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PROVINCIA
"Riapre" il florovivaismo: vendita di piante e fiori nei vivai, boccata d’ossigeno per il settore

27/3/2020 - 10:45

Coldiretti interviene sul florovivaismo.

 

“Abbiamo ottenuto finalmente il chiarimento dal governo sul via libera alla vendita di piante e fiori in supermercati, mercati, punti vendita e vivai”. Lo rende noto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha scritto una lettera al premier Giuseppe Conte nel sottolineare che sul sito del Governo è stata pubblicata la Faq nella quale si precisa che “la vendita di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti e di altri prodotti simili è consentita”.


Nella nota – sottolinea la Coldiretti – si precisa che “l’art. 1, comma 1, lettera f), del Dpcm del 22 marzo 2020 ammette espressamente l’attività di produzione, trasporto e commercializzazione di “prodotti agricoli”, consentendo quindi la vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti etc. Peraltro – continua il testo - tale attività rientra fra quelle produttive e commerciali specificamente comprese nell’allegato 1 dello stesso Dpcm “coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali”, con codice Ateco “0.1.”, per le quali è ammessa sia la produzione sia la commercializzazione. Deve conseguentemente considerarsi ammessa – si conclude - l’apertura dei punti di vendita di tali prodotti, ma in ogni caso essa dovrà essere organizzata in modo da assicurare il puntuale rispetto delle norme sanitarie in vigore”.


“Lanciamo ora un appello alla grande distribuzione, ai mercati e a tutti i punti vendita aperti affinchè promuovano la vendita di fiori e piante Made in Italy” afferma il presidente della Coldiretti nell’invitare tutti gli italiani a mettere fiori e piante nei propri giardini, orti e balconi come segno benaugurante della primavera che segna il momento del risveglio con la mobilitazione #balconifioriti.


Si tratta di un risultato importante poiché – continua Coldiretti - senza fiori e piante sono a rischio 27mila imprese con 2,5 miliardi di fatturato che ora si trovano in gravissime difficoltà con il divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali e le difficoltà alle esportazioni dove l’Italia ha svolto fino ad ora un ruolo di leader nel mondo con il record per le spedizioni florovivaistiche che nel 2019 hanno raggiunto ben 904 milioni di euro di piante, fiori e fronde, dirette soprattutto in Francia (188 milioni di euro), Germania (159 milioni di euro) e l’Olanda (153 milioni di euro).


Il risultato dell’emergenza con il blocco delle vendite è stato quasi un miliardo di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai in Italia dove  – riferisce la Coldiretti – sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di fronde e fiori in vaso, le produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l’export di alberature e cespugli, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l’aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini.
 
Nel pieno rispetto di tutte le disposizioni sulle restrizioni per contenere il contagio i vivai ma continuano a lavorare per garantire la massima qualità di piante e fiori italiani e – conclude la Coldiretti - si stanno organizzando per fare consegne a domicilio, con contatti per telefono o mail, per consentire agli italiani di restare a casa senza rinunciare all’emozione di stare a contatto con la natura.

 

Sullo stesso tema interviene anche la Cia.

 

"Riapre il florovivaismo, è di nuovo possibile vendere fiori e piante nei vivai, anche al dettaglio. Una importante boccata d‘ossigeno per tutto il settore da settimane allo stremo, una grande vittoria della Cia e dell’Associazione Florovivaisti Italiani, che fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria Coronavirus si sono mobilitati verso le istituzioni nazionali ed europei per le sorti dell’intero comparto. E’ arrivato dopo tanto lavoro, incontri e richieste – sottolinea la Cia Toscana – una risposta positiva da parte del Governo. 

Sono 3.300 le aziende in Toscana, di cui 2.060 vivaistiche e 1.900 floricole, molte lo sono entrambi, e con un fatturato annuo di 900 milioni di euro, pari a un terzo dell’intera produzione agricola regionale. 940 di queste aziende sono associate alla Cia Agricoltori Italiani della Toscana.


