ATTUALITA' Giustizia Tributaria
Dall’ODCEC di Treviso una proposta per la riforma della giustizia tributaria
Incompatibilità e formazione continua.
Sono questi i due pilastri su cui ruota la proposta di riforma della giustizia tributaria licenziata dalla Commissione di studio di diritto nazionale e internazionale dell’ODCEC di Treviso e approvata dal Consiglio nazionale poco prima della pausa estiva.
Una proposta, denominata "Progetto di legge in materia di incompatibilità dei componenti delle Commissioni tributarie e sull’obbligo di formazione continua dei giudici tributari", su cui la succitata Commissione stava lavorando da un anno e che, proprio per questo, non prende le mosse dagli ultimi provvedimenti adottati dal Governo al riguardo. "La nostra proposta nasce molto prima", spiega Roberto Baggio, Presidente della Commissione di studio, ma se c’era da scegliere un momento per presentarla, questo è senza dubbio il più opportuno.
L’obiettivo ultimo della proposta, infatti, è quello di salvaguardare la professionalità e la competenza dei componenti delle Commissioni, messe a rischio, secondo Baggio, da "un atteggiamento di diffidenza nei confronti dei professionisti che, negli ultimi 20 anni, il Legislatore ha sempre dimostrato di avere, come dimostrano le misure inserite nella manovra correttiva".
La proposta, come detto, va a toccare la questione delle incompatibilità dei professionisti che compongono le Commissioni, ma lo fa seguendo una direttrice diametralmente opposta rispetto ai recenti provvedimenti contenuti in manovra. Mentre la norma contempla l’incompatibilità con l’esercizio della funzione di giudice tributario per tutti i professionisti iscritti ad un Albo, il progetto di legge prevede l’abrogazione dell’attuale sistema di incompatibilità verticale. Al suo posto, verrebbe instaurato un sistema di incompatibilità territoriale, tale da escludere dalla funzione solo coloro che esercitano attività di consulenza fiscale nella medesima circoscrizione in cui ha sede la Commissione.
Un sistema che sarebbe rafforzato dall’obbligo di astensione, a cui dovrebbero attenersi tutti i giudici, nelle controversie in cui una delle parti in causa abbia la residenza o la sede nella Regione dove i professionisti esercitano la propria attività di consulenza fiscale. Infine, il progetto di legge introdurrebbe il divieto (valido anche per i tre anni successivi alla cessazione della funzione), sempre in capo ai giudici, di assumere mandati di assistenza o consulenza a favore di contribuenti che siano stati parte dei giudizi celebrati dinanzi alle Commissioni di cui fanno parte. Non incompatibilità assoluta, dunque, ma un sistema comunque molto rigido, "rafforzato – spiega Baggio – dagli obblighi di astensione che non sono mai stati così stringenti".
L’altro pilastro del progetto di legge, come detto, è quello relativo all’obbligo di formazione continua. La proposta di riforma, infatti, prevede l’introduzione del sistema dei crediti formativi, che verrebbe finanziariamente sostenuto raddoppiando l’importo della c.d. "Marca mandato" (l’imposta di bollo per la copertura delle liti), per un gettito stimabile in circa 3,9 milioni di euro.
Baggio: "Il contributo unificato farà lievitare i costi"
Anche in questo caso, dunque, il progetto di legge prende le distanze da quanto contemplato in manovra, in merito all’introduzione del contributo unificato: "L’introduzione del contributo unificato – aggiunge Baggio – comporterà una crescita vertiginosa dei costi che il contribuente dovrà sostenere per esercitare il proprio diritto di difesa, specie in considerazione della prassi, sempre più diffusa nelle Commissioni tributarie, di compensare le spese tra le parti in causa".
Nonostante la netta distanza che separa il progetto di legge dagli ultimi provvedimenti in materia di giustizia tributaria, la speranza della Commissione di studio dell’ODCEC di Treviso è che il Legislatore possa ancora tornare sui suoi passi. "Siamo consapevoli – ammette Baggio – che le ultime misure vadano in una direzione diametralmente opposta rispetto a quanto da noi auspicato. Ma rimaniamo fermamente convinti che quella seguita dal Governo sia una direzione sbagliata, buona solo per attrarre le Commissioni tributarie nell’alveo dell’Agenzia delle Entrate e scoraggiare i contribuenti dal fare ricorso".
Per questo, l’ODCEC di Treviso non solo ha chiamato in causa il Consiglio nazionale, affinché si facesse portavoce dell’iniziativa, ma anche alcuni parlamentari, tra cui il deputato leghista Massimo Bitonci (primo firmatario del progetto di legge già depositato alla Camera), intenzionati a sostenere la proposta. "Promuoveremo altre iniziative – conclude Baggio –. Organizzeremo tavole rotonde con membri delle Commissioni e, perché no, magari anche con chi ha ideato la recente riforma. Insomma, siamo aperti al confronto con tutti; l’importante è che questa riforma non passi sotto silenzio, sarebbe gravissimo".