Chiesa del Sacro Cuore a Campi Bisenzio stracolma per l'ultimo saluto a Beatrice Balerini, impiegata di banca uccisa dall’ex marito nella casa di Nievole. Accanto alla cassa di legno chiaro, coperta da un cuscino di fiori bianchi, la famiglia con la mamma Vanna, il babbo Giancarlo, il fratello Lorenzo e gli altri parenti. Dietro di loro tanti colleghi di lavoro di Beatrice che da 14 anni lavorava alla Cassa di Risparmio di Lucca a Prato. Presenti, con le maestre, gli alunni delle due classi della scuola elementare, compagni dei figli di Beatrice di 7 e 10 anni.

Da Pieve a Nievole sono arrivati diversi amici della Misericordia (Beatrice e l’ex marito erano stati volontari dell’associazione e Parlanti è anche nipote del presidente). Ora per quanto riguarda il futuro dei figli, la famiglia ribadisce che sarà seguito il percorso indicato dal Tribunale dei Minori. Beatrice e Massimo si erano trasferiti a Nievole in quella villa che poi, un anno fa, fu comprata interamente da Beatrice, liquidando l’ex marito. Forse proprio lui pensava che tutti potessero abitare sotto lo stesso tetto, proprio a Nievole? Chissà. Di sicuro Beatrice voleva sbarazzarsi di quella casa che aveva già mostrato pochi giorni prima della sua morte ad una famiglia tedesca. Secondo i legali del Parlanti l’ex marito non voleva denaro dalla moglie e l’omicidio dunque sarebbe solo frutto di litigi.

Resta ora da chiarire se la morte sia stata causata da strangolamento o dalla botta ricevuta alla testa dopo la caduta: in un caso si tratterebbe di omicidio volontario, nell'altro preterintenzionale, con sostanziali differenze per ciò che riguarda la pena da scontare.