal Presidente Bechi, che però evidentemente non era sufficientemente benvoluto alla destra. Il Piano, pur necessario, per com'è scritto ha elementi di criticità forte: si basa su un Contratto di Servizio che nessuno ha ancora visto, prevede esplicitamente licenziamenti in caso di non riuscita, dà grande importanza a aspetti come Pinqua e Superbonus che però sono tutto fuorché certi. Di questa vicenda, purtroppo, è stato fatto un uso volutamente politico, soprattutto nella tempistica incredibile per cui ci si muove solamente a pochi mesi dal voto elettorale».


«Se oggi ci troviamo a discutere di un piano di risanamento di Spes – ha detto Lorenzo Galligani di Fratelli d'Italia - che peserà sulle tasche del Comune di Pistoia è perché nel corso dei decenni non si è affrontata la voragine nei conti societari che fu causata dalla gestione spregiudicata della vicenda area ex Ricciarelli: un’operazione che esorbitava i compiti che sono propri della Spes ovvero raccolta dei canoni e manutenzione alloggi popolari nella Provincia di Pistoia portata avanti in spregio della funzione sociale che l’ente avrebbe dovuto svolgere. La questione è emersa solo e soltanto grazie all’impegno del Sindaco Tomasi, dell’Assessore Semplici, degli uffici del Comune e soprattutto dei revisori contabili scelti dalla nostra Amministrazione (e ringrazio per l’impegno il ragioniere Cummaudo). Il Piano di Risanamento permetterà di fare un punto e a capo, risanare questo Ente Pubblico, migliorare la condizione abitativa di centinaia di famiglie e recuperare ed assegnare circa cento alloggi che attualmente sono inabitabili perché mai soggetti a manutenzione. Una scelta causata dal malgoverno precedente alla quale non ci si può sottrarre in alcun modo, a maggior ragione sulla base di ragionamenti che non esito a definire pretestuosi, ascoltati con sconcerto da parte di minoranze politicamente responsabili dello sfacelo della vecchia Spes».


«Non è vero che non è stato fatto niente sulla Spes – ha chiosato la capogruppo di Pistoia Spirito libero Tina Nuti –. Fin dall'inizio quando la società si trovò questi due acquisti da sistemare, l'allora presidente di Spes, come risulta dagli atti, si è subito attivato. La Spes fece un bando per attivare l'area Ricciarelli, ma la ditta che prese l'appalto nel 2008 fallì, situazione difficile da gestire tanto che le fu fatta causa per rientrate in possesso del cantiere. Allora io ancora non ero assessore, ma mi sono documentata: nessuno aveva interesse a costruire alloggi. Si parlava di housign sociale della fascia grigia, dopodiché fu siglato un protocollo d'intesa con Fondazione Caript e Regione per utilizzare al meglio quell'area. Nel 2017 chiesi all'assessore Semplici che fine avesse fatto quell'accordo, lei rispose che non aveva avuto l'esito auspicato. Le questioni non erano state lasciate dietro le spalle, se ne conosceva la gravità e il peso e si cercava con strumenti legittimi, politici e di dialogo con i soggetti interessati del territorio di risolvere una questione grave che incideva su una società che gestisce gli alloggi popolari. Il piano di risanamento è importante ma dipende da fattori esterni, al momento non certi, come il Pinqua e il Superbonus».


«Ricorrere al "risanamento" patrimoniale di Spes è un passaggio ineludibile – ha evidenziato il capogruppo di Forza Italia – Centristi per l'Europa Iacopo Bojola - per garantire una continuità nella protezione dei cittadini più in difficoltà, ma le domande che ci poniamo sono diverse. Sicuramente la Magistratura competente dovrà fare il suo mestiere, perché non siamo noi consiglieri, che abbiamo la possibilità di capire come mai la Regione Toscana abbia atteso oltre 15 anni ad attivarsi nel capire che fine avevano fatto le risorse di Cassa Depositi e Prestiti erogate alla Spes, costituita da 20 soci pubblici quali sono i 20 comuni della Provincia. Il peccato originale è l'incomprensibile acquisto di aree che in origine non erano destinate a Case Popolari, ma per un lasso di tempo notevole, né le Amministrazioni comunali, né la Regione hanno fatto quella chiarezza che nel 2018 è stata ricercata dall'attuale Amministrazione di Pistoia che detiene il 46% delle quote. In questi anni oltre 200 appartamenti non sono stati resi abitabili, ma nel contempo le liste d'attesa si stanno allungando. Il consiglio comunale, senza il contributo delle minoranze, si prodiga giustamente per i più deboli, ma la vicenda non finirà sicuramente con questo atto».


Nelle repliche l'assessore alle aziende partecipate Semplici ha espresso alcune valutazioni.
«Sono francamente delusa rispetto agli interventi delle minoranze – ha detto Semplici -. Il mio discorso iniziale può essere sembrato, a tratti, anche debole dai banchi della maggioranza, ma dopo 15 ore di discussione nelle varie commissioni su questo tema avevo colto, sbagliando, una disponibilità a ragionare nel merito. Invece ho visto posizioni di arroccamento imbarazzanti con tentativi di mistificazione della realtà. Infine una precisazione: credo che il Pinqua sia una grande occasione e sono convinta che le risorse arriveranno non per l'interesse dei soci o della Spes, ma per l'interesse degli assegnatari».

Fonte: Comune Pistoia
 
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