Quell’esproprio non s’aveva da fare, o, almeno, non nei modi seguiti dal Comune. E' questa la motivazione con la quale il tribunale monsummanese aveva accolto lo scorso anno le ragioni di un residente in una  vicenda che lo vedeva opposto al Comune. Motivo del contendere un terreno tra via Mameli e il fosso Candalla.
Il terreno, di proprietà di una terza persona, da oltre 20 anni era utilizzato dall’uomo che vi aveva ricavato un orto. Nel frattempo però il proprietario lo aveva venduto (nel 2006) al Comune. Dopo aver intimato lo sgombero, nel luglio scorso l’amministrazione è entrata in azione, rompendo il lucchetto del cancello e, con una ruspa, rimuovendo una rimessa per gli attrezzi e le varie coltivazioni.
Il giudice aveva poi imposto al Comune di «reintegrare immediatamente il l'uomo nel possesso del terreno», e aveva inoltre condannato il Comune a rifondere il ricorrente Gallicchio con spese di lite procedurale da 1.924,8 euro.

Un debito fuori bilancio approvato nell'ultimo consiglio comunale. Ma potrebbe non essere finita qui, anche perché sulla vicenda si attende ancora una sentenza definitiva da parte del Tribunale. E se la causa fosse persa dal Comune le spese potrebbero aumentare notevolmente.