La manifestazione pubblica indetta lunedì mattina dall' Apit, Associazione Toscana Partite Iva, non ha avuto il 'via libera' da parte della Questura di Pistoia. Il programma prevedeva un ritrovo davanti allo Stabilimento Tettuccio rivolto a tutto il mondo del lavoro autonomo, con relativa 'marcia' verso il Comune ove sarebbe avvenuta la consegna simbolica delle chiavi delle attività artigianali e commerciali. Il tutto, beninteso, nel rispetto delle distanze stabilite dalle normative vigenti e con i manifestanti muniti di guanti e mascherine d' ordinanza. All' ultimo minuto, però, si è acceso il semaforo rosso da parte dell' Autorità di Pubblica Sicurezza, che di fatto ha bloccato un evento già messo in atto in altre città italiane. 

Questo 'stop' non ha tuttavia demoralizzato l' associazione che aveva organizzato la protesta. L' ha obbligata casomai a rivedere i suoi piani logistici. Lunedì mattina, infatti, ci sarà comunque un incontro fra una rappresentanza delle Partite Iva ed il Sindaco di Montecati terme Luca Baroncini. Il primo cittadino della città termale si presenterà infatti sulla scalinata del Municipio ove, a distanza di sicurezza, riceverà un comunicato redatto a nome dell' Associazione che, nella Provincia di Pistoia, è diretta da Ugo De Simone.
" La nostra mobilitazione - ci dice il segretario provinciale dell' Apit - è iniziata già da alcuni mesi.

L' eccessiva burocrazia e la famelica fiscalità hanno dato il via alle nostre proteste. I vari decreti con cui è stata poi affrontata l' emergenza corona virus hanno poi creato una situazione insostenibile. Abbiamo notizie drammatiche provenienti dal mondo del lavoro autonomo. Vi sono moltissimi artigiani e commercianti che stanno avendo seri problemi a provvedere all' acquisto di generi alimentari per sé e le proprie famiglie. Se poi ci mettiamo i ritardi nell' erogazione degli aiuti statali ( i famosi 600 euro sono per molti ancora una chimera...) abbiamo un quadro della situazione estremamente drammatico. 
La cosiddetta fase 2 - conclude De Simone - consente veramente poco spazio di manovra. 
In base ai decreti in essere, la quasi totalità delle attività potrà riaprire solo il primo di giugno. Pochi saranno coloro che potranno farlo prima. 
Il rischio di andare incontro ad una stagione di fallimenti è elevatissimo.
Con tutte le conseguenze di ordine sociale ed umano".

di Giancarlo Fioretti