Valdinievole OGGI La Voce di Pistoia
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Iniziando dalle imprese .....
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PISTOIA
La giornalista e studiosa Cernigoi scrive al sindaco: "Frasi offensive che avrebbe evitato leggendo il mio libro"

22/1/2020 - 11:20

A seguito della presa di posizione, da parte del sindaco e di altri esponenti di Fratelli d’Italia, favorevole alla mancata concessione dell’Auditorium “Terzani” per una conferenza su “I crimini fascisti in Jugoslavia e le foibe”, promossa dal Centro di documentazione e da Pistoia antifascista, la relatrice Claudia Cernigoi ha inviato al sindaco la lettera aperta che riportiamo di seguito.
 
"Egregio signor sindaco, ho letto con disappunto il comunicato diffuso da lei e da altri esponenti di Fratelli d’Italia in merito alla conferenza che mi vede come relatrice, iniziativa alla quale la sua amministrazione ha deciso di negare l’uso di una sala pubblica.


Le significo che trovo estremamente offensive, nonché diffamatorie, svariate sue affermazioni: iniziando dal termine «di carattere negazionista» usato per definire l'iniziativa nel suo complesso e di conseguenza anche il mio specifico intervento, considerando che non ho mai operato alcun genere di “negazionismo” in alcun settore della ricerca storica di cui mi occupo ormai da più di vent’anni.

 

Proseguo con la frase: «tristemente nota alle cronache per aver definito il dramma delle foibe una “montatura gigantesca”», e, rappresentando che la definizione di “tristemente nota” attribuito a una persona è di solito riservato a persone che hanno commesso reati di una certa gravità, anche morale, per cui lo ritengo particolarmente offensivo nei miei confronti, le chiedo, dato che si è preso la briga di virgolettare le parole che mi attribuisce, di specificare quando e dove avrei pronunciato o scritto quelle parole, dato che a me non risulta di essermi mai espressa nei suddetti termini.


Sorvolo sul fatto che il convegno di Cologno Monzese che lei cita come mio ennesimo “tentativo” di parlare si è svolto regolarmente l’anno scorso, pur in una sala diversa da quella negata dall’amministrazione comunale (che aveva, casualmente, usato la stessa terminologia che leggo nel suo comunicato «convegno di carattere negazionista»), per soffermarmi sulle successive frasi «ha pubblicato un “libro” (virgolettato: secondo lei non sarebbe un libro, un volume di 300 pagine contenente una quantità di dati desunti da fonti archivistiche, citate in modo da poterle reperire e verificarne l’autenticità?) dal titolo piuttosto eloquente: “Operazione Foibe tra storia e mito”». Il titolo è effettivamente eloquente, per chi ha una anche minima conoscenza della lingua italiana: sta a significare che la questione delle “foibe” è stata negli anni trattata sia in termini storiografici che in termini “mitologici”, ossia creando una mistificazione basandosi su fatti non avvenuti e su documenti falsi, cosa che ho denunciato in base a prove documentali.

 

Immagino che lei non si sia preso l’impegno di leggere quanto ha criticato, altrimenti (oltre a evitare di usare il termine «farneticazioni» per i miei studi, termine che non può rientrare nel “diritto di critica” né essere considerato “continente” in linguaggio giuridico) avrebbe anche potuto prendere atto delle conclusioni che ho tratto alla fine del mio scritto, e cioè che «Un’unica lezione bisogna trarre da questi fatti: mai più nazionalismi, mai più violenze, mai più guerre; e impari finalmente l’uomo, come diceva Brecht, ad essere un “aiuto all’uomo”».


Se lo avesse letto, avrebbe forse evitato l’ennesima diffamazione nei miei confronti, e cioè definire «manifestazione d’odio» la conferenza a cui sarò relatrice (e che si svolgerà, nonostante la negazione dell’uso della sala da parte dell’amministrazione).


