Gli sfratti per morosità registrano un'impennata di oltre il 10% nel primo semestre dello scorso anno rispetto all'intero 2012, per un totale di 34.756, ovvero il 90% del totale degli sfatti emessi, questi ultimi invece complessivamente pari a 38.869. Sono questi i dati che emergono da elaborazioni condotte dal Sunia di Pistoia sugli ultimi dati disponibili del Ministero dell’Interno sull’andamento delle procedure di sfratto relativo al periodo gennaio-giugno 2013.

Secondo il report del Sunia, la provincia Pistoia ha registrato nel primo semestre 2013 il seguente numero di sfratti:

sfratti emessi in provincia di Pistoia: 273 (di cui 265 morosità; 8 finita locazione);

sfratti emessi nel comune Pistoia: 91  (di cui 88 morosità; 3 finita locazione);

sfratti eseguiti in provincia Pistoia: 109 

In attesa dell’uscita dei dati riferiti al secondo semestre 2013 si evidenzia come il trend,provinciale, confermi la tendenza nazionale con un incremento del numero degli sfratti di circa il 10%. 

“Sono dati che purtroppo confermano l’allarme che da tempo avevamo lanciato – sostiene il Sunia di Pistoia - : senza misure di contrasto in pochi anni il dramma degli sfratti per morosità avrà colpito oltre mezzo milione di famiglie".

In relazione agli ultimi eventi, poi, il Sunia di Pistoia precisa come “il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato per il prossimo mercoledì che verranno affrontati nodi quali: il tema degli affitti a prezzi accessibili e l’housing sociale, finanziamenti per il fondo affitti e per la morosità incolpevole, il nodo delle risorse per ristrutturazioni di abitazioni degli istituti autonomi di case popolari, detrazioni per gli inquilini in affitto in edilizia sociale”. 

Circa queste anticipazioni il Sunia di Pistoia si augura che “questa volta l’impegno venga mantenuto e soprattutto che il provvedimento contenga finalmente una inversione di tendenza nelle politiche abitative: rilancio vero del mercato dell’affitto a canoni sostenibili, sviluppo dell’edilizia sociale, finanziamenti certi e continuativi che permettano una programmazione finalizzata ad aumentare l’offerta ed il sostegno delle fasce più deboli. Non vorremmo trovarci  - di fronte all’ennesima riedizione di misure indirizzate quasi esclusivamente alla casa in proprietà, che nulla hanno a che vedere con la domanda che il disagio abitativo esprime”.