PESCIA - L’incredibile caso dei dipendenti della «Cibernella Sas» di Lappato: l’industria di calzature che il giorno prima c’era e il giorno dopo è sparita nel nulla lasciando una decina di dipendenti a bocca aperta davanti ad un cartello «Affittasi capannone». La novità è che i lavoratori difficilmente potranno vedere la cassa integrazione. Bisognerà aspettare prima il fallimento dell’azienda: l’udienza fallimentare è stata fissata al 17 dicembre e da qui a Natale difficilmente qualcuno vedrà un euro.

Il 2 settembre, finito lo stop «forzato» per cassa integrazione, i dipendenti si erano presentati regolarmente a lavoro ma del loro calzaturificio non c’era più traccia. Il titolare Albano Biagini (originario di Pescia) aveva staccato il cellulare. All’arrivo dei lavoratori il capannone è vuoto: niente macchinari, scrivanie e condizionatori. Così i dipendenti restano a piedi anche perché formalmente non sono stati neppure licenziati. Il caso arriva in Procura dove viene aperta un’inchiesta.

Intanto i sindacati hanno presentato domanda per accedere alla cassa integrazione, ma deve essere la Cibernella a completare i documenti da mandare all’Inps e Cibernella non c’è più. Gli atti sono stati spediti a tre diversi indirizzi: a Lappato, a Pescia e a Milano e le lettere sono tornate indietro perché l’indirizzo è inesistente.