“Punti vendita a chilometro zero, più sicurezza nelle zone agricole e maggiore tracciabilità dei prodotti sono gli strumenti per combattere le agromafie e la contraffazione che in Italia rappresentano un freno insostenibile allo sviluppo della nostra agricoltura”. Lo ha detto Federico Gelli responsabile legalità e sicurezza del PD Toscana e candidato per la Camera dei Deputati alle Politiche 2013 durante l’incontro “Il rapporto tra Cibo e Clima"organizzato da EcodeDem Valdinievole che si è svolto sabato 2 febbraio a Montecatini Terme (Pt). Hanno partecipato anche i deputati e canditati del Pd alle Politiche 2013 Ermete Realacci e Susanna Cenni, Cinzia Scaffidi direttrice Centro Studi Slow Food e Pino Di Vita presidente regionale Ecodem. “La nostra battaglia per la legalità non si deve dimenticare delle campagne – ha continuato Gelli –  perché le agromafie secondo un rapporto della Coldiretti, fatturano dai 12 ai 17 miliardi di euro l’anno, quasi il 10% di tutto il giro d’affari del sistema agroalimentare italiano causando danni enormi a tutta la filiera e ai marchi di qualità Dop e Igp. Si stima che sono 50 i clan della criminalità organizzata che fanno affari sporchi in questo inserendo nel mercato prodotti contraffatti o adulterati a prezzi bassi con rischi per la salute dei consumatori; dalle finte mozzarelle di bufala, all’olio extravergine senza olio d’oliva fino ad arrivare al vino annacquato e ai formaggi prodotti con latte di dubbia provenienza Voglio ricordare che solo nel 2011 sono stati sequestrati 24 milioni di chilogrammi di queste merci per un valore di oltre 850 milioni di euro. Un fenomeno accentuato poi dalla crisi economica. Le mafie poi investono nell’agricoltura come dimostra il fatto che il più grande bene agricolo confiscato alla mafia in Italia è proprio l’azienda di Suvignano vicino Siena estesa 713 ettari. Poi c’è il fenomeno dello sfruttamento della manodopera nella campagne – ha sottolineato il responsabile legalità del Pd Toscana – soprattutto stranieri senza permesso di soggiorno, che sono vittime delle organizzazioni criminali e del caporalato. Un fenomeno preoccupante di cui non è esente nemmeno la Toscana con alcuni casi registrati nel settore vitivinicolo. Bisogna rimettere al centro della nostra agenda politica l’agricoltura e la sicurezza alimentare  – ha concluso Gelli - sostenendo gli agricoltori e organizzare una filiera agroalimentare veramente italiana controllata e trasparente dai campi fino ai consumatori, con prodotti immediatamente riconoscibili grazie all’etichettatura all’origine e dove sia chiaro il legame con il territorio di origine”.  Info: www.federicogelli.it