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MONTECATINI
Il rider morto durante il lavoro riporta alla luce i problemi di una categoria fragile e senza tutele

2/2/2021 - 10:31

Il tragico incidente stradale, costato la vita a un rider nel tratto di via Camporcioni prospicente al ristorante Mc Donald, riaccende, inevitabilmente, le polemiche riguardo alle (scarse) tutele sindacali di una categoria costituita, in gran parte, da lavoratori di origine straniera.


Fermo restando che il tragico evento che ha interessato la nostra città sia un dramma soprattutto per il rider scomparso e la propria famiglia, vi è da capire se un inquadramento professionale diverso (oppure un livello di tutela più alto) possa far sì che questa tipologia di lavoro, cresciuta a dismisura a causa del lockdown, possa svolgersi in maggior sicurezza.


Un tempo, nelle grandi città, esisteva il servizio di Pony Express. Si trattava di compagnie private, che si servivano di studenti universitari e disoccupati motomuniti per consegnare lettere e piccoli plichi da un angolo all'altro della cerchia urbana. Erano i ruggenti anni Ottanta, e Jerry Calà ne trasse uno sfiziosissimo film diventato oggi un autentico cult.


Io stesso, fra un esame e l'altro, svolsi questa attività a Firenze, dove all'epoca risiedevo. In circa due anni, ricordo innumerevoli sinistri capitati agli improvvisati fattorini che, molto spesso, per riparare i danni al loro mezzo di trasporto, erano costretti a ricorrere a collette fra parenti e amici.


Fortunatamente, non ricordo nessun morto in servizio. Per assistere a un simile scempio, ho 'dovuto attendere' 36 anni, in un'epoca che, almeno sulla carta, dovrebbe essere più prodiga di diritti rispetto agli anni della Milano da bere...


Il limbo in cui si trovano i rider, a metà strada fra il lavoro autonomo e quello dipendente, ne fa per forza di cose una categoria fragile. Le moderne applicazioni telematiche di smistamento del lavoro hanno sì facilitato questa attività, ma non hanno chiarito affatto l'inquadramento di questi lavoratori.


Inoltre, rispetto ai primordi degli anni Ottanta, oggi i rider (o fattorini motomuniti o in bicicletta che dir si voglia) si occupano quasi esclusivamente di consegne alimentari.


Vale a dire che, nello scorrere di poche ore (di norma dalle 19 alle 23 e con i 'dpcm' anche le 22...) sono chiamati a svolgere un gran numero di consegne, per poi magari 'oziare' per il resto della giornata. È umano che, stando così le cose, le ore di lavoro 'vivo' siano vissute con particolare intensità.


Ora, mesi addietro, l'Ugl riuscì a fare firmare, alle principali piattaforme della consegna a domicilio, un contratto collettivo di lavoro, vincolante per tutta la categoria. Magari non sarà stato il 'miglior accordo possibile', ma era comunque un primo passo verso il raggiungimento di una posizione lavorativa migliore per questo mondo ancora alla ricerca di una sua definizione. Si introduceva il principio della retribuzione dei tempi di attesa, quello dell' indennità causa maltempo e altri miglioramenti finora solo futuribili. Della serie " piuttosto che niente, piuttosto..".


Sin dal giorno successivo a tale accordo, però, abbiamo assistito a un'autentica levata di scudi da parte delle altre sigle sindacali, che hanno obiettato non tanto sul merito dell'accordo, quanto sulla sigla che lo aveva sottoscritto (l'Ugl ).

 

Ora, non stiamo qui a...sindacare sulla natura stessa dell' accordo. Del resto lo ha già fatto a suo tempo la Ministra del Lavoro Catalfo che, di fatto schierandosi con i contrari al contratto siglato dall'Ugl, ne ha sospeso la validità.


Diciamo soltanto che i rider, come tutti coloro che lavorano nel settore dei trasporti e delle consegne, sono esposti a dei rischi notevoli. Diciamo soltanto che non si può solo distruggere, ma anche costruire. Diciamo soltanto che il rider che ha perso la vita è un caduto del lavoro. Autonomo o dipendente che sia.


di Giancarlo Fioretti

 

«Il dolore per la morte di Romulo Sta Ana e la vicinanza che in tanti esprimiamo alla sua famiglia in un momento così tragico deve trasformarsi in un impegno fattivo di tutti per affermare i diritti di una categoria di lavoratori così debole sia sul fronte dei diritti che della sicurezza. La Regione Toscana, pur avendo spazi limitati in materia, ha iniziato un percorso con le parti sociali nella scorsa legislatura ed intende portarlo avanti. Personalmente, come componente della commissione sviluppo economico, porterò avanti un’iniziativa con la giunta regionale per incrementare le azioni dirette alla difesa della dignità e dei diritti dei rider. Questa tipologia di lavoro ha un inquadramento normativo insufficiente e rischia di trasformarsi in una forma moderna di sfruttamento. Non possiamo più accettarlo».

Così Marco Niccolai, consigliere regionale Pd, sulla vicenda del tragico incidente sul lavoro in cui ha trovato la morte Romulo Sta Ana a Montecatini Terme.

 
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3/2/2021 - 12:53

AUTORE:
Non importa

Sono d'accordo che debba essere considerato infortunio sul lavoro e sono altresì d'accordo che i rider debbano essere più tutelati. Ma detto questo, il mio intervento era più una critica alla maniera di comunicare del sindacato che una presa di posizione sulla vicenda.

3/2/2021 - 12:49

AUTORE:
Non importa

Benissimo... quando non siamo d'accordo si insulta e si denigra l'interlocutore. Tipico di chi vuole avere ragione per forza. Sei solo un gran maleducato.

2/2/2021 - 22:09

AUTORE:
Marco Marco

disarmante e deprimente il primo commento.
Si riduce quanto accaduto a una superficialità di livello bambinesco. Il risultato questo anche di anni di "informazione" frivola della maggior parte della stampa italiana.
Il comunicato di Fioretti coglie l'evento nella sua ampia tragicità a prescindere dall'opinione espressa sull'aspetto sindacale specifico. I rider sono una categoria giovane eppure già costellata di numerosi morti e feriti in un Paese dove il mondo del lavoro fa annualmente morti e feriti come una guerra. Questa recente figura professionale lavora in condizioni indecenti e con poche per non dire nulle tutele.
Una tragedia del genere dovrebbe spingere a una riflessione più profonda e articolata della realtà che stiamo vivendo.

2/2/2021 - 16:16

AUTORE:
Andrea

In realtà, per la natura stessa del servizio svolto, che si svolge necessariamente percorrendo la viabilità, questo tipo di sinistri coinvolge anche l'aspetto della sicurezza sui luoghi di lavoro. Di conseguenza non ritengo assolutamente fuori luogo l'intervento dei rappresentanti sindacali.

2/2/2021 - 16:06

AUTORE:
Massimo

BRAVO NICCOLAI BEL DISCORSO MA I POLITICI QUANDO PROMETTONO DI SOLITO...........

2/2/2021 - 11:13

AUTORE:
Non importa

Qui c'è un incidente stradale con un morto. Ci sarà un'indagine, si stabiliranno le responsabilità. Se proprio vogliamo parlare di sicurezza, parliamo di sicurezza stradale.
Per la sicurezza sul lavoro e l'inquadramento della categoria e dei suoi diritti, se ne dovrebbe discutere in altre sedi.
Mi dispiace, ma questo articolo mi sembra un prendere la palla al balzo per tirar acqua al mulino del sindacato. Sarei contento di sbagliarmi!