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Rispondo al lettore che ha pubblicato il suo punto di vista in merito al camioncino dei panini . Io penso che volevano semplicemente dare un servizio alle persone che uscendo dalla discoteca possono avere .....
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Raccontami un libro – Consigli di lettura di Valentina.

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MONTECATINI
Tagli da un milione all'ippica: se passa questa linea restano solo 20 ippodromi

16/12/2011 - 13:08

Il 2012 potrebbe essere l'anno della fine dell'ippica in Italia. Con i pesanti tagli di risorse agli ippodromi e al montepremi, gli ippodromi saranno messi in ginocchio. E l'intervento in Parlamento del ministro Catania non ha dissipato le ombre, che restano pesantissime. Anzi dal discorso del ministro - che tra l'altro ha trascorsi ippici come commissario al galoppo - traspare una linea che suona come la Waterloo dell'ippica in Italia: "I tagli sono inevitabili e bisognerà pensare ad una ristrutturazione del settore". Lacrime e sangue che investiranno il movimento su tutto il fronte e che alla voce ippodromi vedranno quel numero di 42 impianti aperti ad oggi in Italia ridursi ad una ventina.

PIANO INACCETTABILE - Una germanizzazione dell'ippica inaccettabile se prima non si chiamano gli operatori ad un piano di emergenza. Una sorta di piano Marshall. Li vogliamo mandare, santo cielo, una volta tanto i cavalli su quel digitale terrestre dove c'è di tutto, anche la pallamano, il calcetto e l'hockey in linea, sport sì ma a gettito zero per l'erario perchè su quelle sfide non scommetterebbe un cent neanche zio Paperone. I cavalli restano qualcosa di affascinante e che può ancora tirare in termine di puntata a patto che si venda il prodotto. Magari con la bella vetrina domenicale del Gran Premio secondo quella filosofia in cui si riconosce anche il Segretario Generale di distinguere la routine del feriale, con una programmazione per il puntatore, dallo spettacolo per famiglie delle grandi corse. Il momento è drammatico per le piste e per tutti gli altri che hanno tenuto in piedi uno sport vero dove l'erario ha preso con un prelievo scandaloso se rapportato a quello delle altre Nazioni del Continente. Così siamo arrivato alla corsa della vita. Da vincere per non sparire. Per non finire cancellati. E, sicuramente, a pelle vi diciamo che a rimetterci saranno soprattutto le piccole piste ma con una loro storia e dignità. Non ci sono piu' risorse per fare le gare e per organizzare un minimo di accoglienza al pubblico che vada oltre il bar ed il ristorante. La crisi delle corse dei cavalli investe pesantemente anche la Toscana e puntiamo l'attenzione sul Sesana. L'ippodromo di Montecatini, al di là di un buon valore tecnico delle sue corse, è in pesante crisi di pubblico e di gioco da almeno un triennio. Numeri in rosso profondo per anni sottovalutati dai vertici di Trenno piu' impegnati a guardare in casa milanese che a curare una promozione sul territorio di un ippodromo come il Sesana che se curato avrebbe potuto rinnovare il proprio pubblico. Il nuovo vertice di Snai, che controlla anche Trenno, non promette nulla di buono. Un asset manageriale dove brillano uomini della finanza e tagliatori di teste a digiuno di management sportivo. Almeno il predecessore, quel Maurizio Ughi che per decenni aveva con geniali intuizioni - sponsorizzazioni di grande effetto a Piazza di Siena, acquisto di Varenne e costruito un'immagine della scommessa come qualcosa di positivo e di vitale - tenuto vivo l'interesse dei media per il settore, aveva a cuore l'ippodromo di Montecatini dove non mancava mai ad un evento. Certo che poi il giudizio sull'impatto di Ughi e degli assuntori sul sistema è stato poi devastante perchè ha avuto lo stesso effetto dell'arrivo di Berlusconi nel calcio. Con una differenza il Silvio for President alla guida del Milan voleva vincere tutto o alzò il tetto di ingaggi e di soldi investiti nel mercato. Mandando fuori rotta le società sane che tentarono di sposare quel trend con il risultato dei fallimenti di tanti club che avevano fatto la storia del calcio, dal Bologna al Napoli, dalla Fiorentina al Pisa e tanti altri. Ughi e Snai si presero la grande fetta della torta che in termini di introiti il sistema si vedeva ritornare dallo Stato sul valore della produzione. Il presente è drammatico, meno 41 per cento di erogazioni agli ippodromi, montepremi dimezzato e bilancio a disposizione dell'Assi che praticamente è quello che fino a qualche stagione fa c'era al traguardo. Le corse e le scommesse sui cavalli non interessano piu' a nessuno. Se entri al bar e chiedi di giocare la tris ti guardano come un alieno. E dopo Varenne raramente si è parlato in tv di un campione delle corse. La crisi rischia di uccidere ippodromi, uomini e cavalli con sforbiciate alle erogazioni pubbliche da un milione di euro che taglieranno eventi, pubblicità dai budget e costringeranno ad esempio una pista come il Sesana ad un salto epocale. Tagliare la sua riunione primaverile e ripartire quelle 30 giornate che si ipotizzano come calendario 2012 nel periodo estivo. Pista chiusa in aprile e maggio e probabilmente, se ci saranno ancora le corse in Italia nel 2012, convegni solo in notturna nella stagione estiva. Del resto con quel 40 per cento in meno di risorse, gli ippodromi di trotto e di galoppo a mala pena riescono a pagare i dipendenti e i collaboratori che servono per organizzare le riunioni di corse. Se ci salverà dal default si potrà forse tenere ancora aperti i cancelli con un prodotto che non sarà piu' venduto e promozionato. Cavalli in pista ma senza i lustrini di un piccolo gesto di accoglienza, un mercatino, una serata di gala.

