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Chiedo scusa, forse non ho capito io.

Se le inadempienze che dichiari sono dl 2015 e del 2019, perché avrebbero dovuto rifiutare il rinnovo nel 2012?
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VALDINIEVOLE
Magnanensi: “Numero alunni non può essere solo elemento che determina perdita d'autonomia istituti agrari"

24/9/2013 - 16:47

In considerazione della prossima riorganizzazione della rete scolastica provinciale, in particolare sulla situazione degli istituti superiori della Provincia, l’intervento dell’assessore all’istruzione della Provincia di Pistoia, Paolo Magnanensi.
 
“Prendo spunto dall’appello, lanciato dalla dirigente dell’Istituto Anzillotti di Pescia, Siriana Becattini, alcuni giorni fa sulla stampa locale, per una riflessione più generale sulla situazione delle scuole superiori della provincia di Pistoia, alla vigilia del nuovo piano annuale provinciale di riorganizzazione della rete scolastica.


A novembre, infatti, il consiglio provinciale sarà chiamato a pronunciarsi su eventuali accorpamenti e su nuovi indirizzi richiesti dalle singole istituzioni scolastiche.


I dati recentemente segnalati dall’Osservatorio scolastico provinciale mettono in luce come l’offerta formativa del territorio pistoiese sia tale, per quantità e qualità, da richiamare ogni anno centinaia di studenti, anche dalle province limitrofe.


Restano, tuttavia, alcune criticità che, sia per fattori esterni che per motivazioni territoriali, non siamo ancora riusciti a sciogliere.


In provincia, infatti, in base alla normativa nazionale, ci sono tre istituti superiori che hanno perso la propria autonomia: l’istituto tecnico agrario Anzilotti di Pescia, l’istituto professionale Barone de Franceschi e l’istituto professionale Pacinotti di Pistoia.


Tutti e tre, non raggiungendo il minimo di 600 alunni per istituto, perdono il diritto ad avere sia un dirigente scolastico, che un direttore dei servizi amministrativi.


Questi istituti, in pratica, di anno in anno, sono guidati da dirigenti “reggenti”, titolari in un’altra scuola e, spesso, impossibilitati a sviluppare strategie a medio e lungo termine, dato che la loro prospettiva futura risulta incerta e limitata nel tempo. Lo stesso vale per il direttore amministrativo.


Il risultato è che queste scuole, nonostante la buona volontà dei dirigenti “reggenti”, ma vista la precarietà del loro ruolo, corrono il rischio di una lenta, quanto costante, perdita di credibilità e appetibilità dell’offerta formativa sul territorio.


Se è vero che le istituzioni scolastiche non sono guidate da “un sol uomo”, perché a coadiuvare i dirigenti ci sono i collegi docenti e i consigli di istituto, tuttavia un rappresentante istituzionale capace di prendere impegni per il futuro è certamente più autorevole di chi si trova a occupare una reggenza annuale.


A tal fine, stiamo aspettando da anni una norma nazionale che faccia chiarezza, abolendo il limite degli alunni nei singoli istituti e prefigurando una media di studenti regionale in base alla quale calcolare il numero dei dirigenti; né più né meno di come è accaduto per gli istituti comprensivi.


Purtroppo, le norme sul tema contenute nel recente decreto sulla scuola, presentato dal Ministro Carrozza, rimandano alla conferenza unificata e sottolineano che, dalla loro attuazione, non possono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.


Ne consegue che anche quest’anno ci troveremo a progettare strategie future in assenza di un quadro normativo preciso.


Un contesto non facile, nel quale mi preme sottolineare due questioni. La prima è che gli istituti agrari non possono essere considerati alla stregua delle altre scuole superiori, perché gestiscono anche un’ azienda agraria, un convitto e un semiconvitto. Sono istituti che hanno una complessità organizzativa intrinseca e che, come tali, a prescindere dal numero di studenti, necessitano di propria autonomia e di essere guidati da un dirigente e un direttore amministrativo titolari, non “presi in prestito per una stagione”. Condivido, pertanto, la posizione della dirigente Becattini e invito l’Amministrazione statale a riflettere sulla condizione degli agrari con annessi azienda agricola e convitto, che dovrebbero essere oggetto di normative ad hoc.


Diversa la situazione dell’istituto professionale Pacinotti di Pistoia, soprattutto in vista della costituzione dei poli tecnico professionali. Al momento non è opportuno mettere in campo scelte definitive, ma, una volta che il quadro normativo nazionale diventerà chiaro, sarà necessario lavorare per dare un assetto stabile anche a questo istituto.


Nel caso in cui, infatti, il contingente di presidi assegnati alla Provincia e stabilito nella conferenza unificata risultasse sufficiente, l’istituto avrebbe un proprio dirigente e un direttore amministrativo; ma, se dovessero essere confermate le norme attuali, allora ritengo che non sarebbe più possibile rimandarne l’accorpamento, prospettiva che garantirebbe una dirigenza stabile e duratura, in grado di programmare le strategie.


L’obbiettivo comune  resta quello di rendere le nostre istituzioni scolastiche stabili nel tempo e capaci di offrire ai giovani un’ offerta formativa sempre più qualificata e all’altezza delle nuove sfide”.

Fonte: Provincia di Pistoia
 
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