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VALDINIEVOLE
Caccia: al via il prelievo non conservativo del capriolo nelle aree non vocate alla specie

28/7/2014 - 13:44

Prende il via il prossimo 15 agosto il prelievo non conservativo del capriolo nelle aree non vocate alla specie del territorio provinciale, sulla base di un apposito piano che ha ottenuto il parere positivo dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
 
La creazione dei distretti non conservativi è una delle scelte qualificanti del nuovo Piano faunistico venatorio provinciale (Pfvp), approvato a dicembre 2013.


In base al Pfvp, il territorio dove è consentita la caccia degli ungulati è stato diviso in 2 tipi di zone (aree non vocate e vocate), che vengono gestite con criteri diversi, al fine, da un lato, di fronteggiare al meglio le problematiche della convivenza con queste specie in territori con particolare criticità, dall’altro, di salvaguardare contemporaneamente zone dove le popolazioni possono continuare a svilupparsi, seppur entro densità ben programmate.
 
In particolare, sono state individuate come aree non vocate (definite da Ispraanche “aree problematiche”) quelle caratterizzate da aree agricole produttive o infrastrutture, dove la presenza di ungulati provoca frequenti danni alle colture agricole e significative problematicità legate agli incidenti stradali: in queste zone, si applica una gestione di tipo non conservativo, ovvero orientata alla riduzione della presenza della specie e quindi delle criticità che questa presenza comporta.


Per le aree vocate, aree montane e pede-montane, invece, dove i problemi di convivenza sono legati al numero eccessivo di animali, la gestione è orientata al mantenimento della specie in  densità compatibili all’ambiente.
 
Rispetto a quanto avvenuto in passato, il piano specifico che prenderà avvio dal 15 agosto racchiude importanti novità. Oltre all’obiettivo, condiviso da Ispra per le aree non vocate, di una gestione non conservativa della specie, con tassi di prelievo molto maggiori rispetto a quelli definiti normalmente dall’Istituto per le aree vocate, questo intervento si caratterizza per l’uso esclusivo del prelievo selettivo ordinario (senza far ricorso, quindi, all’applicazione dell’art. 37  - “Controllo della fauna selvatica” - della legge regionale n.3/94). Così facendo, il coinvolgimento diretto dei selecontrollori, organizzati all’interno dei nuovi distretti non conservativi e già operanti nei distretti conservativi dell’area vocata, consente di perseguire in maniera più costante gli obiettivi di contenimento del danno, mentre i metodi di controllo individuati ai sensi dell’art 37 della legge regionale  ritornano a essere un’opzione straordinaria da utilizzare in maniera locale e puntuale.


I selecontrollori, iscritti ai Distretti non conservativi dell’Atc Pistoia 16, hanno partecipato alla composizione del piano sottoposto a Ispra e prenderanno parte ai monitoraggi che consentiranno di verificare l’efficacia degli interventi stessi; i monitoraggi saranno, infatti, realizzati a intervelli temporali prefissati,  attraverso le tecniche indicate da Ispra e sotto il controllo e il coordinamento della Provincia di Pistoia e dell’Atc Pistoia 16.


Questo provvedimento provinciale arriva a conclusione di un lungo percorso, avviatosi con la prima stesura dell’ultimo Piano faunistico venatorio provinciale, attraverso la definizione delle aree non vocate , basata sulla creazione di una “mappa del rischio di impatto degli ungulati”, mediante la georeferenziazione di dati faunistici, ambientali e territoriali in possesso dell’ente.


La definizione delle aree non vocate e i metodi gestionali da intraprendere al loro interno sono stati poi oggetto di concertazione con i gli attori del mondo agricolo, venatorio, ambientalista e istituzionale e sono stati sottoposti, così come tutto il Pfvp, alla procedura di Vas (Valutazione Ambientale Strategica).
 
Non solo, il piano presentato a Ispra si è basato anche sulle recenti linee guida per la gestione degli ungulati redatte da Ispra stesso, fornendo i dati necessari a supportare l’individuazione di queste aree come incompatibili alla presenza del capriolo (danni, prevenzioni danni, incidenti, caratteristiche del territorio come aree agricole e sub-urbane) e modalità gestionali compatibili con quanto indicato dall’Istituto.


Il prelievo selettivo ordinario non conservativo, con le caratteristiche sopra descritte, si svolgerà per la prima volta in Toscana con parere positivo dell’ISPRA: a livello nazionale l’unica esperienza in corso è quella in atto nelle aree di pianura dell’Emilia Romagna.


Il prelievo seguirà la regolamentazione della Provincia e dell’Atc Pistoia 16 ad oggi vigente e sarà sottoposto alla vigilanza della polizia provinciale.  Con tempi e modi diversi, nelle stesse aree non vocate sarà attivato nei prossimi mesi il prelievo non conservativo anche di cervo e cinghiale.

Fonte: Provincia di Pistoia
 
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