«La risposta del governo – sottolinea il presidente Cia Toscana Luca Brunelli – rappresenta un primo punto di ripartenza per le aziende florovivaistiche, quelle che con l’inizio dell’emergenza sanitaria stanno vivendo le difficoltà maggiori. Basti pensare alla sospensione di tutte le cerimonie civili e religiose, e un atteggiamento ostile degli importatori esteri. Oggi con la possibilità di riaprire i punti vendita e di poter vendere piante e fiori anche al dettaglio il settore può provare a ripartire. Come Cia Toscana ci siamo battuti per questo ed oggi una prima risposta positiva. Abbiamo anche chiesto l’istituzione di un fondo specifico per rispondere alla crisi del mercato e al mancato reddito. Fondamentale sarà che l’Europa garantisca il giusto supporto e misure straordinarie al settore agroalimentare che, nell’emergenza Coronavirus, si conferma strategico per assicurare cibo sano e sicuro ai cittadini di tutta l’Ue».

Arriva dalle Faq (le Frequently asked questions, le domande più frequenti sull’argomento) sul sito del Governo, una risposta importantissima per il mondo del florovivaismo italiano.


DOMANDA: Il nuovo Dpcm del 22 marzo prevede che sia sempre consentita l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna, tra l’altro, di prodotti agricoli e alimentari. La vendita di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti e di altri prodotti simili è consentita?
RISPOSTA: Sì, è consentita, in quanto l’art. 1, comma 1, lettera f), del Dpcm del 22 marzo ammette espressamente l’attività di produzione, trasporto e commercializzazione di “prodotti agricoli”, consentendo quindi la vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti etc. Peraltro tale attività rientra fra quelle produttive e commerciali specificamente comprese nell’allegato 1 dello stesso Dpcm “coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali”, con codice Ateco “0.1.”, per le quali è ammessa sia la produzione sia la commercializzazione. Deve conseguentemente considerarsi ammessa l’apertura dei punti di vendita di tali prodotti, ma in ogni caso essa dovrà essere organizzata in modo da assicurare il puntuale rispetto delle norme sanitarie in vigore".

 

Nell'allegato Pdf qua sotto un intervento della senatrice Caterina Bini (Pd).



 
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29/3/2020 - 17:00

AUTORE:
vincenzo

In questo triste momento , servono anche le notizie buffe.
I fabbricati di spede e coltelli hanno ottenuto di poter vendre i loro prodotti all'interno dei supermercati . Ma che vuol dire ?
Che ai mangiatori di spade deve essere consentito di acquistare il loro cibo .
La vendita di fiori ? Stesso concetto . Mangiamo i fiori di zucca fritti ? Allora perché proibire i ciclamini ? Li avete mai gustati fritti ?
Omero ha parlato di un popolo di lotofagi .
Cosa non si farebbe per mescolare le carte.

28/3/2020 - 21:17

AUTORE:
gigio

gli ambulanti di piante e fiori possono esercitare? in tutta Italia? grazie a chi mi risponde

28/3/2020 - 13:24

AUTORE:
Donna

Quindi cosa si scrive su l'autocertificazione??necessità??
Nessuno rispetto per le piccole attività, Vergognatevi.

27/3/2020 - 23:18

AUTORE:
Simo

Sicuramente questa è una buona notizia x le aziende florovivaistiche che sono presenti nel nostro territorio.
È un piccolo segnale sicuramente incoraggiante.
Ma come si potrà andare a comprare nei vivai e nei punti vendita specializzati se non sono vicini a casa?

27/3/2020 - 14:40

AUTORE:
Pippo

Felicissimo di questa svolta inattesa per il settore florivivaistico.....ottimo l'interessamento dei politici....
E invece, chi ha un negozio,fischia....
Ah no! Tra poco...dovrebbero arrivare 600€....
Tanta roba.....