BOLOGNA CHIUDE - Ma alcune piste come l'Arcoveggio di Bologna, che hanno sempre fatto di ogni convegno un contenitore di eventi in un ippodromo ambientato per la famiglia, non ci stanno piu'. E proprio dal capoluogo emiliano, tramite l'amministratore delegato Tomaso Grassi, hanno annunciato già la cessazione dell'attività a partire dal primo gennaio. FUTURO NERO PER GROSSETO E LA SARDEGNA - Sul fronte degli ippodromi di galoppo non va meglio. Da quella che con un eufemismo Assi definisce ridefinizione delle risorse sparirebbero dalla penisola del purosangue Grosseto e anche due piazze della Sardegna come Sassari e Chilivani che in questi anni si sono distinte per vitalità, con una politica promozionale regionale efficace e attivando sinergie con l'allevamento del purosangue arabo. Anche Pisa, una delle poche piste con bilancio in attivo nel 2011, ha annunciato che con quel taglio di un milione di euro - che diventa 1,5 per gli ippodromi come Milano, Roma, Torino e Napoli - non sarà piu' possibile garantire l'attività.

LA LETTERA DI D'ALESIO - Nel 2012 dopo 115 anni rischiano di finire le corse all'Ardenza. L'Alfea che lo ha gestito da giugno all'ultimo convegno di dicembre, non sembra interessata a proseguire. E il bando per l'assegnazione della concessione da parte del Comune rischia di andare deserto, salvo un tentativo di Attilio D'Alesio che potrebbe organizzare una cordata per salvare il gioiello liberty dove i purosangue galoppano sull'erba a otto metri dal mare. L'ex direttore dell'impianto labronico in questi giorni ha scritto un'appassionata lettera aperta al sindaco di Livorno per salvare quello che da 115 anni è un patrimonio della città. E' curioso che il probabile fallimento dell'ippica italiana arriva mentre all'Assi, nel ruolo di segretario generale, ci sia un dirigente che a lungo tempo è stato legato a Snai e alla Trenno. Un tecnico appassionato e competente come Francesco Ruffo che, in questa epoca di pesanti sforbiciate ai bilanci dei ministeri e della spesa pubblica, non può che prendere atto che l'ippica non può piu' avere quel contributo statale che fino a ieri la teneva in piedi. Ci sembra ieri che Vivaldo Baldi, Sergio Brighenti e Nello Bellei si sfidavano davanti a diecimila spettatori sulla pista del Sesana. Sembrava invincibile quell'ippica, vitale, propulsiva e grande sport. Oggi sembra un vecchio film del tempo del cinema muto. La crisi chiude anche gli ippodromi. Per stare in piedi, il Sesana nel 2012 avrà bisogno anche dei montecatinesi, di quei passionisti veri del cavallo come coach Stefano Tommei, come la leggenda del Simmenthal Massimo Masini, come lo stesso sindaco. Se ci stringiamo tutti attorno e magari diamo un contributo di idee per salvare il vecchio ippodromo, forse la favola dei cavalli non è finita.

Fonte: Paolo Allegri - Raccontiamo Emozioni
 
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16/12/2011 - 19:14

AUTORE:
andrea f.

Aldilà di tutta la retorica degna del libro Cuore,provi ad ascoltare le parole di chi ha visto più corse di lei ed ai cavalli a dedicato tempo,soldi ed passione. Nella sua disamina ci dovrebbe dire quali sono gli errori commessi dagli addetti ai lavori,guidatori,allenatori,propietari ed artieri.Secondo lei costoro sono le vittime sacrificali di un sistema sbagliato,ma è un sistema che costoro hanno costruito e supportato per anni. Sono stati capaci di distruggere la scommessa Tris, che pure andava regolarmente in TV, con una serie infinita di "combine" in cui tutti traevano vantaggio, tutti tranne il pubblico che spesso rimaneva esterefatto da certi andamenti di corsa, e lei sig.Allegri dove era? Hanno introdotto nella routine la pratica del doping sistematico,sonde,cocaina e quant'altro,facendola sempre franca, hanno scambiato l'identità di cavalli, hanno riempito le scuderie di clandestini e lavoro nero,ma lei dov'era sig.Allegri ? Hanno permesso, con la pratica dei prestanome, alla malavita organizzata di presentarsi in doppiopetto in tutte le migliori competizioni nazionali, specialmente di trotto, con conseguente allontanamento della parte più sana dei propietari, schifati da tale compagnia, e regolando i conti del dopocorsa con violenze degne del far-west, ma lei dov'era sig.Allegri? Vuole che continui ancora? Potrei parlarle di certe inchieste della Magistratura che lei ha denigrato , di guidatori che mai hanno versato un contributo ai propri dipendenti, che hanno falsificato i conti dei propietari per anni , di persone che sono al vertice delle associazioni di categoria da decenni senza averne la statura morale, ma sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Se questa ippica si vuole salvare, deve prima fare pulizia al suo interno e rendersi credibile, dopo caso mai chiederà un sostegno, ma la gente ( leggi il pubblico scommettitore) non la puoi prendere in giro per sempre.