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Rispondo al lettore che ha pubblicato il suo punto di vista in merito al camioncino dei panini . Io penso che volevano semplicemente dare un servizio alle persone che uscendo dalla discoteca possono avere .....
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Individuata origine di sversamenti di cloruro di vinile a Casalguidi: proviene da fabbrica attiva fino ad anni '80

26/11/2020 - 18:01

SERRAVALLE - “A conclusione di due anni di monitoraggio della falda di Casalguidi, dopo alcuni mesi di indagini ambientali e tecnico-amministrative portate avanti e condotte da Regione Toscana e Arpat, abbiamo individuato il responsabile della contaminazione da cloruro di vinile nella falda”. Si tratta di Movimento Thun Spa e ad annunciarlo è l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni.

 

“Il lavoro, portato avanti da Regione Toscana e Arpat, in collaborazione con il Comune – aggiunge l’assessore -, è durato per più di due anni ed è iniziato con la costituzione di tavoli tecnici gestiti dal settore bonifiche e autorizzazioni rifiuti della Regione e da Arpat, ai quali hanno partecipato anche il Comune, Publiacqua Spa e Asl. Dopo gli anni di monitoraggio da parte di Arpat, la Regione ha deciso di stanziare 25mila euro per indagini più approfondite per capire chi fosse il soggetto responsabile della contaminazione da cloruro di vinile. Oggi sappiamo con certezza che si tratta di Movimento Thun Spa”.

 

“Mi preme ricordare – conclude Monni - che è di fondamentale importanza dare continuità al lavoro di chi mi ha preceduta, per questo mi impegnerò affinché la società che ha acquisito Movimento Thun Spa, Sant’Andrea Società Immobiliare, inizi i lavori di bonifica dell’area, come da ordinanza”.

 

Di seguito anche una nota del Comune.

 

Nella falda della zona di via del Redolone a Casalguidi è stata accertata da Arpat a seguito delle varie campagne dei campionamenti effettuati dalla stessa agenzia, nel periodo intercorrente tra il dicembre 2018 a oggi, la contaminazione della suddetta falda da cloruro di vinile monomero (Cvm) e da 1,2 Dicloroetilene (Dce).

 

In merito all’origine e alla localizzazione della contaminazione, Arpat ha fin da subito ipotizzato che la tipologia di contaminazione secondaria da Cvm e da Dce riscontrata nelle acque dei pozzi oggetto delle diverse campagne di campionamento svolte dalla medesima Agenzia, sia stata prodotta dalla degradazione di solventi clorurati quali tricloroetilene/trielina (Tce) e/o percloroetilene (Pce). Tali sostanze, infatti, sono comunemente utilizzate nell’industria tessile e metalmeccanica, al contrario del Cvm e del Dce che hanno impieghi industriali molto circoscritti e poco frequenti.

 

Una degradazione così marcata a partire dal Tce e Dce per arrivare al Cvm e Dce è un fatto piuttosto raro. Tuttavia, le condizioni necessarie perché questa degradazione possa avvenire, acque con un potenziale redox negativo, sono proprio quelle tipiche della falda in questa zona e la comparsa di Cloruro di Vinile quale ultimo prodotto di degradazione di accumuli passati di Tce/Pce in falde in condizioni redox riducenti, com’è il caso della presente.


I dati analitici raccolti da Arpat durante le varie campagne di campionamento delle acque dei pozzi, mostrano questa contaminazione da Cvm già ampiamente sviluppata nel 2010, così come testimoniato dalla stazione Mat‐P281 (pozzo 1 Redolone) che ha i primi dati utili risalenti al 2010, per cui l’andamento dei rapporti tra Cvm e il suo precursore Dce porta Arpat a collocare temporalmente la fonte iniziale/originaria della contaminazione causata da Tce ben prima di un decennio fa e, addirittura, agli anni ’80‐’90.


La dispersione del contaminante originario, visti i dati Arpat e le indagini Mihpt eseguite, è certamente avvenuta a partire dall’ex stabilimento della Movimenti Thun spa. Il campione d’acqua prelevato in Mihpt1 rappresenta, infatti, il termine più primitivo e prossimo alla fonte di contaminazione da Tce individuata presso le vasche a servizio dello stabilimento della ex Movimenti Thun spa a causa di un originario sversamento di tricloroetilene/trielina (Tce) avvenuto negli anni di attività dello stabilimento ex Movimenti Thun compresi tra il 24 giugno 1974 (data inizio attività) e il 21 luglio 1984 (data di cessazione dell’attività per trasferimento in altra provincia). 

“Spesso in silenzio ma non ci siamo mai fermati nemmeno un giorno – afferma l'assessore all'ambiente, Federico Gorbi – Dopo mesi di analisi, verifiche e studio, con Arpat abbiamo finalmente individuato l'origine dell'inquinamento da cloruro di vinile nella zona di Ponte Stella avvenuta a partire dalle vasche dell'ex stabilimento della "Movimenti Thun Spa". Come assessore all'ambiente posso quindi annunciare che ora partirà la fase di bonifica per riportare i valori della falda acquifera alla normalità. L'attenzione verso l'ambiente e la salute pubblica si dimostra con i fatti, con la serietà e con l'impegno concreto, senza nascondere nulla”.

Per il procedimento di individuazione del soggetto responsabile della contaminazione finalizzato alla contestuale adozione dell’ordinanza ai sensi dell’art. 244 comma 2 D.Lgs. 152/2006 è stato comunicato anche alla Sant’Andrea società immobiliare e di partecipazione Spa in quanto è la società che per effetto dei successivi passaggi societari è subentrata a titolo universale nel complesso dei rapporti giuridici, attivi e passivi, riferibili in ultimo alla San Pietro srl e, prima ancora, alla Movimenti Thun Spa.

Fonte: Comune Serravalle Pistoiese
 
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27/11/2020 - 12:08

AUTORE:
vincenzo

Leggo e duro fatica a muovermi in questi passaggi di chimica organica.

Il vero problema è quello delle attività dismesse ed abbandonate.

Si tratta spesso di opifici che , come questo , sono stati abbandonati da molti anni .

Al meglio detti opifici costituiscono un tetto per sbandati e simili , oltre che un facile luogo per scaricare rifiuti .

Un esempio pistoiese a meno di cento metri dalla stazione .

A Pistoia si attende una bonifica di una discarica del Brusigliano , e Dio sa cosa verrebbe fuori .

Non parliamo di Quarrata etc etc .

Se si risale dall'inquinamento al responsabile (occorrono 2 anni) perché altrettanto non si monitorano e mettono in sicurezza gli opifici abbandonati ?

Mi par ricordare di una scuola che conservava molto gasolio in una cisterna abbandonata da 40 anni .
Spesso queste cisterne in lamiera , non svuotate e riempite di sabbia , o meglio rimosse , si bucano sia per la ruggine sia per correnti parassite ed inquinano silenziosamente le falde .

Cercare a valle ? Benissimo . Ma a monte chi ci pensa ?