È vero che non ho titoli accademici da far valere (sono una giornalista, iscritta all’Albo dal 1981, e non una docente), ma ho al mio attivo una bibliografia di tutto rispetto, sono stata membro della commissione per il Museo della Risiera di San Sabba e consulente storica per la difesa (avvocato Livio Bernot del Foro di Gorizia) nel corso del processo contro Oskar Piškulić. Non credo che abbiate chiesto un curriculum a ogni relatore che ha parlato nella sala a me negata, pertanto ritengo del tutto pretestuosa (oltre che, nuovamente, gratuitamente offensiva), anche questa motivazione addotta per negare l’uso della sala.


Mi riservo comunque di procedere per le vie legali, per quanto riguarda le affermazioni diffamatorie nei miei confronti".

Fonte: Centro di Documentazione di Pistoia
 
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24/1/2020 - 13:14

AUTORE:
luigi filippo d'Orléans

Chi commenta con queste battute , almeno capisce di cosa stiamo parlando ? Ne dubito . Altrimenti potrebbe , se ne avesse gli istrumenti, spiegare il suo pensiero .

24/1/2020 - 13:12

AUTORE:
luigi filippo d'Orléans

Chissà come è felice quando si riempie la bocca col KOMUNISTI .
Che tristezza ....

24/1/2020 - 13:10

AUTORE:
alessandro

Da molto tempo si sta costruendo una specie di falso.
L'anticomunismo del dopoguerra , vive ancora nella mente inadeguata di certi poveretti .
Dopo anni in cui la componente fascista che tirava fuori la testa era una elite , ora è diventata ostentazione ed orgoglio .
Il paese che non ha mai fatto i conti col fascismo , ne cerca una rivalutazione . Si cerca di giustificare e giustificarci , per i binari in cui , in vagoni piombati , spedivamo i nostri concittadini in Germania e altro non aggiungo .
La differenza sostanziale tra le vendette per delitti in jugoslavia (per semplicità) dei titini e l'uccisione di esseri umani incolpevoli , da parte di programmi di soluzione finale del problema ebraico è cosa ben diversa. Ma noi italiani , figli e nipoti e bisnipoti ci siamo macchiati o direttamente (5 kili di sale) o indirettamente coll'indifferenza e magari gradimento , vorremmo pareggiare il conto . Questo è mostruoso

23/1/2020 - 20:11

AUTORE:
Daniele

L'estremismo e la violenza dei komunisti rappresenta la nuova democrazia.
Poveri kommunisti come siete ridicoli

23/1/2020 - 14:06

AUTORE:
alessandro

I fatti relativi all'occupazione di territori da parte del Fascismo a seguito della prima guerra mondiale , la fascistizzazione e poi la guerra , hanno prodotto ferite profonde nelle popolazioni . Sia da parte del Regio Esercito sia delle Camicie Nere , molti furono gli episodi "inumani" e le prevaricazioni nei confronti dei civili .
Dopo che i partigiani titini riuscirono ad espellere le popolazioni di etnia italiana , ed i funzionari avari livelli che il fascismo aveva introdotto ,
la reazione ci fu e le vendette anche. Questo credo sia innegabile.
A questo punto nasce la diatriba del noi e loro , del chi prima , del chi più etc.
Questo è compito degli storici . Naturalmente , ferma restando l'onestà intellettuale dello storico , le conclusioni cui arriva possono divergere .
Decidere di non concedere una sala , non comporta nessun obbligo a supporto del diniego .
Attenzione però a sparacchiare in qua e la , solo perché una fascia tricolore o la qualifica di funzionario rende le persone convinte di essere depositarie della verità. Anzi ho proprio paura che chi mettesse su un negozio a Pistoia (ed altrove)per vendere cultura , morirebbe di fame per manifesto interesse alla merce

22/1/2020 - 14:24

AUTORE:
Ridicola

Un estremista di sinistra che per sua stessa ammissione "non ha titoli accademici da far valere". E voleva pure parlare in uno spazio pubblico?
A casa!