L'associazione Palomar interviene sull'emergenza sanitaria.

"Non più di due settimane fa, in un precedente post, evidenziavamo tempestivamente la pericolosa tendenza all’aumento dei contagi che si stava manifestando nella nostra provincia, in particolare nella zona pistoiese. Rivolgevamo un invito pressante alle autorità locali a prendere atto della situazione e promuovere tutti gli atti conseguenti necessari. Non risulta sia avvenuto niente di tutto questo.

E’ pertinente una citazione riferita a Churchill: “Se non approfittiamo dell’emergenza per costruire su questa, non abbiamo appreso niente”. Da questo punto di vista si potrebbe dire che alcuni primati abbiano un processo di apprendimento finalizzato alla modifica del comportamento più efficace di quello degli esseri umani.

Le recenti notizie di stampa, che riportano i dati pubblicati regolarmente dall’Agenzia regionale di sanità, e confermate dall’Istituto per le applicazioni del calcolo del Cnr, mostrano in modo evidente la gravità della situazione: nella settimana 3-9 febbraio in provincia di Pistoia sono stati registrati 198 nuovi casi positivi ogni 100mila abitanti, rispetto a una media regionale di 124, con un incremento dell’80% rispetto alla settimana precedente, con una netta prevalenza della zona pistoiese rispetto alla Valdinievole.

Il virus ci ha impartito quindi anche stavolta la solita lezione: si muove e incrementa la sua diffusione con il maggior movimento delle persone, con la minore attenzione alle misure di prevenzione. Essere in “zona gialla” non corrisponde a un “liberi tutti”. Deve essere chiaro, una volta per tutte, che la prevenzione vera deriva solo da comportamenti virtuosi.

Il tracciamento dei contagi, per quanto efficace, se viene effettuato a posteriori di una diagnosi, è inevitabilmente in ritardo. Occorre, in situazioni di questo tipo, attivare tempestivamente azioni preventive di screening e tracciamento. Occorre, cioè, che anche nel territorio pistoiese, in accordo con le autorità locali, la Regione promuova le iniziative denominate “Territori sicuri” e “Scuole sicure”, in modo da spegnere sul nascere queste “bolle” di contagi.

Solidarizzare con le categorie produttive, i lavoratori, i commercianti e i ristoratori è doveroso affinché possano godere di adeguati ristori, ma è inefficace per la prevenzione. I fatti ci dicono che per convivere con il virus con un adeguato grado di libertà, senza sacrificare oltremodo queste categorie, occorre promuovere attivamente - con una comunicazione efficace e continua - comportamenti sicuri e vigilare perché questo avvenga. Non ci sono alternative, è bene metterselo in testa.

Rinnoviamo perciò in modo pressante l’invito al sindaco di Pistoia, estendendolo al presidente della Provincia e al prefetto per un efficace coordinamento sovracomunale ed il necessario raccordo fra le varie forze deputate ai controlli, perché si dispieghino tutte le energie necessarie su alcuni obbiettivi minimi: 
--invito continuo al rispetto dei comportamenti adeguati (mascherine, distanziamento, lavaggio mani)
-verifiche costanti sulle filiere di rischio
-attenzione particolare sulle scuole e i luoghi pubblici
-controlli sulle aree a maggior rischio di assembramento in città
-attivazione di azioni immediate di contenimento nel caso di repentini incrementi.

Ruolo primario delle istituzioni è governare i processi, non esserne spettatori".