Ieri si è chiuso in primo grado, presso il Tribunale militare di Roma, il processo per l’Eccidio del Padule di Fucecchio.
Per il Tribunale sono colpevoli del massacro avvenuto il 23 agosto 1944, l’ex capitano Ernst Pistor, l’ex maresciallo Fritz Jauss e l’ex sergente Johan Robert Riss, all’epoca appartenenti a diversi reparti della 26/a divisione corazzata dell’esercito tedesco ai quali è stata inflitta la condanna dell’ergastolo.  Un quarto imputato, l’ex tenente Gherard Deissmann è deceduto a processo iniziato.
I quattro hanno contribuito a causare la morte di 184 persone: 94 uomini (soprattutto anziani), 63 donne e 27 bambini tra cui anche alcuni neonati.                     
L’azione penale è andata ad aggiungersi ad altre azioni già definite per analoghe vicende che hanno insanguinato   il nostro territorio a conclusione dell’inchiesta condotta dal Procuratore Militare Marco De Polis, che è stato il Pubblico Ministero nel processo.
Il Comune e il Comitato per le Onoranze ai Martiri del Padule di Fucecchio si erano costituiti parte civile nel procedimento penale, così come altri enti  e i parenti delle vittime della strage.

"La decisione - dice Pier Luigi Galligani, sindaco e presidente del Comitato Martiri - fu ispirata, fondamentalmente, da un profondo senso di giustizia e di dignità di fronte al sacrificio di persone inermi che furono vittime dell’Eccidio, facendoci interpreti di un sentimento condiviso dalla popolazione a partire dai superstiti e dai familiari. Finalmente questa sentenza contribuisce a dare una risposta alla ricerca di verità, che in passato non si è perseguita fino in fondo, facendo giustizia dopo tanto tempo e di cui non va sottovalutato il valore storico, che prevale sugli effetti della condanna nei confronti di imputati al crepuscolo della vita".