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Chiedo scusa, forse non ho capito io.

Se le inadempienze che dichiari sono dl 2015 e del 2019, perché avrebbero dovuto rifiutare il rinnovo nel 2012?
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Il lungo weekend dell’Epifania ha riportato in campo i ragazzi del settore giovanile di Pistoia Basket Junior.

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Prime gare podistiche dell’anno e Silvano Fedi già protagonista negli appuntamenti del calendario.

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Inaugurazione della mostra “Voce interiore - quiete introversa”.

Ferragosto nella valle
quanto caldo che mi assale.

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LAMPORECCHIO
Modificare gli stili di vita con il progetto "Mangiar bene non ha età"

30/5/2013 - 17:51

Legambiente invia il resoconto finale del progetto "Mangiar bene non ha età", realizzato con il contributo della Fondazione Caripit.

"Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) la sovralimentazione ha raggiunto proporzioni epidemiche, con più di 1,6 miliardi di individui sovrappeso, di cui circa 400 milioni clinicamente obesi. I livelli di obesità in Italia non sono così allarmanti come quelli registrati in alcuni paesi come gli Stati Uniti, tuttavia più di un terzo della popolazione adulta risulta in sovrappeso e quasi un italiano su dieci è obeso.


Il sovrappeso rappresenta uno dei principali fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo di malattie croniche e di gravi disabilità, in particolare predispone all’insorgenza di patologie cardiovascolari (ipertensione, ictus, infarto), del diabete, di complicanze osteoarticolari.

 

La causa principale dell’eccesso di peso è lo squilibrio energetico tra le calorie assunte giornalmente attraverso l’alimentazione e le calorie bruciate attraverso il metabolismo e l’attività fisica. Le scorrette abitudini alimentari e uno stile di vita sedentario rappresentano le principali cause determinanti tale squilibrio. Il recupero di un comportamento alimentare corretto è quindi indispensabile per ridurre i rischi per la salute, seguendo una dieta equilibrata ed impegnandosi con regolarità nell’attività motoria.

 

Tuttavia la maggior parte delle persone non riesce ad osservare un regime alimentare corretto ed equilibrato, senza cedere alle tentazioni e mantenersi attivi e motivati. Entrano in gioco, infatti, fattori cognitivi ed emotivi, convinzioni disfunzionali sempre più radicate, che possono compromettere un programma alimentare adeguato.


Nelle persone anziane, inoltre, possono coesistere scarse conoscenze sui principi nutritivi, errate convinzioni in merito alle principali combinazioni alimentari, scorrette abitudini consolidate nel tempo o legate alla gestione di alcune patologie croniche, per cui l’alimentazione nella terza età rappresenta un’importante tema di rilevanza clinica con significative ricadute sociali (famiglia, caregiver) che dovrebbe sollecitare la ricerca di soluzioni e strategie di intervento per garantire maggior benessere ed efficienza fisica e mentale.ù


Il progetto di Legambiente “Mangiar bene non ha età”  (finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e rivolto a persone sopra i 65 anni di età), condotto dalle dottoresse Gamenoni e Gozzi, ha permesso di realizzare importanti obiettivi formativi e di raggiungere risultati apprezzabili dagli stessi partecipanti, in termini di perdita di peso ed acquisizione di corrette abitudini alimentari.


Il corso ha previsto interventi sia sugli aspetti psicologici e motivazionali del sovrappeso, che sugli aspetti qualitativi e quantitativi di una corretta alimentazione.


Nei primi incontri sono state analizzate le motivazioni dei partecipanti a modificare il proprio stile di vita e ad acquisire adeguate abitudini alimentari, nonché a valutare i vantaggi e gli svantaggi di tale cambiamento. Tale considerazione è risultata essenziale in quanto i comportamenti alimentari sono mantenuti da un sistema di rinforzi (vantaggi) e all’evitamento di piccole punizioni (es. rinunce).

 

La persona che intende perdere peso ed apprendere nuove abitudini alimentari deve acquisire consapevolezza delle possibili difficoltà e riuscire a mantenere un comportamento adeguato nonostante l’assenza di vantaggi immediati. I partecipanti hanno avuto la possibilità di riflettere sugli aspetti emotivi e sui significati del cibo; all’inizio del programma sono stati pesati singolarmente, è stato calcolato il loro Bmi (Indice di Massa Corporea) e sono stati invitati a compilare individualmente (per tutta la durata del programma) un diario alimentare.

 

L’utilizzo di tale strumento ha permesso di rilevare le principali abitudini e gli errori nutrizionali più comuni, aiutare a far acquisire alle persone maggiore consapevolezza rispetto al cibo introdotto, ridurre i rischi della fame nervosa, individuando le principali emozioni legate alla fame emotiva e le situazioni maggiormente a rischio.

 

Negli incontri successivi sono stati presentati i principi nutritivi contenuti negli alimenti, le tecniche di cottura da preferire, le indicazioni per un’alimentazione più sana e alcune strategie comportamentali per controllare gli stimoli che portano a mangiare in eccesso. Sono stati dedicati, inoltre, alcuni incontri formativi volti a sensibilizzare i partecipanti verso una maggiore attenzione alla lettura delle etichette dei prodotti alimentari e ad orientarsi nel mercato pubblicitario.

 

Numerose evidenze sottolineano come la presenza di obiettivi non realistici di perdita di peso e la difficoltà a controllare a lungo termine il peso corporeo rappresentino uno dei fattori più importanti nel favorire dapprima l’abbandono del tentativo di dimagrire e in seguito il mantenimento del peso corporeo perduto.

 

E’ stato per cui necessario includere nel programma tecniche cognitive e comportamentali finalizzate all’accettazione di una ragionevole perdita di peso corporeo ed al contrasto dei fattori che favoriscono il recupero ponderale: l’automonitoraggio (dell’alimentazione, dell’attività fisica, del peso corporeo), il controllo degli stimoli, il riconoscimento di situazioni ad alto rischio (che possono favorire le ricadute), la ristrutturazione cognitiva per discutere e modificare il senso di fallimento eventualmente presente in seguito ad una ricaduta, il seguire un’alimentazione equilibrata e l’adottare uno stile di vita attivo.

 


Nel corso del progetto sono state, inoltre, effettuate due uscite sul territorio: la prima presso la Coop di Lamporecchio, che ha gentilmente messo a disposizione i propri locali per effettuare la simulazione di una spesa, e una visita guidata presso l’azienda agricola Forra’Pruno, in cui i partecipanti hanno avuto la possibilità di consumare una salutare colazione, osservare e conoscere i prodotti del territorio.

 

I partecipanti al programma hanno accolto con positività le indicazioni proposte e hanno gradualmente modificato alcune loro abitudini alimentari; nel complesso sono state rilevate perdite di peso corporeo che sono oscillate tra i 2,5 kg e i 7,3 kg. Tali risultati appaiono pienamente soddisfacenti considerando che sono stati ottenuti in piena autonomia dalle persone, senza l’apporto di una dieta specifica individuale, ma semplicemente offrendo ai partecipanti informazioni, strategie ed indicazioni sulle loro abitudini alimentari e sul loro stile di pensiero.


Il setting di gruppo, inoltre, ha favorito la socializzazione, la condivisione di esperienze e strategie di problem solving, ha permesso di diluire la paura e il pregiudizio della patologia, incoraggiato l’uscita dall’isolamento sociale, la motivazione e lo scambio relazionale.


Gli organizzatori ringraziano per la collaborazione e la disponibilità l’A.P.A. Croce Verde di Lamporecchio e i medici di base dei Comuni di Lamporecchio e Larciano.

Fonte: Legambiente
 
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