C’è una frase ricorrente che gli istruttori non si stancano di ripetere: “Solo giocando il bambino impara che si può vincere e si può perdere, e che la volta successiva può arrivare ancora una vittoria o ancora una sconfitta, l’importante però è non cambiare gioco, e neppure compagni”. Da questo motto inizia e si muove tutto il lavoro dei Giovani Calciatori Monsummano, dei suoi tecnici e del suo staff dirigenziale.

Perché la scuola calcio ha un ruolo fondamentale, “sostituisce la formazione di strada, quella dei campetti, quella che una volta si faceva nelle piazze cittadine”, spiega Gianluca Teri (in foto), responsabile “sul campo” del settore giovanile amaranto e mister da quattro anni dei Pulcini classe 2002. “Il nostro obiettivo come allenatori è formare ottime persone che si possano costruire un corretto stile di vita –dice Teri- il bambino deve unire le capacità morali a quelle fisiche, tecnico e tattiche. Prima di insegnargli a giocare, vogliamo far capire quanto sia importante il rispetto delle regole, dei compagni e dei materiali utilizzati ogni giorno. Ed è per tutti questi motivi che il gioco del calcio deve andare di pari passo con l’istruzione scolastica: periodicamente i mister incontrano i genitori e si fanno portare le pagelle, e ogni quindici giorni noi tecnici ci riuniamo per analizzare il lavoro svolto nel breve periodo, per capire dove possiamo migliorare e se qualche aspetto particolare va perfezionato. Il calcio è sì impegno e sacrificio negli allenamenti, ma deve essere anche divertimento e gioco di gruppo”.

Ed è così importante che tutti siano uniti nel condividere un preciso percorso formativo. Chiude Teri: “Ognuno qui ha il suo ruolo per rendere più accogliente il centro sportivo, e il genitore deve accompagnare con il sorriso sia una vittoria che una sconfitta del proprio bambino”.