Fabrizio Falasca, assessore alle politiche sociali e alle politiche giovanili, racconta come è stato celebrato il Giorno della Memoria in consiglio comunale.

"A Larciano il giorno della Memoria 2014 è stato commemorato in consiglio comunale, alla presenza di tutti i consiglieri, del sindaco, della giunta e dei ragazzi dell’istituto comprensivo Francesco Ferrucci.

Dopo l’apertura del sindaco Antonio Pappalardo, la parola è passata agli studenti, che con il loro scritti ci hanno fatto riflettere ed emozionare. Hanno toccato l’anima e il cuore di ognuno, chi leggendo pensieri già pubblicati, chi invece leggendo proprie riflessioni, frutto delle loro sensibilità e della capacità di entrare nei soggetti che avevan vissuto tali tragedie.

E’ arrivato poi il contributo del capo gruppo di maggioranza Di Vita e degli assessori, Magrini e Gabbanini, portando testimonianze sentite su un tema che tocca quel periodo storico, ma, purtroppo, ancora oggi attuale.

Ricordare e non dimenticare. Ai nostri ragazzi spetterà il compito di farlo, a noi spetta il compito di guidarli bene, con l’esempio nella vita di tutti i giorni, insegnando che odio e rancore non portano a niente di cui andar fieri, che la  diversità di razza o di religione non devono dividere nessuno, ma anzi tutto debbano anche incuriosire ad approfondire conoscenze che serviranno ad arricchirli.

In consiglio comunale ho scelto di leggere un passo da un’intervista che Primo Levi, deportato ad Auschwitz, rilasciò a Enzo Biagi nel 1982, che h ritenuto particolarmente adeguato per mandare un messaggio agli studenti: 'Domanda: Che cosa l ha aiutata a resistere nel campo di concentramento?
Risposta di Levi: Principalmente la fortuna. Non c'era una regola precisa, visibile, che faceva sopravvivere il più colto o il più ignorante, il più religioso o il più incredulo. Prima di tutto la fortuna, poi a molta distanza la salute e proseguendo ancora la mia curiosità verso il mondo intero, che mi ha permesso di non cadere nell’ atrofia, nell’indifferenza. Perdere l’interesse per il mondo mortale, voleva dire cadere, voleva dire rassegnarsi alla morte'.

L’ultimo passaggio è così attuale da dover essere sottolineato, ai ragazzi è necessario insegnare proprio questo: aver curiosità per il mondo e interesse per ciò che li circonda. Mai far morire la speranza del domani. Primo Levi lo ha fatto".